Ogni mattina inciampo sulla sveglia.
Ho un ciuffo che saluta quello opposto, scomposto, come sono scomposta io, quando sento quel trillo, maledetto trillo, che mi distoglie dal torpore caldo delle coperte.
Cerco di concentrarmi su cosa ne sarà della mia giornata.
Devo ottimizzare.
Un tour di social mattutino ci vuole sempre, è come lavarsi il viso.
Non importa se i gatti ti hanno dormito sulla testa (e non per modo di dire) da metà notte in poi, devi alzarti.
Certo è che alcune volte mi arrabbio, proprio di mattina. Perchè magari in sogno avevo creduto in una finzione, avevo pensato di essere circondata da una saggia umanità.
Ma in fondo mi piace arrabbiarmi, perchè vuol dire che qualcosa di buono ancora in me c’è, che tumulta, sobbolle, si agita. E mi dispiace, perchè non ho quella proprietà di linguaggio che vorrei, perchè non conosco gli argomenti quanto vorrei e molto spesso i pensieri finiscono in un calderone difficile da gestire.
E’ che mi sono stufata di essere carina e coccolosa. Io sono intollerante, non solo al lattosio.
Non tollero più le persone presuntuose.
Non tollero chi non ha niente da fare e si lamenta che si annoia.
Nemmeno chi mangia come un bufalo e sostiene di ingrassare…invece rimane uguale.
Non tollero l’indifferenza. Meglio un NO di un vuoto.
Non tollero chi dice di non avere soldi quando non è così.
Non tollero chi non è capace di scrivere in italiano.
Ci sono tante cose che non sopporto più.
Ma una in particolare.
Dopo la tragedia di tutti quei morti nei mari di Lampedusa ne ho lette, sentite tante.
Non seguo la politica da tanto e forse non l’ho mai voluta nemmeno seguire. Ma qui non si tratta di politica, di partiti, di religioni, di NOI. Si tratta di persone morte, senza alcuna colpa, se non il desiderio di trovare quella vita migliore che NOI stessi ricerchiamo per i nostri figli, che NOI stessi dipingiamo come una favola nelle nostre ovattate pubblicità televisive.
E se il desiderio è una colpa, allora siamo tutti colpevoli di percorrere vite ricche di speranza.
Se il vuoto che ci forma dentro questo benessere che ci circonda è così grande da inghiottire la pietà, l’anima, il cuore, allora non solo siamo colpevoli, ma siamo anche i diretti carnefici.
Siamo i boia che uccidiamo per la seconda volta centinaia di persone.
Siamo boia con il sorriso sulle labbra e il sangue sulle mani.
Perchè non importa che siano tanti morti per essere più o meno assassini, lo si è e basta.
E quindi io NON TOLLERO chi si dichiara felice di queste morti.
Quale soddisfazione si può trarre anche solo da un pensiero così misero e meschino?
Questo è uno di quei momenti in cui la mia mente si affolla. E vorrei affermare tante cose, sentenziare, dire, condannare. Ma credo che non servirebbe, non ho fiducia nell’umanità, in QUELLA umanità, perchè QUELLA non ha assolutamente niente di umano.
Il 30 novembre 1786 nel Granducato di Toscana veniva abolita la pena di morte. Forse la grettezza e l’ignoranza sono ancora rimaste così indietro? Forse pensiamo ancora che l’Occidente sia ancora capace di dettare leggi civili e di andare ad insegnare la CIVILTA’, quando in alcuni di questi civili paesi esiste ancora la pena di morte?
Tu, che sorridi e ti gongoli delle morti degli altri, per me hai una lettera scarlatta sul volto, perchè ti voglio riconoscere. E non per lapidarti, perchè tutti pecchiamo (io per prima, con tutta quella lista di intolleranze varie). Ma perchè vorrei che per un attimo tu fossi visto da tutti quegli occhi innocenti che ora non hanno più niente da poter desiderare.
Magari sentiresti, in fondo a quel vuoto infinito che hai dentro, rimbombare un piccolo suono di vergogna.
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K. Malevic – Tondo Nero (1913) |