Casa è ormai dietro di te, il mondo è davanti
Conversazioni parallele
D come Desiderio.
Si parla di Maya, di fine del mondo, di un’era che cambierà il nostro vivere.
Si parla di Natale, di luci che fanno brillare le nostre case spente, di famiglie felici.
Si parla di soldi, di regali.
Una poltrona per due, Mamma ho perso l’aereo, favole Disney a profusione.
Insomma. E’ Dicembre. E siamo tutti decisamente più esauriti.
Alzo gli occhi, il cielo è stellato.
Distesa su un mare di ghiaccio, esprimo il mio desiderio.
E’ così freddo che l’aria sembra impenetrabile.
Ma il cielo è limpido, protendo le mani per toccare ogni piccolo brillio.
Parlo, ma non emetto suoni.
Ogni sillaba un sussurro, ogni sillaba una nuvoletta di vapore.
Si dissolve, dopo un istante, il notturno desiderio.
E’ impalpabile, docile, le mani protese lo sfiorano e lui fugge via.
Il biancore rimane solo nei miei occhi, ma distrae le più attente stelle.
Il mio desiderio. Forse è l’unica cosa che vorrei come regalo di questo squattrinato Natale.
Vorrei voltare lo sguardo, dal mio mare di ghiaccio, e trovare degli occhi luminosi a fianco a me.
Forse i miei occhi, quelli che conservo in un angolo, o forse gli occhi di chi sa veramente guardare dentro di me. Due fari che illuminino con i miei un sentiero così grigio.
Una notte ancora più stellata.
Come si fa a desiderare qualcosa di più difficile?
Sto solo desiderando una notte calda, in questo freddo che non è ancora inverno.
Notte Stellata – Vincent Van Gogh |
1889. Van Gogh e i suoi riccioli di cielo. Il chiarore della Luna di tarda primavera, in Francia. Le onde di un firmamento come un oceano di energie, chiome di alberi come fiamme oscure. E la luce, la luce di questo blu, blu notte, blu chiaro, ogni singolo dettaglio così uguale, così diverso. Tutto si distingue.
Fate silenzio, o romperete l’incantesimo.
Ogni pennellata è una parola, ogni strato di questa tela è una veste, che conserva il mio istinto, che cura la mia giovinezza.
I desideri. Vi ho raccontato il mio desiderio.
In questo anno così funesto, in queste vasche di lacrime versate, mi vesto del mio mantello.
Il cappuccio mi cade sul viso, nasconde la vista del cielo stellato. Il mare di ghiaccio si scioglie sotto la mia schiena. Così debole e stanca, lascio che scorra via questo ghiaccio.
E in questa notte che non è nemmeno inverno, mi affaccio ancora una volta a colmare il mio bicchiere di sogni. Intingo le mie mani nella porporina e torno a dipingere le stelle.
Voglio sentire i vostri desideri.
Quale è il regalo che scegliete, per il vostro Natale?
Vi ascolto, dal mio prato ghiacciato, leggo i sussurri dissolversi davanti alle vostre bocche, li prendo con la mia rete.
Desideri. Fiati di vita.
Popolare Vs Impopolare. Ma comunque POP.
POPOLARE.
Eccomi qui. Vi avverto, questo sarà un post pieno di link. Siete pronti?
Ogni parola vi farà saltare in un posto diverso. Tutto sarà reso più semplice dalla presenza della seguente lista. Schematica, poco poetica, ma organizzata, come piace a me.
Qui di seguito ci starebbe bene anche la foto del mio meraviglioso armadio. Mai meraviglioso al suo esterno quanto all’interno. Una perfezione da (così definita da un’amica) serial killer mancata (o non mancata… per certe scelte c’è sempre tempo). Ma non voglio divagare o rischio di farvi già perdere l’orientamento.
1. VOTA BERRY! Fai oggi la tua buona azione quotidiana, ripetila anche domani. E perchè no, anche dopo domani! Mentre ti lavi i denti e ti guardi allo specchio non senti questa vocina nella testa che ti dice…VOTA BERRY! Basta un clic!
