Tutto è relativo.
Tutto è relativo, se succede agli altri, e non a te.
Tutto è costantemente in circolo, senza pietà o distinzioni.
Avere equilibrio è una delle cose più difficili, per me. Equilibrio tra le cose veramente importanti e quelle quotidiane, che diventano necessarie anche se, in realtà, sono sono realmente essenziali. Ma tutto ha il suo posto, nelle nostre vite. Sta a noi trovare le priorità, dare la voce, regolare il suo volume. Se fossimo tutti uguali, non esisterebbero i colori che fanno bello il mondo.
Ecco, comunque, ora equilibrio non ne ho. Sono su un’altalena, dondolante tra il vuoto e il pieno, quelli dell’anima. Sono in tumulto, come le nuvole in questi giorni, cambiano colore da un grigio scuro intenso ad un bianco candido innocuo. Ho bisogno di respirare profondamente, di alzare il volume a quelle voci che parlano in fondo al mio cuore, lasciandole libere di darmi fastidio, di agitare le mie acque calme, quelle del conosciuto. Ho voglia di scuotermi, di risvegliarmi da questo torpore dato dalla routine, ho voglia di affaticarmi fino a dormire senza sogni, ho voglia di mettere e togliere pesi, dando nuovi spazi e nuovo respiro a qualcosa di più viscerale. Scopro carte di una me stessa ancora nuova, e mi piace. Qualcosa che mi mette alla prova, finalmente, di nuovo, con me stessa. E non solo come mamma. Ma come persona.
Perché ogni giorno voglio sperare di aver dato il massimo. Di aver sorriso, di aver fatto ciò che amo, con chi amo. Di non aver lasciato niente al caso, oppure tutto.
Perché la mia vita è un dono. Così come lo sono tutti i passi che incontri sul suo sentiero, come fossero frammenti di magia. E questo sentiero mi ha portato a scoprire così tanto che è difficile, anche per una come me, trovare le parole per scriverlo.
Tutto questo per dire che ti ho conosciuto, Chris.
Ho conosciuto una persona normale, un uomo normale, un viaggiatore, un camminatore, un bellissimo ragazzo che porta sulle sue spalle un dolore soffocante. Quelli che non lasciano scampo e ti strappano dal quotidiano, dal conosciuto, dall’essenziale di cui parlavo poco fa. Ti strappano dall’equilibrio e da “normale” ti tramutano in “speciale”. E non ne puoi fare a meno, è un investimento dal quale non ti sei potuto sottrarre, tuo malgrado. Non è una scelta, è una conseguenza indesiderata. Tu l’hai trasformata in opportunità. L’opportunità di fare qualcosa che sollevi il peso della tua sofferenza, aiutando gli altri. Ecco, io di fronte a tutto questo, perdo le parole. Perché siamo così piccoli, ci crediamo impotenti, ci limitiamo al nulla. E così non va, perlomeno per me, non va più.
Grazie Chris. Perché il tuo bagaglio si è fatto anche un po’ mio, nostro. Perché la tua umiltà, il tuo sorriso, i tuoi sentieri inesplorati, sono adesso anche i nostri. Grazie perché hai trasformato la vita non solo a te stesso ma a molte persone che hai incontrato e incontrerai, aprendo nuovi orizzonti non solo per te ma anche per chi ha avuto modo di guardarsi dentro con i tuoi occhi. Troppo spesso ci dimentichiamo di fermarci. Di trovare nuovamente il nostro equilibrio, di ascoltarci. Conoscerti, ascoltare le tue parole, la tua storia, mi ha illuminato un nuovo tratto di vita che spero di essere in grado di percorrere.
Tu sei una persona normale, Chris. Normalmente speciale. Grazie per essere passato di qui. Per esserti dato questa opportunità, perché lo hai fatto anche per tutti noi.
Per chi ancora non lo conoscesse… qui una pagina del suo Blog di Viaggi, questa la pagina Facebook della Onlus e qui sotto le coordinate se vorrete donare qualcosa alla ricerca per la fibrosi cistica
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