P. Coelho
City Lights
profumo di cioccolata
ciò che era morbido cambia aspetto, si fa ostico. non posso far altro che aspettare, come sempre. sempre e solo aspettare.
o trovare il coraggio di darmi una mossa.
ormai non ho più nemmeno il coraggio di pubblicare ciò che scrivo, di fare pubblicità ai miei pensieri.
che sia l’inizio di qualche altra strana parabola?
sempre pronti. sempre attenti.
i muffin sono pronti. addio.
straniera
mi sento straniera nella mia vita, una vita che ogni volta devo conoscere di nuovo, affrontare, vivere, gustare con occhi nuovi.
mi sento sola perchè non so ancora cosa farò della mia vita e probabilmente non lo saprò per molto tempo.
abbandono i miei sorrisi a malinconie nascoste, nascono velocemente battiti di ciglia che segnano un costante percorso di insicurezze. sarà sempre così, nonostante le persone vicino a me, nonostante l’amore, la fiducia, i sorrisi.
sono sola.
sono straniera.
non sono pronta.
a gran voce
a gran voce un nuovo post. al più presto vorrei riuscire a raccontare in qualche parolina la bella-mini-vacanzina fatta tra Bilbao-San Sebastian-Santander, senza nemmeno il contributo della carta di credito!!!!!
a presto. a quando ho tempo. a mai, dunque.
che tristezza.
sto sempre qui a lamentarmi e parlarmi delle mie paturnie/magagne/paranoie/rotturedicazzo.
basta!
ho deciso.
ogni tanto parlerò anche delle cose belle e feliciane che mi vengono in mente!
kiss.
sogno…o son desta?
what is love?
gira e rigira, si torna sempre lì.
come delle zanzare, che di questi tempi ci danno il tormento, che ronzano intorno alla nostra testa e rendono i pensieri degli scatti killer per ucciderle.
in questi giorni mia mamma mi ha detto una cosa saggia, molto saggia.
“Crearsi le aspettative non ci permette di vivere la quotidianità”.
ci penso in continuazione a questa cosa, sto cercando di metabolizzarla.
per certi versi non ho aspettative, vivo alla giornata e respiro, cercando di cogliere le sfumature della bellezza del quotidiano.
ma le aspettative non sono quelle che ci alimentano le speranze? che ci lasciano quel sapore speziato in bocca, che creano una scia di profumo da seguire, come fossero delle bricioline per un uccellino caduto dal nido.
vivo la mia storia.
vivo la mia vita.
vivo degli sguardi che cerco di spostare sempre un pò più in là.
ricerco motivazioni e stimoli, sempre.
non ci sarà mai nessuna domanda senza risposta capace di fermare le mie voglie.
…caramelle, non ne voglio più.
niente zuccherini per addolcire il mio amaro.
non voglio consolazioni ne’ chiacchere.
io sola con la mia colpa, traccio linee di confine che mi rendono irraggiungibile.
perchè voglio scappare, perchè voglio andarmene, perchè devo sempre trovare un difetto.
e l’unica colpa di tutto è la mia.
un macigno che mi schiaccia in mezzo al cuore,
un’onda che mi trasporta e non mi lascia il tempo di ragionare, di razionalizzare, di rendere un pensiero tangibile per essere osservato, analizzato e riposto in un frammento di vita capace di assorbirlo.
ma dove sto andando, dove?
che senso ha tutto questo?
amare amare amare.
perchè significa tutto questo dolore? perchè significa accettare compromessi di cui non voglio nemmeno sentir parlare?
mi sento ridicola e impotente, mi sento al buio, che sbatto da una parete ad un’altra di un corridoio accogliente e luminoso, non so vedere, non oso vedere.
indubbiamente. indubbiamente devo farmi curare.
in salita
cerco una strada corretta per dire le parole corrette, uso un metro, uso pochi centimetri per rimanere stabile, senza fare orli troppo lunghi.
maniche, pantaloni, girovita.
è sempre questioni di giuste misure.
quello che io riesco a dare, a fare, a osservare, a prendere, senza disturbare nessuno.
ma la soggettività delle cose, la sensibilità degli altri, non assomiglia quasi mai alla tua.
ora faccio fatica.
tanta fatica.
dopo averne fatta altra, in passato.
sono pronta, per tutto questo?