espiazione.

standard 5 maggio 2012 Leave a response

non scrivo mai di mattina, se non in occasioni speciali.
quando un’occasione diventa speciale? quando mi fa venire voglia di scrivere.
anche stanotte, era con me.
fin qui, niente di speciale.
perchè è con me sempre.
in ogni pensiero, gesto, sguardo, sussurro.
è in ogni sogno, anche quando la sveglia suona e ha portato via ogni ricordo notturno.

ciò che rende i miei pensieri speciali, ciò che mi spinge a scrivere è l’amore.
quanto può essere profondo l’amore?
quanto può radicarsi, scavare, dentro l’anima di una persona?
l’amore.
l’amore.
l’espiazione dell’amore.
come una peccatrice mi nascondo, marchiata con la lettera scarlatta.
voglio vivere nell’oblio, voglio diventare trasparente.
“vorrei sparire, essere solo un ricordo sbiadito”.
ma forse sarebbe troppo semplice.
il costante ticchettio delle lancette mi ricorda che sono viva, che la lettera scarlatta si accende di un rosso vivo solo se io cerco di dimenticarmi di me.
l’espiazione comincia nel momento in cui costringo me stessa a credere di meritarlo.
merito altro, merito l’amore.
merito altro per me stessa, per quello che valgo, per quello che sono.
gli infiniti lati del mio poliedrico mondo devo ancora finire di scoprirli, ricca di ossimori proseguo e non mi fermo.
è stata un settimana dalle mille strade senza sentiero, una di quelle in cui i giorni si susseguono e vuoi solo che lo “strazio” finisca. che la giornata finisca, che il sonno ti vinca, che la stanchezza ti spenga.
come ogni volta che mi succede così mi carico ancora di più di voglia di vivere.

preferisco continuare ad espiare delle colpe, preferisco essere da sola, sentire l’essenza delle cose vissute, toccarne il valore. preferisco abbagliare il mio sguardo, senza occhiali da sole, senza filtri, senza lenti.
preferisco scrivere, anche quando il risultato non è ciò che vorrei dire, piuttosto che trattenermi, come devo fare sempre, come devo fare con tutti, perchè sono sempre troppo, al di sopra delle righe. 
sono sempre io, sempre qui, la mia solitudine difficile incoraggia la perseveranza.
ad amare ci penserò domani.

sfiorire di maggio.

standard 1 maggio 2012 Leave a response
la polvere cade dai pistilli, leggera
si posa sul piano lucido, laccato, del salotto.
il profumo delicato dei fiori di portati nel vaso qualche giorno fa piano piano svanisce.
si appassiscono, dolcemente, diventando ogni giorno più belli ma sempre più vicino alla loro fine.
è proprio vero, nell’inizio di qualcosa c’è anche la sua fine.
appena c’è lo sparo dello starter, il retrogusto della fine accompagna il percorso.
devo farmi un promemoria, molti promemoria.
non sono brava a ricordarmi le brutte emozioni quando sto bene, ma ora questo pericolo non lo corro.
le mie mani, bagnate dalla pioggia, cercano la più piccola margherita di tutto il prato.
coltivo, con amore, le vite di chi si avvicina a me.
tutto sommato, è una bella cosa.
desidero che adesso qualcuno si prenda cura di me.
che soffi via la polvere dei pistilli che ogni volta cade.
e mi lascia senza energie.
 

loneliness.

standard 29 aprile 2012 Leave a response

ore 3.50, 29 aprile 2012
inizio senza sapere ne come ne perchè
inizio senza una meta, come il mio cammino solitario
cammino solitario e affollato, ricco e incompiuto
solido, stabile, fuori asse e pieno di curve
un cammino senza direzione alcuna
un sentiero cupo
solo
solo 
solo
ricco di consapevolezza
di continue domande senza risposta

quando potrò fidarmi di nuovo
quando capirò che è la persona giusta?
io stavolta lo avevo capito…ma mi ero sbagliata.
chi può sapere se non sbaglierò di nuovo?

