il sottile orlo della veste da notte batte sul tallone, mentre scende le scale.
ALIENS#5
il gettone opaco e corroso cade, si chiude la comunicazione.
colpisce il fondo metallico di un mondo capovolto, senza fine alcuna.
le unghie stridono sul vetro
nessuna maniglia
nessuna speranza.
rettili, mani, ventose
percorrono pareti spoglie.
posso appendermi con te alla ragnatela, mio trasparente amico immaginario?
ogni piano riflesso, scardinato.
l’origine sta nella fine.
giocoliere di birilli, giocoliere di anime.
fai di me quello che vuoi.
a lume di candela
sottile il velo del contrasto, il fumo tiepido riscalda l’aria.
ALIENS#4
il rumore sordo dell’indifferenza.
il suono dell’amore svanito.
i passi di una madre,
calpestio e abbandono.
ci sono sembianze che annullano ogni amore.
ci sono volti poveri di sensi.
gelidi cuori vagano ancora.
senza colpi la canna del mio fucile
protesa, in caccia di pietà.
Fantasia
non avere l’ispirazione e avere voglia di scrivere sono un mix orribile per chi, come me, fa della scrittura la sua costante.
uso allora le parole di Keats, uno dei poeti a me più cari (e uno dei pochi dei quali leggo – qui un’ispirazione nata dopo aver guardato il film dedicato a lui), per farvi sentire un po’ parte della mia giornata…
ps: per chi non sa cosa regalarmi per il compleanno, una sua raccolta va benissimo ?
Lascia sempre vagare la fantasia,
È sempre altrove il piacere:
E si scioglie, solo a toccarlo, dolce,
Come le bolle quando la pioggia picchia;
Lasciala quindi vagare, lei, l’alata,
Per il pensiero che davanti ancor le si stende;
Spalanca la porta alla gabbia della mente,
E, vedrai, si lancerà volando verso il cielo.
Chioma di Berenice
ogni volta che pronuncio il mio nome (e vi assicuro che le volte sono veramente TANTE durante il giorno, con il lavoro che faccio) ringrazio i miei genitori di avermi chiamato così.
mi piace proprio tanto!
un nome così grande per una così tascabile ragazza!
ma…bando alle ciancie amici lettori, oggi è il mio onomastico.
ebbene si.
insieme a quel gran pezzo di santo che è San Francesco (uno dei pochi degni di nota nella chiesa, a mio modesto e ateo parere) c’è anche la vergine martire Santa Berenice! direi che una santa meno appropriata non poteva esserci con questo nome!
insomma, amici. stavo scrivendo perchè vorrei dedicarmi questi bellissimi versi, parte di un Inno di Callimaco intitolato proprio “Chioma di Berenice” (per chi non conoscesse la leggenda … qui)
Di Berenice fui la chioma bella;
Di me si accorse quel famoso Saggio,
Che discerne del mondo ogni fiammella,
E sa l’ora che fugge, e che si affaccia
Alle porte del ciel ciascuna stella,
Sa qual velame al Sol cuopre la faccia,
E come Amor soavemente atterra
Diana in Latmo dall’eterea traccia.
Già vincitor della notturna guerra
E dei premj d’Amor, le schiere avverse
Volgeva ai danni dell’Assira terra
Il giovinetto re, quando converse
Al ciel le braccia, e in supplichevol modo
Me la mia donna ad ogni dio proferse.
ho voglia di poesia anche nella mia vita.
di versetti scritti che scandiscono le ore alle mie giornate,
di poesia forte, dolce, passionale e tenebrosa.
poesia pulita, che renda ogni stella un unico filo splendente.
una costellazione di diamanti indistruttibili.
il viaggio delle anime.
il lungo viaggio delle anime
che si accampano in un tiepido luogo di luce e polvere
in contrasto con le loro ombre
una battaglia di ferite senza sosta
con i piedi scalzi
senza protezione
con i sogni che scivolano via come lacrime
con le lacrime che sembrano lame
gli occhi pieni di frammenti di vetro
ogni battito un dolore
si infrange il vuoto.
marmo bianco carezzano le mie mani.
il marmo della pelle che vorrei
soave
venature grigie, impuro candore
svelati mistero, alla soglia del mio viso contraffatto.
svelati senza pudore
l’attesa cela vana speranza
stoffe arcaiche, intrecci di corda
collage di sorrisi e incontri
il viaggio delle anime approda
l’orizzonte è limpido
il temporale non continua che nel ricordo, nel colore.
sud.
tutto suona come un vecchio ritornello country.
la chitarra stonata, il suono diverso, distinto, di ogni corda.
languide, tristi parole, narrano destini avversi su un allegra melodia.
pale.
eliche.
giganti mulini a vento.
colline bruciate dal sole,
bruciate dal vento,
dalle fiamme di un estate ardente.
non rimane che la terra.
e nelle orecchie il rumore del sud.
ALIENS#3
il tessitore.