HYBRID

standard 8 aprile 2015 9 responses

IBRIDO.
Un individuo generato dall’incrocio di due organismi.
Una macchina elettrica ma che può usare anche la benzina.
Una pianta che cresce ma non è spontanea.
Un animale, uno strumento, un essere, un genere estraneo alla natura.
Una donna, una mamma, una presunta scrittrice, una volenterosa fannullona, un’idealista, matta, molto poco furba e senza alcuna sottile malignità, un po’ arrogante, possessiva/ossessiva, sincera e pateticamente buona. Non si può essere tutte queste cose insieme. E’ vietato. Lo dice la legge del cattivo gusto, quella che impera nel mondo.

Lo dice la legge del più forte, non del più libero.

E allora vengo qui e mi rifugio. Qui dove posso scrivere anche cento, mille post uguali, parlando sempre e solo di me, perché qui, questo angolo è MIO, profondamente MIO, voluto, protetto, egoisticamente MIO, senza interferenze, accordi o necessità. O almeno questo è quello che mi illudo di pensare. Illusione o no, continuo a farlo, anche se con meno frequenza e intensità, ma rimango sempre qui, attaccata al mio semino che porto, con lentezza dentro il formicaio. Ne faccio tesoro, come se fosse la cosa più preziosa del mondo. E per me lo è.

exit

#murifiorentini …in cerca di una via d’uscita.

Una parola.
Un sospiro da sfruttare, un’idea che non si perde nelle mie (ultime) notti burrascose, un piccolo dolore al basso ventre che mi fa sentire che sei lì, mio piccolo Mirtillo. Gli occhi chiusi per far affiorare i sogni, gli occhi aperti per far fuggire ciò che non voglio.
Un “qualcosa” che vorrei raccontare, che contrasta con le gioie di questo periodo. Non mi chiedete di spiegare, tanto prima o poi lo farò, non è niente di grave. Sono tutte cose passeggere, cose rimediabili, piccole bombe che esplodono in mille scintille che poi, alla fine, sembrano quasi belle. Sono sempre la solita in fondo. Perché mi ostino a voler vedere solo il lato positivo. Perché, come già qualcuno ha affermato tempo fa…dai diamanti non nasce niente, dal letame, invece, farò nascere tutti i fiori possibili.

– piccolo inciso – Entro la prossima settimana fanno nascere Mirtillo che, se tutto va bene, dovrebbe venire fuori senza tanto sforzo. Non era ciò che desideravo, sto taglio cesareo, ma non importa. Succedono tante cose che non ci aspettiamo, questo è solo un piccolo filo d’erba che presto sarà dimenticato. Da ibrido attuale almeno, forse, una cosa sarò. Una latteria. Se non mi vedete da queste parti, sapete a chi dare la “colpa” ^_^

iFood. What else?

standard 23 marzo 2015 26 responses

Tante parole, tanto scrivere, entusiasmo, correzioni, bozze, mail, distanze colmate, skype/whatsapp/facebook fino alle ore più tarde della notte, sguardi gelosi del fidanzato verso il computer…e ancora notifiche su notifiche su notifiche.

Ma poi arriva il gran giorno. Proprio come fosse un matrimonio, una primavera nella primavera, un sentimento di quelli che ti stordiscono e ti lasciano senza fiato. Che scrivo da secoli già lo sapete, anche che frequento un gruppo di sgallinate bellissime che parlano soprattutto di cibo. Queste due cose, come un’alchimia magica, si sono unite in un progetto incredibile…grazie alla passione, all’attenzione, alla cura, agli interessi comuni, agli stimoli, alle idee e…tante altre cose, è nato iFood. Non sarà il solito portale sul cibo, uguale a mille altri. Sarà il portale dei BLOGGER. Dove ognuno potrà curiosare, commentare e partecipare. Dove si potrà chiedere e trovare risposta. iFood E’ il nuovo sito italiano sul cibo, sulle news, sugli eventi, sul piacere della condivisione, sui viaggi, su come il cibo nell’arte e nella storia è arrivato fino a noi, sulla poesia di un mestolo, sul profumo di ogni singolo ingrediente.

iFood siamo Noi. Blogger e food blogger innamorati della cucina che raccontano quello di cui avete bisogno. È fatto di posate, ingredienti, persone. Dell’errore che ha fatto realizzare un’indimenticabile ricetta. Del rumore della crosta del pane. Delle mani infarinate, degli odori che rimandano ad un viaggio, al piatto assaggiato in un mondo lontano.

