EPO-logicamente parlando.

standard 7 agosto 2012 1 response
mentre anche questa Olimpiade scorre via, mentre tifiamo, seguiamo, aggiorniamo, sudiamo, ci esaltiamo, mentre lo sport percorre con insistenza ogni vena del mio corpo, mi trovo a commentare, con rammarico, rabbia, dispiacere, dolore, incredulità un avvenimento che le mie orecchie non avrebbero mai voluto sentire.
ieri pomeriggio, sfinita anche dai tre piani di scale che solitamente faccio con grande piglio, entro in casa. 
come da un po’ di giorni a questa parte (dal 27 luglio per la precisione), nemmeno appoggiata la borsa accendo la tv per seguire (sulla Rai purtroppo) le “mie” Olimpiadi di Londra 2012. 
Bragagna in studio, concitato, commenta qualcosa
nella foga di capire percepisco “pugnalato alle spalle + piangere + Schwazer + doping” e il risultato è presto detto.
inizio a dire a voce alta “no no no NOOOO!” tanto che il mio coinquilino che con “molta” attenzione stava seguendo la stessa cosa (senza accorgersi di nulla…) mi chiede cosa stesse succedendo di così sconvolgente.
insomma, la notizia è lì, davanti ai miei occhi e davanti agli occhi del mondo, anche di chi non segue lo sport, di chi non ne sa nulla e conosce questo ragazzo dalla faccia d’angelo solo perchè fa la pubblicità della Kinder o perchè è il fidanzato della contestatissima (come sempre in Italia amiamo distruggere i nostri campioni, ecco il mio pensiero in proposito) Carolina Kostner. 
Alex Schwazer, campione olimpico di Pechino 2008 della 50km di marcia, gara estenuante, gara da veri campioni, non solo nel fisico, ha ammesso di aver usato l’epo.
Epo o Eritropoietina – qui qualche info – una sostanza che non lascia scampo.
in un attimo svaniscono tutte le delusioni e i quarti posti di quest’anno, svanisce la tristezza per non aver visto Andrew Howe gareggiare, trattenuto in Italia da troppi infortuni e da una Federazione talvolta troppo (e ingiustamente) limitata, svanisce il rammarico per i quarti posti, per le lacrime della Cagnotto, per il ridimensionamento da “eroina” a “essere umano” della Pellegrini, per l’ennesima medaglia di legno nella ginnastica.
nemmeno a farlo apposta “Alex” è anche il nome di uno sportivo che tanto amo.
insomma Alex, il tuo dolore oggi è anche il nostro.
nasce da motivazioni diverse, ma è un dolore che dai tuoi tormenti arriva fino alle nostre aspettative, dalla tua incoscienza di atleta, di persona in difficoltà, alla nostra speranza di tifosi, appassionati, gente comune.
chissà dove ti ha spinto questa ansia, che ti ha fatto agire in questo modo sconsiderato, cancellando il tuo presente, rendendo difficile anche riscrivere il tuo futuro. e il futuro della nostra malconcia atletica. la regina delle Olimpiadi, quelle discipline che tutti aspettano.
se adesso digitate “Schwazer” su google una delle prime voci suggerite è “doping”, associata al suo cognome.
sportivamente parlando penso sia una delle mie più grandi delusioni di sempre, soprattutto se rivedo le foto del suo volto sudato, sfinito, commosso, al traguardo di Pechino. e così anche chi non sapeva niente di lui adesso sa. nel peggiore dei modi.
nel più irrimediabile dei modi.
come sempre, quando qualcosa mi colpisce dritto al cuore, sarei capace di scrivere senza sosta, perdendomi nei meandri della mia afflizione.
mi fermo qui.
vado a cercare negli occhi di Josefa Idem la motivazione olimpica di oggi.
e mi auguro che tu, Alex, non abbia fatto passare la voglia a tutti quei giovani che con grande fatica si avvicinano all’atletica, come mia sorellina che, dopo un inverno/primavera di riflessione, ha deciso di tornare in pista.
sono arrabbiata.
sono delusa.
sono affranta.
non so che altro dire.
di certo, anche questo Alex, sportivamente parlando, ci mancherà.


Berenice

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Sono Berry. Donna, mamma, moglie. Scrivo, corro, lavoro, amo. Sorrido sempre e non mi basta mai.

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1 response

  • Anonymous

    Guarda a me manca da morire dal primo momento. Sembra una cosa scema ma è così: non riesco a scaricarmi. Questa storia non è nemmeno colpa sua, checché ne pensino quelli che benpensano.

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