applausi. il sipario si chiude.
ancora applausi.
piccolo spiraglio dal sipario. il pubblico si esalta di nuovo e l’applauso non si spegne.
gli occhi degli spettatori brillano di emozione, i colori della platea si sfumano con le luci soffuse del teatro.
due, gli attori protagonisti, si stringono la mano dietro il buio del velluto pesante, rosso, del sipario.
divisi ma uniti.
divisi dal successo da un flebile fiato, da un soffio impercettibile.
scegliere di farsi trasportare da questo soffio. scegliere di rimanere.
rimanere sull’orlo, sul confine, in equilibrio.
rimanere sospesi, ma insieme, in questo limbo continuo.
scegliere di andare.
lasciare la mano, essere solo, soli, distanti.
quel filo che li unisce scompare. c’è ma scompare. è visibile come le filigrane delle banconote, ha quel colore che cambia, a seconda di come muovi la carta, è un filo d’oro, prezioso, cangiante.
io mi sento sempre lì, dietro a quel sipario. per mano. ho la sensazione della sua mano nella mia, polpastrello contro polpastrello, un pò di sudore, per l’ansia, per le paure, un pò di apprensione, qualche tic incontrollato, lo smalto sulle mie unghie, le mie mani piccole.
le sue dita tra le mie, forti, conosciute, protettive mani.
è difficile scrivere questo post, è difficile come scoprire ogni giorno con amara “sorpresa” come piano piano le nostre mani si allontanino.
è difficile metabolizzare le scoperte quotidiane.
capire quanto il mio margine di stupore ogni volta debba “aumentare”, lasciare spazio a ciò che di nuovo arriva sotto i miei occhi, senza filtri e senza inganni, cari spettatori.
“va ora in onda la telenovela SOSPIRI, scritta e diretta da Berenice Boncioli”.
ci ho messo tutta la mattina a scrivere queste poche righe.
giustamente, tra un sospiro e l’altro. (e tra mail, telefonate, lavoro…)
anche stamattina, come ogni buona abitudine che si rispetti, ho aperto la mail, facebook e la bacheca di blogspot.
quest’ultima cosa mi ha colpito.
ho trovato appunto quelle sorprese di cui parlo nel titolo.
ho trovato soprattutto una parola, che racchiude un sentimento, che certo non mi sarei aspettata, non dopo le “chiacchere” di questi giorni.
bhè ragazzi, lo shock c’è stato, chevvvedevodì.
ho sgranato gli occhi, per cercare di capire, tra le righe, dove fosse il senso.
il senso non c’è in queste cose, probabilmente. nemmeno nel mio stupore-dolore-orrore-rumore (di vetri rotti).
adesso smetto di sbirciare dietro il sipario, anche perchè non sento più applausi, più nulla da cercare, anche la mano che mi tratteneva è andata.
“…e vissero tutti felici e contenti.”