Siamo amalgamati, menti distinte, limpidi, chiari, ingarbugliati come le maglie di una frusta per dolci, sottili e affilati come un coltello giapponese. Blogger che sono autori della loro passione, scrivendo parole in grammi e in lunghi racconti di vita, viaggi, tradizioni.

iFood è la nostra nuova casa, dove vogliamo far sentire accolti tutti coloro che passeranno, anche solo per un clic.

Innamoratevi della cucina, insieme a noi.

Collage contributors

…dove i blogger ci mettono la faccia!!! – www.iFood.it

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VOCE DEL VERBO SCRIVERE.

standard 7 febbraio 2014 28 responses
Io bloggo.
Tu blogg(h)i.
Egli blogga.

Coniughiamo insieme il verbo bloggare.

Bloggare o non bloggare, questo è il problema.
Il mio dubbio amletico del venerdì.
Qualcuno ha del vinavil, la pritt, un fissante, dei chiodi, un nastro morbido di raso? Esiste una formula segreta per incamerare tutte le belle paroline che ogni tanto fanno capolino nella mia testa? Se esistesse potrei anche tollerare i numeri, per una volta. Mi adeguerei alle necessità di calcolo, farei equazioni di punti e virgola e vocaboli strampalati, aggiungerei radici quadrate di emozioni e iperboli di pensieri.
Invece non posso.
Non sono dotata di lazo acchiappa-parole.
Le vedo sghignazzare, quando se ne vanno. 
Di solito capita in mezzo al traffico del mattino, in quei pochi minuti che servono per arrivare in ufficio. Una volta mi sono registrata…quando mi sono ascoltata mi sono sentita così deficiente che non l’ho più fatto. 
Allora mi dico che torneranno.
Magari sotto forme diverse, che non so riconoscere. Quasi mi ci arrabbio se non tornano nel modo che dico io.
Maledette parole, difficili parole. 
Sono sempre alla vostra ricerca, forse più di quanto ricerco il tempo.
Se trovo loro, non ho più bisogno di correre dietro alle lancette. E’ come se improvvisamente riuscissi a riequilibrare tutto.
Se le trovo mi ci sdraio dentro e le guardo dal basso.
Ci sprofondo.
E’ un amore corrisposto, il nostro.
Le accarezzo e le colgo, fiera. Le soppeso e le scelgo. Perché quando ci sono posso anche permettermi di scegliere, di aspettare, di misurare.
Quando non sono così ispirata le gratto via da ogni cosa che leggo, citazioni, scritte sui muri, titoli di giornale. Me le invento, non sono più originale, quasi mi disprezzo. Mi mangio le unghie, mi sistemo il ciuffo ripetitivamente.
Ma, appunto, non c’è nessuna formula che funzioni. Tutto rimane statico. I punti esclamativi dimenticati nello scatolone, insieme alle punteggiature immaginarie che affollano il mio cielo.
Una Via Lattea intera di pianeti fluttuanti di parole inespresse. Le mie mani sono i veri buchi neri che assorbono ciò che passa attraverso, non riescono a scrivere, si inceppano.

Edward Hopper – Automat (1927)

In realtà sono dipinta in un quadro di Hopper.

Senza parole, in una notte sconosciuta, avvolta da una solitaria luce artificiale, dentro un buco nero.

Ps: appena pubblicherò il post, le parole arriveranno tipo valanga. Lo so. Ma è venerdì, tra qualche ora sarò a casa e poi a fare la groupie per il mio chitarrista preferito.
Quelle che non scrivo oggi, saranno pronte per domani.
?

UNA STORIA PARTICOLARE.

standard 28 gennaio 2014 11 responses

Ci sono delle storie che per raccontarle servono romanzi, intere pagine di dialoghi, lacrime e fazzoletti sprecati.

