ossessione
[os-ses-sió-ne] s.f.
1 Pensiero che ritorna continuamente e in modo tormentoso
questo è ciò che sono in questi giorni.
inondati di sole e di pioggia, di scelte obbligate dal non avere altre scelte, dal pensiero che non ti abbandona mai, mentre tutto il resto ti abbandona.
ossessione, ossessione continua.
ricalco i confini della mia squallida vita e mi sento così sola.
se non posso avere lui, chi mai potrò avere? lui era ciò che desideravo, che mi faceva stare bene.
ora niente ha più un senso, anche se ci provo, anche se guardo avanti.
il futuro esiste ma non sorride.
è spento, senza carica, senza fretta di arrivare.
mi lascia macerare le mie ultime forze in un presente indigeribile, fatto di circostanze opprimenti e di sguardi di compassione.
tu, povera trentenne sfigata, quanto ti compatisco.
io, mi lascio osservare così, come fossi un fiore di campo acciaccato da irriverenti piedi.
tutti camminano e io guardo.
guardo dal basso i petali leggeri che si muovono nel vento.
sono petali colorati in un cielo tutto nero.
cerco di sfumare anche quello ma non cambia mai.
le prospettive sono solitarie, il contrasto con ciò che ero prima è forte e continuo.
sento questa fossa, invalicabile anche con un ponte levatoio, che mi separa dalla realtà circostante.
questa vita non l’ho scelta io ma mi tocca viverla, mi pervade e la subisco, voglio scappare.
forse per la prima volta nella mia vita voglio fuggire.
non mi basta più quello che ho qui, è un vero tormento.
ogni immagine, ogni filo d’erba, ogni carezza è un ricordo che non sono in grado di spezzare.
l’amore che ho provato, la felicità che ho sfiorato, la gioia dei nostri sguardi reciproci uccide ogni speranza dei miei nuovi passi. non potrò mai ritrovarmi, mai.
quello che sento, il dolore che sento, è indescrivibile.
così come lo era la serenità che avevo trovato, la pace. credevo di aver finito di vagare. credevo di poter finalmente sostare in questa oasi.
invece mi ritrovo ancora qui.
nella mia pena e in quella che sento negli occhi degli altri.