ancora tu…

standard 6 aprile 2012 Leave a response

ci sono queste onde, forti come degli tsunami
che risucchiano, risucchiano tutta la spiaggia prima di investirmi completamente.

ce la farò a rialzarmi da questa melma?
si sta solidificando
mi stringe le caviglie
mi tira a se
mi stravolge ogni volta

i suoi occhi mi parlavano
i suoi occhi mi amavano
le sue mani mi desideravano
le sue mani mi toccavano

c’era qualcosa
un filo
un legame

ERA
e ora non è più
non esiste più
esiste per un’altra?
esiste per un’altra

il dolore mi accompagna,
come sempre
costante
perchè non scompare e mi lascia sola, anche lui?
perchè è sempre qui a ricordarmi quanto lo amo
a dire al mio cuore spezzato
maciullato
distrutto
che non c’è via d’uscita.

probabilmente molti scelgono la religione perchè credere in qualcosa che “non esiste” non può deluderti in nessun modo.
anche io voglio credere in qualcosa che “non esiste” così magari la smetterò di soffrire, di patire, di piangere, di sentirmi morire dentro. questo cratere è incolmabile.
la sua assenza è ancora qui con me.
basta, vattene, fantasma.
gli sono bastati solo due mesi per cancellare tutto il nostro amore? forse era solo il mio amore? cosa mi sono sognata, cosa mi sono creduta di vedere. mi sembra di perdere il cervello.
lo voglio perdere, così poi non c’è davvero più NIENTE.

infinita solitudine
infinite domande senza risposta
infinito vuoto

batuffoli di primavera

standard 5 aprile 2012 2 responses

la neve di aprile
entra senza sosta dal finestrino
soffice, instancabile, costante

la neve, in aprile.

carezza i nostri volti stanchi
riposa
giace

instancabile mente vaga
senza meta apparente
ma si posa sempre lì
nel cuscino delle farfalle

l’ombra delle palpebre
mi parla di silenzio
il desiderio si spenge

scavo
scavo a fondo
rischio di andare troppo a fondo
con la conoscenza
con le domande

esausta
cerco la pace come la neve d’aprile
che si posa stanca

stanca.

scrivo oggi e vorrei scrivere di più. scrivo e sento la voglia di comunicare a voi ciò che sento, senza fermarmi, senza soste.
l’ingiustizia che sento a volte è una smania infinita che non mi lascia in pace, vorrei sentire con le mie orecchie parlare persone che si tengono strette il loro parere su di me, come fosse oro.
siamo tutti diversi e ognuno ha il suo modo di vivere ma ciò che non mi spiego e non mi spiegherò mai è come ognuno di noi ha la presunzione di credere che può fare e dire del prossimo ciò che vuole.
ma come è possibile?
siamo in un mondo dove la socialità ci pervade in ogni suo senso, perchè mai dobbiamo chiudere i nostri pensieri su chi ci sta accanto dentro di noi? è un’offesa. è un’offesa verso l’intelligenza altrui.
basterebbe così poco. semplicemente uno sguardo e due parole, le cose si risolverebbero senza nemmeno fare castelli in aria, castelli che servono solo a mettere altre barriere tra noi e il buon senso, la sincerità, i sorrisi.
ridere fa bene!
stare bene con se stessi e con gli altri aiuta a vivere meglio.
o forse tutti godiamo nel vivere peggio?
ci crogioliamo nella merda di tutti i giorni per poter arrivare in fondo alla giornata e dire “anche oggi ce l’ho fatta!” quando potremo dire “cavolo oggi è stata una bella giornata!”
non capisco.
non consideriamo la qualità della vita, ci sottomettiamo alle scontatezze, facciamo finta che le cose accadano al di là delle nostre possibilità o interventi. ma non è così.
possiamo fare molto.
direi che ce la possiamo fare.
quando vi guardate intorno lo vedete che non siete soli?
siamo tanti su questa terra. aiutate voi stessi, aiuterete anche gli altri.

un sorriso.

un sorriso anche a te. che sei sempre lì. nei pensieri, negli occhi, nel cuore.

esigenze e opportunità

standard 2 aprile 2012 2 responses

sono tornata… nel baratro.
tu, buio e silenzioso NULLA mi stavi di nuovo aspettando, con la bava che colava dalla tua bocca assatanata.
gli occhi socchiusi, vinti dal sonno.
palpebre lievi sorprese da pesanti responsabilità
i sorrisi che affievoliscono
il tono della voce cambia.
un infinito sonno vorrei che mi pervadesse
in ogni anfratto del mio cuore
spengesse il fuoco che arde
spengesse ogni speranza che lo anima
coprisse questo brusio che distrae
che deconcentra

il sonno mi assale
il baratro mi abbraccia