Voglio camminare per le città sapendo che, quando tornerò a casa, troverò qualcuno. Che mi ami per tutto quello che merito.
Buona notte.
Penso sia assolutamente normale.
Pensare che passi, che voli via, che ogni pensiero svanisca.
Invece ti trovi sdraiato sull’erba, a guardare un fiore dal basso, a guardare le nuvole, il cielo, a toccare con mano il fresco del prato e a sentire il profumo di ogni fiore.
E la malinconia ti abbraccia di nuovo.
Densa di solitudine e consapevolezze nuove, portate dai sogni e dalle parole di ogni giorno.
Non è una malinconia triste, è diversa da quella che narravo mesi fa. E’ indubbiamente mutata, si è fatta quasi concreta ma non mi fa del male.
Ciò che ho raggiunto, maturato, pensato in questo periodo è degno di nota, ve l’ho raccontato passo passo. Sono qui, che condivido anche questo momento di assoluta introspezione e poca voglia di parlare o scrivere o concretizzare i pensieri. Strano per me, ma ogni giorno capitano cose che non ti aspetti, anche alle persone più rigide nel loro modo di esprimere i loro disagi, tipo me.
Posso dire questo, per certo, posso dire che ho imparato. Ho lavorato e ho imparato a rendere la mia vita un “luogo” di qualità. Sto imparando a non avere paura, a non subire la dipendenza da certi meccanismi che certamente hanno uffuscato (inconsapevolmente) la mia vita. La qualità appunto.
In questa mediocre domenica una qualità data dai traguardi recenti, non sempre spiegabili, non sempre quantificabili, ma che sento dentro di me.
Lontana da dispensare sorrisi gratuiti me ne sto sdraiata sul mio prato.
Osservo i movimenti dati dal mio respiro.
Curo le mie ferite, una per una, fisiche o meno che siano.
Ma è comunque un giorno che pago, in qualche modo, che si prende il suo dispettoso compenso finale, quello di ricordarmi che la mia strada è ancora lunga.
Ogni maledetta domenica.
Ma le strade da percorrere mi piacciono. Sarebbe molto peggio non averne.
“Si vince o si perde, resta da vedere se si vince o si perde da uomini”
Non voglio mancare all’evoluzione della mia storia.
A presto, gentili lettori.
quanto vorrei che tu fossi qui.
ora.
a tenermi per mano.
quante parole si sprecano per dire cose che cercano di consolarci il cuore.
quanto ho riempito la mia testa in questi giorni.
quanto mi parlo, incessantemente, di come ce la farò a superare questo momento.
c’è di peggio nella vita, ma vorrei poter vivere la mia piccola e insignificante sofferenza senza dover pensare di essere un peso per ciò che sento.
ciò che si condivide con una persona, nell’intimità, non può mai essere commentato da nessuno, per quanto possa conoscerti o volerti bene.
vorrei solo chiudere gli occhi e sentire che tutto scivola via. i brutti ricordi, le brutte parole, le offese, le lacrime.
vorrei solo che tu fossi qui con me, come avevo pensato sempre che potesse succedere.
adesso ognuno fa la propria vita, c’è chi sta bene, sorride, felice, nelle sue nuove vesti.
c’è chi continua a piangere, per quell’amore che sentiva dentro come un tuono, che rimbombava ogni giorno, che cresceva come una tempesta, quell’amore che aveva sempre sognato, che le faceva brillare gli occhi e l’anima più che mai.
ora rimangono solo le incomprensioni, le parole non dette, il disagio di una situazione gestita peggio che mai. ora rimango io, a guardare te. tolgo ogni giorno un mattone a quella vita che avevo costruito con te.
adesso basta.
ho detto quello che volevo dire e ricomincio a respirare.
pensatemi tutti nei prossimi giorni, così invece di farmi tenere la mano da una sola persona…ci sarete tutti voi!
vi abbraccio.
e vado a sconfiggere il maledetto fibroma!
sfinita.
sono proprio sfinita.
non vedo l’ora di essere a casa, anche se il motivo sarà l’operazione, di riposarmi, di farmi coccolare da chi non smetterà mai di amarmi.
mi sento raccontare tante cose, tante vite.
molte persone mi parlano, mi confidano, mi sostengono per un momento, poi se ne vanno.
e poi alla fine i conti li faccio con me stessa, qui, sola, nella mia stanza.
non c’è nessuno, nessuno con cui condividere, sorridere, sperare, vivere, amare.
ci sono solo io.
e per questo devo imparare ad essere abbastanza.
buona notte.
asciugo le mie lacrime anche stasera
macchio le mie dita di un grigio sbiadito
lascio sfumature come tracce
un contorno sbavato
occhi aperti
incubo della realtà
a volte mi sembra di non farcela, se proprio devo essere sincera.
la testa mi scoppia, i pensieri fuggono e ritornano senza sosta.
IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO.