what is love?

standard 1 luglio 2011 Leave a response

gira e rigira, si torna sempre lì.
come delle zanzare, che di questi tempi ci danno il tormento, che ronzano intorno alla nostra testa e rendono i pensieri degli scatti killer per ucciderle.
in questi giorni mia mamma mi ha detto una cosa saggia, molto saggia.
“Crearsi le aspettative non ci permette di vivere la quotidianità”.
ci penso in continuazione a questa cosa, sto cercando di metabolizzarla.
per certi versi non ho aspettative, vivo alla giornata e respiro, cercando di cogliere le sfumature della bellezza del quotidiano.
ma le aspettative non sono quelle che ci alimentano le speranze? che ci lasciano quel sapore speziato in bocca, che creano una scia di profumo da seguire, come fossero delle bricioline per un uccellino caduto dal nido.
vivo la mia storia.
vivo la mia vita.
vivo degli sguardi che cerco di spostare sempre un pò più in là.
ricerco motivazioni e stimoli, sempre.
non ci sarà mai nessuna domanda senza risposta capace di fermare le mie voglie.

…caramelle, non ne voglio più.

standard 31 maggio 2011 1 response

niente zuccherini per addolcire il mio amaro.
non voglio consolazioni ne’ chiacchere.
io sola con la mia colpa, traccio linee di confine che mi rendono irraggiungibile.

i miei limiti diventano dei mondi imperscrutabili, il silenzio che buca le mie orecchie sveglia tutto il vicinato, le mosse strane del mio equilibrio mi scaraventano in terra. sempre sempre sempre.
perchè voglio scappare, perchè voglio andarmene, perchè devo sempre trovare un difetto.
e l’unica colpa di tutto è la mia.

un macigno che mi schiaccia in mezzo al cuore,
un’onda che mi trasporta e non mi lascia il tempo di ragionare, di razionalizzare, di rendere un pensiero tangibile per essere osservato, analizzato e riposto in un frammento di vita capace di assorbirlo.
ma dove sto andando, dove?
che senso ha tutto questo?
amare amare amare.
perchè significa tutto questo dolore? perchè significa accettare compromessi di cui non voglio nemmeno sentir parlare?
mi sento ridicola e impotente, mi sento al buio, che sbatto da una parete ad un’altra di un corridoio accogliente e luminoso, non so vedere, non oso vedere.

indubbiamente. indubbiamente devo farmi curare.

in salita

standard 20 maggio 2011 2 responses

cerco una strada corretta per dire le parole corrette, uso un metro, uso pochi centimetri per rimanere stabile, senza fare orli troppo lunghi.
maniche, pantaloni, girovita.
è sempre questioni di giuste misure.
quello che io riesco a dare, a fare, a osservare, a prendere, senza disturbare nessuno.
ma la soggettività delle cose, la sensibilità degli altri, non assomiglia quasi mai alla tua.

ora faccio fatica.
tanta fatica.
dopo averne fatta altra, in passato.
sono pronta, per tutto questo?

non ci sono ancore.

standard 14 aprile 2011 Leave a response

per fortuna che mi hanno dato le parole
questa testa per pensarle
queste mani per scriverle
per fortuna che posso dire ciò che voglio
trovare una forma e un modo che sia soltanto mio
dare un senso e un significato incomprensibile per tutti
e cercarlo per me
nel profondo del mio cuore.

non penso di essere invincibile
non penso di avere una corteccia inattaccabile
essere padrona di me stessa
conoscermi a fondo
è sempre stata la mia forza
ma ogni volta nuove oscure mani vengono a prendermi e mi distruggono
in qualche modo mi distruggono

queste oscure mani capiscono quando io imparo
e agiscono sulla mia incoscienza
su quando non posso fare niente di più che
arrivare dopo
arrivare tardi
essere l’ultima in classifica su una gara
che si corre su di me

questo freddo della mia pelle
su questo caldo mondo
reagisce come una forza contraria, contraria sempre a qualcosa
sempre pronta a decifrare i segnali
sempre pronta a capire il senso di tutto
anche quando questo senso mi sfugge totalmente
e solo su di me posso contare
e la solitudine è tangibile e chiara

e non ci sono ancore

leave me.