2. Giuramento per far parte del club “Io so di non sapere”, fondato dalla mia dolce amica Monica de L’Emporio 21 (passate dal suo blog, è favoloso!):
“Giuro solennemente di fronte a Pippo, Minni e Qui,Quo e Qua di rispettare cuore e cervello di ciascun individuo e giuro di riservarmi il diritto di mandare a cercar ravanelli qualsiasi persona si senta in dovere di disprezzare le mie naturali inclinazioni.”
Ps: Monica non avevo Topolino, ho giurato sul mio 730, la prima cosa che ho trovato sulla scrivania! Per aderire completamente al club stasera faccio l’accoppiata perfetta: pizza surgelata + partita…sono fashion?
3. Un super grazie a Kate di Non ti tollero per avermi assegnato il premio dedicato ai blog sotto i 200 iscritti. Io sono BEN SOTTO i 200 iscritti e, club dei Nicchioni docet, ne vado fiera! Grazie Kate, il tuo blog è perfetto per una come me, donna dalle mille e una intolleranze!
4. La cara Francesca, mamma, artista e amica, ha messo sul suo blog un link-regalo! Approfittatene! Passate da lei, ha un bel blog e un ancor più bel sito. Realizza dei bellissimi acquerelli, biglietti, cartoline!
IMPOPOLARE.
Amo la POP ART. Warhol, Haring, Lichtenstein. Amo essere popolare. Al centro dell’attenzione, io io io. Amo i colori accesi, gli anni ’80, le reazioni forti.
Ma per quanto io mi sforzi, per quanto io lo desideri, rimango la solita sconosciuta. Im-po-po-la-re.
Senza storia, senza seguito, senza credibilità. In questi giorni ho girellato tra i blog proposti su Grazia.it e, credetemi, mi sono sentita una regina.
Nella mia NON-POP capisco che riempirsi di followers, di bei commenti, di superfashionstyleauonasgheps post, di blog curatissimi e di figli partoriti come optional per essere ancora più fighe è una cosa che non mi riguarda. E non solo. Non mi piace.
Voglio rimanere impopolare.
Vestirmi con i soliti stracci.
Mettermi i calzini da bambina sotto gli stivali seri.
Tuffarmi in un mare di cuori e rimanere instabile.
Snocciolare le mie paranoie come fossero gusci di pistacchi.
Provare a fare la simpatica e non riuscirci. Ma solo nel blog. Dove riesco ad essere solo paranoica, appunto.
Paranoie e Pistacchi dunque, per una ragazza NON-POP.
Conformista.
Pazza.
Così poco POP che sono riuscita in una cosa incredibile. Aprire uno dei chiavistelli del mio cuore dopo cinque lunghi mesi, aprire gli occhi dopo cinque impossibili mesi, aprire uno spiraglio dopo cinque-whatsapp-mesi. In questo arrembante susseguirsi di aperture inaspettate, sono riuscita, di nuovo, a vincere un NO. Contro ogni previsione eh. Pronostici come sempre ribaltati amici. Con me gli scommettitori più arditi diventano milionari! Insomma. Non è stato proprio un NO. E’ stato un NON. Ma il potenziale del “si” era così forte che la coda tra le gambe ce l’ho ancora. Per coccolarmi ho indetto un periodo di assoluto fancazzismo casalingo, libri di Alda Merini sottobraccio, con dedica personalizzata annessa.
Che ragazza fortunata.
Miei delicati lettori. Stavolta non vi ho deliziato con le mie poesie. Con le mie parole “sciacquate” in Arno.
E’ che non avevo voglia di arrivare all’Arno, bastavano le pozzanghere del mio giardino, per queste due righe NON-POP.
Uomo del NON volevo dirti una cosa: mi manchi.
Dal mio letto inutilmente matrimoniale è tutto.