Ci sono altre storie più romantiche, a lieto fine, fiabe delicate e dalle guance rosee.
Ci sono poi delle amiche. Che invece che al bar si incontrano in un bar un po’ più…virtuale, pieno di voci, di starnazzamenti, di distrazioni. Queste amiche hanno iniziato a scrivere la loro storia proprio come se fosse un romanzo, passo dopo passo, lasciando che tutto prendesse forma.
Le autrici di questa storia sono un piccolo gruppo di blogger, approdate poi a Facebook: le chiacchiere tra quattro amiche sono diventate la realtà di un gruppo, Le Bloggalline, che conta più di 300 iscritti, in poco meno di un anno!

Le Bloggalline “sono donne, mamme, ragazze, giovani donne, nonne. Timide, estroverse, dei vulcani di energia, confidenti, amiche. Sanno dirti le parole giuste, ascoltare, confrontarsi. Apprezzano le bellezze del mondo e della vita, riflettono davanti alle cose brutte. Fanno tesoro dei momenti speciali, sono sincere, cercano l’armonia. Amano, scherzano, si scoprono nei punti deboli per farsi accarezzare dalle parole dolci di un’amica. Gioiscono come se il successo fosse il loro. Raccontano come se ti avessero voluto lì con te. Si informano come se ti conoscessero da sempre”

È questo lo spirito con cui scriviamo la nostra storia quotidiana, condividendo tutto: l’amore per il cibo, lo scambio umano, il supporto, i consigli e gli incontri, che ne sono diventati la linfa principale. Tutto questo ci ha fatto capire l’importanza del lavoro delle blogger e della presenza di una linea guida, un Codice Etico, che vada a disciplinare coloro vorranno farne parte.
Oggi nasce il blog delle Bloggalline e in esso il Codice Etico al quale tutte ci riferiamo nello svolgimento della nostra passione, quella di blogger.

Le Admin tutte sono liete di rendervi partecipi al lavoro delle ultime settimane che, in collaborazione con un altro piccolo gruppo di amiche Bloggalline, ha portato alla stesura del Codice Etico, presentato all’interno di un blog. 

Il blog delle Bloggalline http://lebloggalline.blogspot.it sarà il contenitore di iniziative, incontri, eventi, raduni e quant’altro!

Il Codice vuole essere una piccola linea guida per le Bloggalline, un vademecum di valori e interessi da tenere a mente, un gomitolo dal quale far partire tanti bellissimi fili colorati, dove ogni colore rappresenta una di noi e il suo contributo all’insieme delle sfumature del gruppo, molto nutrito e ricco di vita.

Join us!


Un’eccessiva insalata (di parole) troppo condita.

standard 23 settembre 2013 71 responses
Voce del verbo ECCEDERE.
Io eccedo.
Metto troppi punti esclamativi, quando devo indorare una pillola.
Vado troppe volte a capo.
Faccio periodi troppo brevi e concisi.
Faccio pensieri contorti.
Le mie associazioni mentali sono di difficile comprensione anche per me che le partorisco.
Eccedo in raccomandazioni, con sorelle abbastanza grandi per sbrigarsela da sole.
Eccedo in domande…dio mio quante domande faccio.
Perchè? Perchè? Ma quando? E quanto? Dove? Sicuro?
Sono un tormento.
Talvolta ammorbante.
Eccedo in chiacchiere.
Mi piace comunicare, che posso farci.
Scrivo
Parlo
Leggo
Commento
Polemizzo
Sono una presenza. Certo non si può dire il contrario.
Quanto mi piace usare le parole.
Le metto lì, in controluce, le guardo.
Se non le conosco, le studio, per usarle nel modo appropriato.
Le pianto sotto terra e le faccio germogliare.
Uhhh guarda quella come è carina, ci sta bene in quel discorso. 
La prendo, con tutta la radice, e ce la metto. Tutta sporca di terra e profumata di verità.
Discorsi colorati come fiori freschi.
Ecco cosa sono: un’eccessiva fioraia di parole. Compongo ricchi mazzolini, nella mia testa. C’è un’amica che mi dice che sono fiorita, come darle torto?
E quindi eccedo in parole di contrabbando, che arrivano furtive senza chiedere il visto alla frontiera.
Alcune, spavalde, senza nessun filtro.
Con altre sono dietista. Le soppeso e le metto in cura, dimagriscono, si affinano, diventano accuminate come spilli o rotonde come un abbraccio.
Parole grasse, parole magre.
Parole profumate, parole intense.
Parole spacciatrici, parole oppiacee.

