Passare sempre dal via.

standard 4 giugno 2010 1 response
avere la consapevolezza di ciò che si prova è l’inizio per rivoluzionare la propria vita.
è solo da questo punto che posso continuare a sorridere,
a camminare a testa alta,
a sentire il cuore che batte, il sole che mi acceca e mi scalda.
descrivere i propri sentimenti, le sensazioni, i momenti scegliendo tra un arcobaleno di colori è sempre stata una mia prerogativa, cogliere le sfumature, sfiorare i cambiamenti dandogli il nome di un riflesso, concretizzare un istante fermandolo con delle parole.
cos’è la vita senza il colore della vita stessa?
cosa sono io se non una volontà di passione e sentimento?
cosa può essere migliore di sentire il proprio cuore allineato con i propri pensieri, constatare che tutto ciò che si crea, in una giornata, è in sintonia con se stessi?
oggi mi sento diversa.
diversa, consapevole, matura.
oggi mi sento innamorata.
un amore che copre ogni sfumatura e ogni colore primario.
oggi mi sento pronta per cambiare di nuovo, perchè questa so che non è la mia strada.
essere matura mi serve per non vedere solo del brutto in questo.
dunque, si ama, si ricomincia. da zero, da se stessi, ogni volta.

merito del sole

standard 27 maggio 2010 Leave a response

merito del sole
se sorrido
se la mia pelle profuma di luce
se il mio sguardo non ha paura.

Come al solito, quando entro nel “pensiero positivo mood”, mi allontano dallo scrivere, da elaborare un paio di parole tristi e negative che poi attacco su questo blog come espressione dei miei testamenti quotidiani. Ma forse va bene così, per non farvi abituare troppo bene alle mie parole speranzose, solari e felici, ma per rimanere sempre costantemente incollati al pessimismo cosmico che mi aleggia intorno che magari prima o poi chissà…mi porterà fortuna!

ri pe ti zio ni.

standard 19 maggio 2010 1 response
in questo momento, vorrei essere da un’altra parte.
vorrei non essere qui, vorrei non essere io.
ma solo per un momento.

solo per assaporare cosa vuol dire non essere me.
per gustare la diversa prospettiva delle cose.

vorrei un soffio,
un respiro caldo sul collo.
vorrei l’amore che scivola tra le dita,
presente e concreto.
vorrei che l’amore fosse un oggetto.
vorrei toccare l’amore, definirne i confini
le forme
le pose.
vorrei sentirti di nuovo qui, al tuo posto.
vorrei essere io con te.
e in nessun altro posto.

sei l’essenza dei miei pensieri
l’affanno della mia corsa
il banale scandire del tempo e delle mie parole
sei la luce che da suono ad ogni colore
il pensiero che decide ogni movimento e sapore.

svolgere le catene del tempo, aggrovigliate.
trovare in ogni nodo il senso di un sorriso
trovare in ogni spia in ogni allarme
il profumo intriso.

In questo momento, vorrei essere da un’altra parte.
Così da smettere di pensare che “noi” siamo l’unica soluzione.
Così che la disillusione di un futuro mi scivoli addosso e tutto torni ad essere possibile.


sinfonia n.1

standard 15 maggio 2010 3 responses

verde scosso dal vento
la pioggia come silenzioso lamento

cupa l’espressione del mondo
stretta, incastrata nel profondo

un fagotto il mio cuore
un cristallo abbandonato
nelle curve, nel sapore

sapore di terra, di lacrime,
sorsi bagnati d’amaro.

un nuovo colore, una nuova vita
un senso vorrei tra le mie dita
invece silenzio e affanno
tormento e inspiegabile sonno.

disillusa procedo
passi senza controllo
ogni goccia è un grido
ogni goccia è un allarme

voglio confessarmi
voglio trovare musica nelle mie parole
scandita come un armonia
voglio sentire luce
voglio provare amore.

standard 14 maggio 2010 1 response

la mia mente non ha mai concepito la cattiveria, la pochezza d’animo, le ingiustizie.

non voglio scrivere l’apologia dei miei genitori, non voglio tessere le loro lodi come se fossero degli esseri perfetti e non è nemmeno una gara a chi soffre di più o a chi ha avuto più difficoltà.
voglio solo scrivere una storia, una storia di cattiverie e malignità che va avanti da una vita, della quale non vorrei più sentir parlare, per la quale non vorrei più dispiacermi o vedere cadere una lacrima dagli occhi di chi amo.
questa storia comincia quando io non c’ero ancora, nei soprusi e nei meccanismi intrigati, di psicologie e invidia che ti acceca, nella gelosia di chi pensa che plasmare la mente di una persona senza farle vivere la propria vita, sia una cosa buona e giusta.
vivere con altre 3 sorelle non è certo una cosa facile ed io lo so bene. quando hai un carattere mansueto, dolce, adattabile a tutto e a tutti, gentile, sei facilmente preda di persone più grandi e dispotiche. purtroppo non riesco ad essere cattiva per capire come si possa odiare così tanto o dire certe cose di chi fa parte del tuo cuore, di chi è cresciuto con te e ha condiviso tutto, dal graffio sul ginocchio dopo che si è caduti dalla bicicletta, alle cicatrici del cuore, dallo sguardo sul paesaggio lontano alle carezze della mamma.
scrivo di questo con la certezza che ciò non accadrà mai tra di noi. perchè ho imparato cosa significa questa sofferenza “grazie” a persone così, che hanno provato a trascinare altre nel loro delirio di onnipotenza. di separare chi si ama, di creare dolore senza trarne nessun altro vantaggio che il veder soffrire gli altri.
impariamo ad amare, perchè non è mai abbastanza.
io mi impegno ad amare anche chi vorrebbe decidere per me un futuro diverso da quello che, per fortuna, ho.