Vostra B.
GRAZIA.IT: I WANT YOU!
Conosci Grazia.it? Senti tuoi i valori del nostro IT manifesto? Raccontaci perché saresti un perfetto IT blogger perfetto in un post sul tuo blog.
Sei libero sia di scrivere un post motivazionale, dove parli a ruota libera di te e dei tuoi interessi e linki il canale di Grazia che segui di più, sia di andare più nello specifico, scegliendo un articolo o una sezione di Grazia.it che hai apprezzato particolarmente e riscriverne a modo tuo sul tuo blog.
Ps: CLICCA & VOTA(MI)!
FEEL. Quello che succede.
E poi rimane solo questo.
Io, un foglio, una penna.
I segni di una notte vicina, che ancoa non si può cancellare.
Il mascara nero, che cola, di questa notte ancora da vivere.
E le parole che ancora mi mancano, che non trovo, che non conosco, che mi fanno scrivere nell’unico modo che so.
Scrivere di me, di questi fazzoletti sprecati, in due notti così diverse.
Solo l’insonnia le accomuna.
Pace e tumulto in contrasto.
La sfiorata pace.
Il persistente tumulto.
Il faro non illumina la via che ho scelto. Cambia rotta.
I miei singhiozzi, i vetri appannati per le troppe parole.
Un abbraccio, le insistenze, le mani aggrappate al volante. Più lo stringono e più cercano la voglia di partire.
Girare la chiave, andare via.
Voltare le spalle, ancora una volta.
In queste due notti così diverse.
Nel profumo che conserva la mia pelle.
Nei segni di un passaggio. Qui chiudo i miei desideri. Soffoco la gioia dei miei sogni.
Perchè la vita non si vive da soli, perchè non si può fare finta che le cose non esistano, perchè io sono la campionessa del definitivo. Perchè i buchi non si tappano, le persone non si dimenticano.
Perchè si cambia e la vita cambia, perchè questa solitudine mi spacca i timpani e mi distrugge l’anima. Perchè vorrei solo delle risposte a tutte le mie domande, delle risposte che curino le ferite, quelle che io voglio sentire.
Perchè sono sfinita.
E questa notte è così diversa. Spengo le stelle con ogni mia lacrima. Il cielo scompare. Inghiotte le mie parole, anch’esse sconfitte.
Parole inutili.
Voglio le carezze tue, sul mio viso.
E il ricordo acceso dell’altra notte, che nessuna lacrima lo spenga. Che almeno lui rimanga a farmi compagnia, in questa sorda Firenze, che tanto amo ma che, per l’ennesima volta, raccoglie il mio pianto.
Di notte.
E sorda rimane nella sua magnifica bellezza, nelle sue strade vuote, nel suo castigo perenne, nella sua condanna, nella sua staticità di illusa Venere.
Abbracciami, Firenze.
Un girotondo di foglie arancioni accolga il mio cammino. Una meta che non conosco mi attende, lontana. Non ci sono nemmeno più gli spettri a seguirmi.
Non gli spettri del passato.
Solo il presente, che mi soffoca, disprezzando la mia voglia, ignorando il mio impegno, impedendo il mio domani.
Firenze, 29 novembre 2012 – ore 4.20 di mattina.
Cielo terso. Luna quasi piena.
Come and hold my hand
I wanna contact the living
Not sure I understand
This role I’ve been givenI sit and talk to God
And he just laughs at my plans
My head speaks a language
I don’t understandI just wanna feel
Real love, fill the home that I live in
‘Cause I got too much life
Running through my veins
Going to waste
Tempo of the City
Tempo of the City – 1938 – Berenice Abbott |
Traguardi ed esclusivi club!
– se hai un blog dai numeri limitati e risicatissimi
– se ti capita di non capire una cippa di wordpress.org
– se aborri il SEO
– se dalle chiavi di ricerca su google ti trovano con le parole più strane
Quando degli strumenti del mio blog non capivo veramente una beneamata scrissi il post, successivamente diventato il mio più letto di sempre, That’s all folks! ignara di ciò che avrebbe creato! Quindi tu, lettore ignaro, digitando le magiche paroline finirai dritto nel mio blog!