standard 14 aprile 2011 Leave a response

che cosa è possibile fare se nemmeno siamo capaci di controllare noi stessi?
cosa si può architettare per rendere un pò più prevedibile la nostra vita?
non voglio la noia, vorrei essere sicura di me stessa, vorrei essere come …

vorrei essere che ora lasciatemi perdere.

poche parole…

standard 31 marzo 2011 1 response

vorrei scardinare quelle regole che permettono a chiunque di poter gestire il mio sorriso.
vorrei scardinare tutte le regole possibili dalla mente di chi vive pensando di avere degli schemi da seguire.
vorrei far chiudere gli occhi a chi oggi, con questo bel sole, cammina calpestando le margherite nate nel frattempo.
non sono triste, non sono stanca, non sono niente.
vorrei solo che …
non lo so che vorrei, forse troppo.
ma il troppo non esiste.

spring time!

standard 24 marzo 2011 Leave a response

ho preso una scatola, rosa, colorata, con il coperchio pieno di polvere.

stava nella mensola in alto, quella delle “cose utili ma non troppo”, dove a volte mi dimentico di guardare.
ho aperto il coperchio, ho scoperto di nuovo il mio passato.
quel passato fatto di nomi sconosciuti o che fatico a ricordare, ad associare ad un volto, quelle lettere chilometriche e scritte così fitte che non ci passa nemmeno il fiato per leggerle e gli occhi per scorrerle tutte. questo passato scivola piacevolmente dalle mani, un passato raccontato, pianto, scritto, sorriso, telefonato, asfissiato, ossessionato. un passato che ha creato il mio scheletro, scolpito le mie forme, corretto le deformazioni, un passato che lavora tutti i giorni per rendermi sempre migliore di quello che sono, mai perfetta, mai troppo cosciente di dove sto andando, mai troppo stordita per perdere l’orientamento.
e oggi vado a guardarmi un po’ di primavera, per vedere se dentro quella scatola polverosa posso metterci ancora tante altre “me”, se sono pronta per questo nuovo cambiamento, se le parole e le lettere che scriverò saranno da archiviare o saranno le prime pagine di una lunghissima e appassionata storia.
guarderò il sole fino ad accecarmi, guarderò il vento fino a sentire la brezza tra le ciglia dei miei occhi chiusi, scriverò e scriverò e scriverò ancora, l’unica cosa che sono veramente capace a fare, sognerò e amerò, anche oggi.
anche con la pioggia, dimenticando il dolore della scatola del passato, dolore che si è trasformato in qualcosa di diverso, col sole di oggi, con il cuore di oggi, con la polvere che deve ancora venire.

A come …….