altro giro altra corsa

standard 12 maggio 2010 3 responses
mangio una mela.
mangio una mela mentre sono a lavoro.
c’è una telecamera (illegale) che mi osserva, sempre, 8 ore su 8. compresi quei minuti in più di quando arrivo la mattina e la sera in chiusura.
mangio una mela per risvegliarmi da questo sonno che stamani mi sta veramente facendo sentire come se avessi la testa dentro un acquario con un pesce rosso che ci nuota dentro.
perchè a me non è mai piaciuto dormire. ma sarà la vecchiaia, sarà che mi sono laureata, sarà che le mie serate non sono più così tanto “frizzanti” come prima…
il sonno si impossessa di me. e penso a quando stavo alla casa dello studente e andavo a dormire tutte le sere alle 4 e mi svegliavo alle 8 (e non avevo certo queste occhiaie) per andare a studiare con gli altri nella sala studio.
ora i progetti mattutini sono altri.
niente da studiare (alèèèè)
non molta compagnia (sigh)
trovare argomenti mediamente interessanti da trattare con i clienti mentre la stampante decide di essere pronta per funzionare (sigh)
guardare fuori dalla finestra pensando al tempo che farà e quanta pioggia prenderò oggi (uhm)
mi sento come su una giostra, su un cavallo che porta la carrozza di Cenerentola.
qualcuno paga il gettone per farmi fare un altro giro? qualcuno mette un euro per la mia spensieratezza?
qualcuno vuol ritardare l’arrivo della mezzanotte? così il mio cavallo non tornerà ad essere un topolino e la carrozza non sarà una zucca di nuovo.

ed è subito sera

standard 10 maggio 2010 1 response

ti svegli, con questo cielo grigio. ed è già sera.

è già sera nel mio cuore privo di emozioni.
non so più cos’è un momento carico di attese.
non so più cos’è il batticuore, le mani sudate e i pensieri confusi.
provare a sentirsi incantati
provare a essere liberi
provare e provare ancora a non controllare.
come diceva Quasimodo:
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.

areare il locale prima di soggiornarvi.

standard 9 maggio 2010 1 response
bisogno di aria nuova, di pulizie, di sorrisi e di odore di primavera.
i capelli negli occhi pungono come spilli, tu con la tua mano li scosti.
baci vecchi, vecchie carezze, mai seppellite voglie di noi.
non si può smettere di avere bisogno di questo.
mai.
il tuo sguardo sulla mia pelle conosciuta.
ogni neo, ogni imperfezione, ogni perfezione.
scorre la vita, entra una nuova aria.
è l’aria trasparente colorata dal sole, è la sensazione di un mondo che solo noi possiamo cambiare ma per comodo lo teniamo com’è.

mi baci e ogni sofferenza si dissolve.
mi baci e si trova la cura a tutti i mali.
mi baci e la mia vita trova le sue sicurezze.
il mio equilibrio, di nuovo, con il tuo.

la tua santa peccatrice.

“An end has a start”

standard 3 maggio 2010 4 responses

una canzone degli Editors si intitola proprio così. una fine ha un inizio.
questa frase può essere un pò il leitmotiv di questi miei giorni, delle ultime settimane.
la fine di una relazione malata e logorante.
la fine di una carriera universitaria brillante ma con una lunga discesa degli ultimi due anni.
a quale inizio mi porteranno questi due finali? ho bisogno di aria nuova, di respirare pulito, di passeggiare in mezzo al verde e sentirmi libera, senza prigioni o costrizioni guidate da altri e da me accettate.
in questi ultimi due anni, ma soprattutto in questi ultimi mesi, ho capito molte cose. sono cresciuta, ho messo in gioco tanto, anche cose che non avrei mai pensato di poter mettere a rischio, mi sono buttata in una situazione senza controllo e senza protezioni e sono qui ancora a pulirmi le ferite, a trovare un rimedio e una cura.
ma ho vissuto e non voglio mai privarmi di farlo.
quindi mi faccio un “in bocca al lupo” per domani e per questo nuovo inizio.
ringrazio tutte le persone che mi sono state accanto, che mi hanno incoraggiato, spinto, fatto scrivere una parola in più alla tesi. tutti sono stati fondamentali, tutti hanno contribuito, nel loro modo. grazie. siete scritti indelebilmente nel mio cuore e, anche se un giorno mi dovessi dimenticare di voi, lì dentro rimarrete sempre.