paranoie e molti pensieri
ricordi 
malinconia che affolla la mia mente vuota
nessuno si preoccupa di riempirla, 
è un contenitore empio 

servitevene.

sfogo e libertà

standard 25 aprile 2012 4 responses
ho pensato molto se scrivere o meno questo post.
data la mia classe e superiorità ho sempre preferito non sporcarmi le mani e la bocca con chi non se lo merita, ma “qualche sassolino dalla scarpa” me lo voglio levare io stavolta.
ho subito di tutto, sono stata zitta, ho finto interesse, ho finto sorrisi.
ora basta.
dedico questo post a me stessa, al bene che mi voglio e a quello che imparerò a volermi nei prossimi anni, sperando di crescere sempre di più, di migliorare gli spigoli, di aggiustare il tiro quando certe cose non vanno.
il mondo è pieno di strani individui che, tronfi di se stessi, pieni della loro vuotezza quotidiana, si ergono al di sopra di tutti e credono di poter usare come marionette, come pezze da piedi, come accessori la presenza di altri. altri che chiamano “amici”. una parola sacra per me, evidentemente non per tutti.
dicevo insomma, il mondo è pieno di questa gente, purtroppo.
ho avuto modo di sfiorare questa realtà per un po’, nella mia vita così ingenua e sensibile e, ovviamente,sono stata tranquillamente calpestata.
non pensavo che questa gente riuscisse ad essere così cattiva. perchè fino a che si invidia la felicità del prossimo posso “capirlo” per assurdo, quando non hai un ca*** a cui pensare tutto il giorno vedere la vita piena degli altri è frustrante e l’invidia è una grande arma. ma arrivare a GODERE (e non esagero) delle sofferenze altrui è veramente ignobile. godere delle lacrime, della tristezza, del dolore, dello sconforto. ignorare completamente i sentimenti, i cuori spezzati, tutto, come se la vita degli altri fosse loro e potessero gestirla come preferiscono.
la cattiveria arriva a tanto e ho avuto il “piacere” di subire tutto questo.
la mia bellissima storia, il mio amore, il mio sentimento così forte e puro è stato avvicinato da questa gente, per fortuna non è riuscita a sporcarlo e mai ci riuscirà ma la vergogna che dovrebbero provare per lo schifo che seminano ogni giorno è veramente difficile da descrivere con le parole. lo sdegno, il disprezzo, il costante modo che hanno di vivere credendosi i padroni della vita di tutti è disgustoso.
e lo continuano a fare.
non con me, intendiamoci, con un’altra povera sfortunata sotto le loro grinfie.
e sarà sempre così fino a che gli verrà permesso.
non so come possano andare a letto felici le persone così. forse ci vanno perchè non sanno cos’è la felicità? molto probabile.
per assurdo è quasi divertente vedere la loro pochezza che emerge in ogni parola che scrivono.
paradossale pensare che pensavo di poter avvicinare un mondo così distante da me.
preferisco rimanere ingenua, distante, ai loro occhi forse superba. preferisco continuare a camminare sapendo di non aver mai MAI fatto del male a nessuno così deliberatamente. cammino e guardo avanti, felice di come sono (e con le mie amate FURLA sotto braccio).
io avrò il cuore spezzato ma almeno amo.
qualcuno non potrà mai permettersi niente di tutto questo.
la dignità non si compra al mercato, nemmeno sei hai tanti soldi.
auguri. 
vi auguro di stare a guardare sempre la vita degli altri, rinchiusi nella vostra realtà inutile e senza speranza.
 