standard 19 marzo 2011 1 response
ci sono parole, momenti, sguardi, sorrisi che vorresti fissare nella mente.
vorrei usare la memoria come fosse un libro, dove ogni secondo viene scattata una fotografia, sviluppata nella camera oscura del mio cervello, appesa nelle pareti della mia testa, osservata e assaporata durante la malinconia.
lo scotch che uso mi si attacca alle dita e faccio una gran confusione, attacco una foto sopra l’altra e non riesco bene a vederle tutte. se dovessi anche solo ripassare velocemente i miei ultimi anni sarebbe difficile ricordare tutte le facce, tutti gli incontri, anche quelli più fugaci, tutti gli scambi, i tentativi, le parole usate, i sorrisi accennati. sono successe così tante cose, a volte mi pare di essere diventata un’altra persona, di essere mutata come fanno i serpenti quando cambiano pelle, aver lasciato una vecchia Berenice per scoprirne una nuova.
una cosa però è rimasta costante in questi anni, negli anni dell’università soprattutto.
gli amici.
gli amici non ti capitano, ma te li meriti.
gli amici te li scegli e ti scelgono.
l’amicizia è un processo difficile ed impegnativo che però ti ripaga con un denaro che ha un valore talmente alto da renderlo indescrivibile.
ti ripaga con ore ed ore di lacrime asciugate, con dei fantastici toast e delle fragole per pranzo, con dei messaggi da chi non ne manda mai, con degli sguardi di intesa che non hanno bisogno di altre parole.
io per questo sono fortunata, molto.
ho degli amici stupendi e non ho la presunzione di sentirmi arrivata, mi nutro di nuove facce, di nuovi mondi, di nuove anime. l’entusiasmo e la vivacità che mi bruciano dentro cerco di darli sempre, al 100%, a chi ho intorno, anche a chi a volte non lo merita perchè magari si gira dall’altra parte, o lo snobba pensando di esserne superiore. la bellezza dell’amore è che te lo puoi dare a chiunque, anche a chi non lo vuole. la bellezza dell’amicizia è che è la forma più elevata dell’amore perchè non ha nemmeno bisogno del contatto fisico per raggiungere delle vette estreme.
oggi sono un po’ malinconica perchè molta gente l’ho persa per strada, perchè la mia avidità di conoscienza non riesce sempre a soddisfarsi, perchè ho sbagliato tante volte e non sono stata capace di rimediare in tempo.
oggi però sono anche realista e felice del mio presente. sempre e comunque ignara del futuro riguardo le fotografie del più recente passato, quelle attaccate sopra le altre nelle pareti della mia testa. ci sono volti conosciuti da molto, ci sono volti nuovi. e ci sei te.

“e io voglio solo te. e l’ho capito dal primo momento in cui ti ho guardato negli occhi.”

nothing’s wrong.

standard 3 marzo 2011 Leave a response

You can’t go on, thinkin’ nothing’s wrong…

oggi tutto è storto.
il mio naso, le mie gambe, le mie dita, che corrono sulla tastiera.
il mio sguardo, il mio pessimo umore.
oggi tutto è grigio, scuro, scuro come una bustina di thè che tinge l’acqua per troppi minuti.
che la rende saporita e densa. che lascia una scia di permanenza sulla bocca di chi lo assaggia.
è che io non mi adatto mai.
non cerco il letto del fiume sul quale scorrere. cerco sempre nuovi lidi, nuove forme, nuovo spazio da riempire. non vado mai incontro a nessuno, perchè non conosco compromessi, perchè per me questa è la felicità.
ma oggi è comunque tutto storto.
tutto appeso male, come un quadro che non ha nessun riferimento, come delle foto scattate per caso, come un calendario che segna il giorno sbagliato. e oggi come ieri, oggi come una vita, oggi come sempre e per sempre alla ricerca di me, di qualcosa che mi renda viva, di qualche mondo nuovo da esplorare, che sappia ogni giorno chiudermi gli occhi e farmi vedere tutto con nuove prospettive.
per me è questa la felicità, la tranquillità, la soddisfazione.
avere sempre la mente attiva,
tremare ma resistere
essere come una candela al vento, con la fiamma che quasi si spegne ma che trova sempre la forza per rimanere accesa. e bruciare le dita di chi si avvicina.
solo chi resiste al vento, al freddo, al caldo della fiamma è pronto per starmi accanto.
in fondo tutto si riduce alla soggettività, alla propria visione delle cose, alla volontà di osservare tutto ciò che ci circonda senza per forza giudicare, aggredire, imporre.
essere tranquilli non per forza corrisponde a quello che tutti intendono.
essere felici può essere malinconia e creazione.
sentirsi amati forse ha un linguaggio universale. che forse non comprendo ancora, che forse non voglio fermarmi a leggere, che forse non sono capace di accogliere.
è che forse non sono capace di amare.
e di farmi amare.