Questa eccessiva voglia di raccontare, mi accompagna da sempre, è la mia ancora.
E’ il mio modo per dire a me stessa che ci sono, per accarezzare gli amici cari, per sviscerare i sentimenti profondi. 
Le mie parole in un bagaglio a mano eccederebbero in peso.
Tatuate addosso indelebili, quelle che ho scelto.
Quadratini con lettere e numeri. Formo solo frasi ad alto punteggio. Zeta e Q come se piovessero.
Uno Scarabeo senza regole di tempo e spazio, grande quanto una piazza. 
Eccedo.
Non smetto mai e non mi piace smettere.
L’ultima parola è la mia, l’ho comprata.
L’ultimo bacio prima di dormire.
Quel chiodo fisso che devo sempre argomentare.
Insomma, le parole
Indispensabili.
Menomale ci siamo incontrate, da piccole. 
E’ un amore corrisposto e, a me, piacciono tanto le storie a lieto fine.

NOF4 – Incisioni sul muro dell’ospedale psichiatrico di Volterra

Innamorarsi (a trent’anni).

standard 2 luglio 2013 63 responses
E’ che esci ed è sabato mattina. C’è il sole e non quell’aria che fa sembrare giugno un novembre tiepido. Cammini per la tua radiosa città, ricettori e occhi aperti, voglia di amore.
Tutto cambia sapore, non c’è storia, con l’amore.
Come se fai scorrere un ruscellino nel letto del Nilo. L’acqua scorre come un velo, adagio e senza veemenza, ma comunque arriva a destinazione.
Ci mette il suo tempo, ogni sassolino il salto necessario per oltrepassarlo, ogni movimento regolato in base alla forza a disposizione. E lo impari, perchè il letto al quale devi adagiare la tua schiena non è mai sufficientemente comodo, perchè l’impetuoso getto di acqua ha sempre riempito con abbondanza il letto del fiume, per quanto grande fosse stato, senza mai lasciare niente per te.
Passo dopo passo, un sabato mattina, lo senti, che lo hai imparato. A misurare.
E la cosa più bella di quando impari qualcosa è che puoi decidere quando usarlo. E a me misurare, soprattutto MISURARMI, non piace. 
Soppeso, pondero e considero. Scelgo, decido di DARE. Se trattengo, trattengo perchè le ferite devono ancora quietarsi, perchè i lividi assorbirsi, perchè la domanda è scarsa per quest’offerta così abbondante.
Con il righello in mano, con il goniometro, le squadrette e la bilancia cammino, per il lieve silenzio fiorentino, del sabato estivo mattuttino. Un duemilatredici scientificamente (ap)provato, un equilibrio che non lascia niente al caso. E’ che le misure si prendono quando si ha paura, quando lo spigolo pare troppo affilato per non ferirti e i sorrisi troppo finti per essere veri, come gli applausi comandati e le risate di sottofondo nei telefilm anni ’80. 
Ma sabato ho messo tutti questi centimetri e pensieri in borsa, ho continuato a camminare. 
Ho visto i sorrisi veri.
Gli abbracci desiderati.
Le emozioni che non si trattengono.
I fuochi spenti e riaccesi.
Le crestine e i riccioli ribelli, le zeppe comode e le gambe lunghe.
Le chiacchiere nascoste.
I panini e il vino su un marciapiede.

Ho visto che nel cuore ti ci rimane chi decidi tu, tra i tanti che passano.
E anche chi non rimane, comunque, ti lascia qualcosa, una carezza, un petalo, un profumo, una foto.
E anche chi non è presente…c’è comunque.

E’ che esci ed è sabato mattina. Decidi di DARE. 
Amare, a trentanni, senza ritorno.

credits to ZioPiero

credits to ZioPiero

BlogGalline, questo post è per Voi!