 

un pomeriggio diverso

standard 24 aprile 2012 2 responses
l’arricchimento pazzesco dato da un pomeriggio al pronto soccorso.
a scambiarsi chiacchere, pettegolezzi, sguardi d’intesa con una persona mai vista prima fino a quattro giorni fa.
una ragazza in questo caso… ma, cari uomini all’ascolto, non vi siete mica liberati di me! ho semplicemente impiegato al meglio il mio tempo con un’ospite d’eccezione (una fantastica balloon artist infortunata che ho accompagnato al CTO) e addirittura… FRANCESE!
la vita mi stupisce sempre e, almeno con le donne, ho un buon feeling ultimamente!
con gli uomini non so che mi sta succedendo, nonostante le numerose constatazioni riguardo al mio “sex appeal” scappano tutti a gambe levate, ecco un’elenco di opzioni possibili:
1. puzzo
2. naso enorme
3. poppe piccole dopo dimagrimento
4. insisto
5. faccio paura
6. non è il mio momento
7. esagerata sensibilità
8. inquisisco
9. 
cioè, parliamone… questa lista potrebbe continuare per tutti all’infinito e la soggettività porterebbe comunque ad una quantità di visioni e di pareri che sono non quantificabili!
a parte questo amici… io dormo.
sono devastata (ma anche molto felice) per BACI appena concluso.
a domani. 
o dopodomani.
ma non posso aspettare di più ho un sacco di cose da racontarvi!

NON.

standard 21 aprile 2012 Leave a response

non posso scrivere stasera, scriverei cose troppo compromettenti.
quindi me ne sto zitta, vado a dormire e cerco di riattaccare un piccolo pezzo di me che stasera è tornato.
buona notte, io farò sogni d’oro.

amaro come il vino.

standard 19 aprile 2012 Leave a response

uhhh che brutta cosa la solitudine.
questo freddo d’aprile,
questa pioggia di primavera.

che ghiaccio nel cuore.
se le parole potessi scriverle come le ho nella mente…
se le parole fossero delle matite che si animano disegnando ciò che sono, forme e colori di pensiero, caratteri e sagome di stupore e comprensione, immediati e diretti, senza traduzioni.
nessun interprete per leggermi i pensieri, nessun districatore d’anime per gli ingarbugliati gomitoli del mio cuore.
un battito
una bacca raccolta da un ramo
un rovo che punge
il sangue cola
piccolo rosso foro
infinite speranze si aggrappano
ogni appiglio è sacro
ogni punta di rovo è appiglio
rovo che ferisce
ma pur sempre appiglio 
rovo tentatore
lasciami, ho detto lasciami!
ti prego!


il mio lavoro è il mio rovo adesso. mi sorregge, mi scalda le giornate, mi rende così stanca da cullarmi la notte prima di dormire. mi pare di essere una macchina, un automa. mi rifugio nel mio cantuccio, sola.
guardo tutti con finzione, con sfiducia.
se non fosse stato per lui… tutto sarebbe stato in secondo piano, soprattutto il lavoro. la considerazione per certe cose, la superficialità.
tutti gli equilibri si spostano, basta un sussulto. un capriccio, una svolta, una curva improvvisa. e il mondo ti cambia, da sotto i piedi. qualcuno toglie la tovaglia e i bicchieri rimangono sul tavolo.
io sono un bicchiere.
via la tovaglia, in un battibaleno.
via le sicurezze, via l’amore, le carezze, i baci, le mani, i capelli, le parole, le promesse.
era una tovaglia graaaaaaaaaaaaaaaande la nostra.
le incrinature sul bicchiere caduto sono tante, lasciano spazio a paure. il vino è caduto sul tavolo, una chiazza che si allarga ad ogni sbavatura di vita.
la mia vita “sbava”, la chiazza si allarga.
le incrinature crescono.
mi tocco, ci sono ancora.
scrivo, scrivo, scrivo in continuazione.
prendere tutto questo come un’opaca benedizione? per caso le cose si presentano con questa strana conformazione di “merda totale” per poi diventare stupende? 
guardo i bicchieri sul tavolino. ancora pieni.
ce ne sono tanti, ne è solo caduto uno.
quel vino versato non tornerà più, nessun raccolto sarà uguale.
quella bocca che non l’ha bevuto mai ne assaggerà uno simile.
si sfiorano sempre somiglianze, mai si toccano, per fortuna.
rimarrò sempre io. crepa in più, crepa in meno, 
meno pregiata, ma pur sempre una grande annata.

