non dire gatto…
sfioro le cose e queste, come fosse un afflato velenoso e forte, svaniscono.
sfioro un sorriso, forse lo rincorro troppo ed esso, impietoso, svanisce.
probabilmente tutte le cose che critico, le persone che si allontanano, che mi rifiutano, non sono tanto peggio di me, di quello che credo di essere io. la loro mediocrità mi riflette pienamente, il rispetto che ho per me stessa equivale a ciò che leggo nei loro occhi: al niente. al vuoto, all’indifferenza.
quello che valgo pare che scompaia ogni giorno, ogni qual volta che qualcuno si prende la briga di rifiutarmi, di fare a meno di me. io decido di fare a meno di me.
decido che vorrei andare via, diventare diversa, di pietra. arrivare in un eremo, dove nessuno mi può raggiungere e scalfire la mia anima, il mio sorriso lungamente desiderato.
tutto quello che continuo a fare invece è strisciare.
strisciare nell’ombra dove comunque sempre qualcuno può vedermi e ridurmi in poltiglia.
cerco di fare di più, anche stavolta.
ma statemi lontano, sono nociva.
manco a pagarlo oro.
non sono mai troppo stanca per dormire, per lasciare in pace i miei pensieri.
ciò che vorrei riuscire a fare (ma non sono capace a quanto pare) è fare la mia strada. o meglio, la mia strada la percorro ma lascio sempre entrare molte interferenze, senza ne arte ne parte, senza che ci siano persone valide e capaci di prendere in mano anche solo un momento della mia vita.
tormentata dalla noia e dalla solitudine cerco appigli, ma chiunque incontro non ha voglia di questo o non sono io la persona da cui vorrebbe qualcosa in più.
non c’è intesa con nessuno e io insisto, spero, combatto ma qui nel letto sono ancora sola.
non ci capisco niente di uomini e credo che effettivamente ce ne siano anche veramente pochi, di uomini.
e sono ancora sveglia.
Sapori.
Voglio camminare per le città sapendo che, quando tornerò a casa, troverò qualcuno. Che mi ami per tutto quello che merito.
Buona notte.
Any Given Sunday.
Penso sia assolutamente normale.
Pensare che passi, che voli via, che ogni pensiero svanisca.
Invece ti trovi sdraiato sull’erba, a guardare un fiore dal basso, a guardare le nuvole, il cielo, a toccare con mano il fresco del prato e a sentire il profumo di ogni fiore.
E la malinconia ti abbraccia di nuovo.
Densa di solitudine e consapevolezze nuove, portate dai sogni e dalle parole di ogni giorno.
Non è una malinconia triste, è diversa da quella che narravo mesi fa. E’ indubbiamente mutata, si è fatta quasi concreta ma non mi fa del male.
Ciò che ho raggiunto, maturato, pensato in questo periodo è degno di nota, ve l’ho raccontato passo passo. Sono qui, che condivido anche questo momento di assoluta introspezione e poca voglia di parlare o scrivere o concretizzare i pensieri. Strano per me, ma ogni giorno capitano cose che non ti aspetti, anche alle persone più rigide nel loro modo di esprimere i loro disagi, tipo me.
Posso dire questo, per certo, posso dire che ho imparato. Ho lavorato e ho imparato a rendere la mia vita un “luogo” di qualità. Sto imparando a non avere paura, a non subire la dipendenza da certi meccanismi che certamente hanno uffuscato (inconsapevolmente) la mia vita. La qualità appunto.
In questa mediocre domenica una qualità data dai traguardi recenti, non sempre spiegabili, non sempre quantificabili, ma che sento dentro di me.
Lontana da dispensare sorrisi gratuiti me ne sto sdraiata sul mio prato.
Osservo i movimenti dati dal mio respiro.
Curo le mie ferite, una per una, fisiche o meno che siano.
Ma è comunque un giorno che pago, in qualche modo, che si prende il suo dispettoso compenso finale, quello di ricordarmi che la mia strada è ancora lunga.
Ogni maledetta domenica.
Ma le strade da percorrere mi piacciono. Sarebbe molto peggio non averne.
“Si vince o si perde, resta da vedere se si vince o si perde da uomini”
Non voglio mancare all’evoluzione della mia storia.
A presto, gentili lettori.
Scrivo.
One Love. Alessandro Del Piero.
ps: questo pezzo lo dedico a mia sorellina Speranza nella quale ho “coltivato” una sana passione per il calcio, per la Juventus e per Alessandro Del Piero.
perdonatemi perchè non ho scritto quello che avrei voluto, ma parlare di una passione così “viscerale” è una cosa molto molto difficile da spiegare e scrivere attraverso le parole. è tutta una cosa vissuta nel cuore, nelle vene, nell’anima di una tifosa verace come me. di quelle inaffondabili.
potrebbe capitare anche a te.
quanto vorrei.
quanto vorrei che tu fossi qui.
ora.
a tenermi per mano.
quante parole si sprecano per dire cose che cercano di consolarci il cuore.
quanto ho riempito la mia testa in questi giorni.
quanto mi parlo, incessantemente, di come ce la farò a superare questo momento.
c’è di peggio nella vita, ma vorrei poter vivere la mia piccola e insignificante sofferenza senza dover pensare di essere un peso per ciò che sento.
ciò che si condivide con una persona, nell’intimità, non può mai essere commentato da nessuno, per quanto possa conoscerti o volerti bene.
vorrei solo chiudere gli occhi e sentire che tutto scivola via. i brutti ricordi, le brutte parole, le offese, le lacrime.
vorrei solo che tu fossi qui con me, come avevo pensato sempre che potesse succedere.
adesso ognuno fa la propria vita, c’è chi sta bene, sorride, felice, nelle sue nuove vesti.
c’è chi continua a piangere, per quell’amore che sentiva dentro come un tuono, che rimbombava ogni giorno, che cresceva come una tempesta, quell’amore che aveva sempre sognato, che le faceva brillare gli occhi e l’anima più che mai.
ora rimangono solo le incomprensioni, le parole non dette, il disagio di una situazione gestita peggio che mai. ora rimango io, a guardare te. tolgo ogni giorno un mattone a quella vita che avevo costruito con te.
adesso basta.
ho detto quello che volevo dire e ricomincio a respirare.
pensatemi tutti nei prossimi giorni, così invece di farmi tenere la mano da una sola persona…ci sarete tutti voi!
vi abbraccio.
e vado a sconfiggere il maledetto fibroma!
trasparenze
sfinita.
sono proprio sfinita.
non vedo l’ora di essere a casa, anche se il motivo sarà l’operazione, di riposarmi, di farmi coccolare da chi non smetterà mai di amarmi.
mi sento raccontare tante cose, tante vite.
molte persone mi parlano, mi confidano, mi sostengono per un momento, poi se ne vanno.
e poi alla fine i conti li faccio con me stessa, qui, sola, nella mia stanza.
non c’è nessuno, nessuno con cui condividere, sorridere, sperare, vivere, amare.
ci sono solo io.
e per questo devo imparare ad essere abbastanza.
buona notte.