– se adori scrivere e sai usare anche i congiuntivi e gli apostrofi
ALIENS#6
fitte, dritte e luminose, dardi infuocati.
vene attraversate dalla forza di un lampo,
uomo vitruviano, muscoli e tensioni,
fiamme libere, dannate, inferno del campo visivo.
mangiami ciclope, perchè ho peccato.
divorami, perchè lascio che ogni giorno sia spento.
questi lampi di luce rischiarino le ore di altri orizzonti.
puniscimi.
ho un’anima cupa.
Se fossi… e la Maremma.
Sulla scia del post di Monica di Emporio 21 che ha proposto un simpatico giochino alle sue colleghe blogger…eccomi con il mio Se fossi, aspetto i vostri!
Se fossi un dolce sarei il mille foglie con la crema al limone e tanta frutta sopra, un tripudio di gusto e dolcezza.
Se fossi una bevanda sarei l’acqua, perchè è limpida ed essenziale.
Se fossi un colore sarei il rosa caramella, coccoloso, infantile e morbido.
Se fossi un fiore (una pianta) sarei una pianta grassa, spinosa e immortale.
Se fossi un animale sarei un gatto, ronfante, attivo ma pigro e graffiante.
Se fossi un gelato sarei un gusto di frutta, per rinfrescarmi idee e memorie.
Se fossi un Dio, sarei Flora, la dea della fioritura.
Se fossi un profumo, sarei quello della pelle dei bambini, innocente e da mordere.
Se fossi un libro sarei Ragione e Sentimento (J. Austen) …e anche molti altri.
Se fossi una canzone La Cura (Battiato), perchè le sue parole poetiche mi descrivono quasi alla perfezione.
Se fossi un film sarei L’attimo fuggente, poesia, poesia e ancora poesia.
Se fossi un sentimento sarei l’amore, perchè Amor Vincit Omnia et Nos Cedamus Amori.
Se fossi un artista sarei Michelangelo, poeta dello scalpello e di anime.
Se fossi una stagione sarei la primavera, quando è quasi estate, fiori, verde, odore di mare.
Se fossi una terra sarei la mia Maremma, calda, fieno e pini, collina e montagna.
Se fossi un viaggio sarei il Giappone, tra i fiori di ciliegio, i libri di Murakami e la Grande Onda di Hokusai.
Se fossi un frutto sarei un po’ Mirtillo e un po’ Lampone. Il perchè lo sapete già.
Come al mio solito avrei voluto continuare per ore a scrivere, soprattutto quando si tratta di queste cose (di parlare di me soprattutto…) mi faccio sempre prendere la mano senza controllo!
Però sono stata brava e, devo dire la verità, sono soddisfatta di aver esulato dalla poesia e dal pessimismo cosmico dei miei soliti ultimi post.
Aggiungo solo due parole, sulla mia Maremma.
Non voglio fare retorica o dire cose già ripetute, solo una cosa.
E’ una terra umile, la mia, una terra paludosa, contadina, umida, dalle mille sfumature di colori, di accenti, di spazi.
E’ una terra ricca. Di persone, con la faccia bruciata dal sole. Di frutti, raccolti con fatica. Di arte, archeologia, reperti, trovati e conservati con cura.
E’ una terra che potrei descrivere in mille modi e con mille parole, vorrei avere una foto di mio babbo per mostrare la poesia delle curve di ogni collina e il movimento delle spighe al vento e dei papaveri a primavera, tra i cespugli selvaggi e incoltivati.
E’ una terra di cui amo il mare, gli alberi, gli odori, i gusti e le strade.
Rialzati Maremma, sconfiggi ancora una volta l’acqua.
Donna dalla vitalità inaffondabile.