rapido e (in)dolore

standard 17 aprile 2012 Leave a response

ci sono delle braccia che mi prendono, mi stringono, mi vogliono.
ci sono degli occhi che mi cercano.
un desiderio comune.

poi più niente.
silenzio.

ogni accusa è senza risposta
ogni parola lasciata cadere, a terra.
non resisto l’attesa
non sopporto l’indifferenza

mi spoglio di tutto e rimango di nuovo
sola

bramo passione e sentimento
bramo occhi nuovi che mi cercano
scorre via ancora una volta
un atomo 
della mia presenza
 

minestrone

standard 15 aprile 2012 Leave a response

consapevole che nei prossimi giorni avrò i minuti contati anche per dormire, volevo scrivere qualcosa stasera.
oggi camminavo, per i marciapiedi conosciuti di Firenze, sperimentando nuovi percorsi, provando a vedere nuove prospettive di vita.
pensavo.
pensavo che non bisogna mai uscire sotto il sole con chi non si conosce bene, non è sano.
il sole porta a galla tutti i difetti, non lascia scampo. e i difetti non sono fatti per essere osservati da chi non ti conosce. all’inizio di una relazione, qualsiasi sia lo scopo -amore-sesso-amicizia-coccoline- il modo in cui ci si approccia all’inizio è fondamentale. io in questo non sono mai stata brava. ho sempre troppa fretta, troppa ansia, troppa smania, non sono in grado di gestire con equilibrio gli “inizi”.
è per questo che a me piace molto camminare sotto il sole.
perchè sono fatta di difetti, sono un piccolo collage sbiadito dalla luce di imperfezioni che deambulano.
non ho paura di apparire per quella che sono, non mi interessa.
forse prima qualche scrupolo me lo facevo, ora non più. tanto a cosa serve? ditemelo voi… a che serve?
io sono come sono.
pronta a “cambiare”, pronta a vivere, pronta a sorridere, a migliorare. 
ma non posso fare finta di essere diversa da come sono, o perlomeno adesso ci riesco meno del solito.
ovvero per niente.
ogni strato fine della mia pelle è stato completamente consumato.
dalle circostanze, dai momenti, dalle lacrime, dai sorrisi, da tutto quello che mi sono ostinata a fare senza pensare a me stessa.
non che l’egoismo paghi dal punto di vista della felicità, anzi, non cambia molto.
ma perlomeno non passo il tempo a torturarmi su ciò che gli altri possono pensare/volere.

oggi camminavo, tra le facce sconosciute di Firenze.
il sorriso labile, il contatto con il terreno più che stabile.
non c’è più niente da sognare, non c’è molto da sperare, i fatti contano, le parole le porta via il vento.
a volte il vento è così forte però che porta via anche i fatti. oppure i fatti sono così leggeri e superficiali che li porta via anche il vento più delicato.
ma le cose che posso dire in questo momento si riducono di nuovo a questo.
non portate mai nessuno del quale non conosciate bene lo sguardo sotto il sole. 
porta alla luce tante piccole cose… cose di cui a volte non c’è nessun bisogno.

Suzuki Kiitsu – Flowering Plum and Camelia

 

motivi per cui…

standard 14 aprile 2012 Leave a response

“la vita è fatta di attimi, come questo che stiamo vivendo. tutto passa e il presente è solo un soffio che subito diventa passato mentre poco prima era futuro.
noi tutti scriviamo attimo per attimo la nostra storia e ciò che scriviamo, a differenza del tempo, rimane per sempre”

uno dei motivi per cui scrivo.
rimanere.