Amore OGM – Bloggallinamente Modificato.

standard 29 aprile 2013 74 responses
Perchè sono poco convenzionale.
Poco convenzionale, con molti pensieri notturni, tutti per Voi.
C’era una zanzara che mi svegliava stanotte. Ora si, ora no.
Come un sistema binario.
Acceso. Spento.
Ho scritto mille frasi che si sono cancellate ad ogni battito di ciglia che mi riaccompagnava verso la notte. 
Ho scritto di abbracci e di sguardi carichi di emozione.
Ho scritto di qualche goccia di pioggia che ci ha fatto camminare sotto lo stesso ombrello.
Di ricordi romantici come fossero mille storie d’amore.
Di sapori nuovi, di pietanze speciali, dal gusto Aromatico.
Ho scritto perchè ho fatto poche foto, praticamente nessuna.
Ma nei miei occhi è tutto registrato.
Perchè questo è un AMORE OGM, geneticamente modificato.
Qui si tratta di persone tutte poco convenzionali.
Di donne senza smanie di eccellenza, se non nel cuore. Che poi è l’eccellenza migliore che si possa ricercare.
Noi, Bloggalline, artiste di un quotidiano vivere virtuale, abbiamo sorpassato l’ostacolo più temuto: una marea di parole scritte. Sapevamo che ciò che ci aspettava sarebbe stato grande, ma quello che è REALMENTE stato, è stato una valanga sorprendente.
Quando ti trovi senza timore davanti a qualcosa che ti piace, non rimane che sorridere.
Se questo qualcosa che ti piace è così puro, sincero e al profumo di amicizia, sincerità, purezza, spontaneità, bellezza è come contemplare un’opera d’arte.
E quindi senza fiato, senza altre parole se non tutti i GRAZIE che vorrei dire, vi dedico ogni mio pensiero sorridente, ogni momento che vorrei passare a raccontarvi e a sentirvi raccontare.
Grazie a chi ha fatto tanto.
Grazie a chi mi ha rivolto anche solo un sorriso.
Grazie a chi mi ha preso per mano in tanti momenti di oblio.
Grazie a chi non è potuto venire.
Grazie perchè ogni Coccodè con voi ha un senso speciale e anche in questo mio blog, un po’ troppo poetico e snob, voi ci state benissimo e non potrei fare a meno di aver incrociato i vostri sguardi.
Grazie. Perchè con voi ho scoperto come sia ancora possibile stupirsi della genuinità, del disinteresse, del calore umano.
A Roma, sabato, abbiamo disegnato insieme un arcobaleno.
Dove attingere un po’ di colore in ogni giornata buia, dove lasciare un pensiero, uno sguardo, un sorriso, per ritrovarlo di rimando dal riflesso delle vostre bianche piume.
Siete uniche, Bloggalline.

Un caffè d’orzo romano, pieno d’amore. I LOVE BLOGGALLINE ?

Di nature vive.

standard 12 marzo 2013 71 responses
Jakob van de Kerckhoven (Giacomo da Castello) – Natura viva con galline, colombi, ostriche, arance ed asparagi
Era il lontano XVII secolo. I pittori dell’epoca dipingevano tele di nature morte, nature vive, nature starnazzanti. Usavano gli insegnamenti di Caravaggio per illuminare di chiaro le cucine buie, affollate di cuoche dalle mani esperte e piene di calli, donne di casa con turbanti in testa e pochi orecchini di perla alle orecchie.
Pentoloni di rame, camino, mestolini di legno levigati con cura, cesti di vimini carichi di primizie. E fuori la pioggia. I vetri fini delle finestre che vibrano ad ogni goccia. E quel fuoco che è vita, necessità quotidiana, il vapore alto, colora di rosso il volto delle governanti vicine. Vapore che si attacca alle pareti ruvide che di giallo pallido colorano la stanza.

Ma qui non si parla di storia, non oggi. Non si parla della mia amata arte, non oggi.
Non si parla di ingiustizie, di cucina o di faticosi momenti dell’anima.
Non si parla di poesia e nemmeno di depressione cosmica.
Qui si parla di GALLINE.
Con precisione direi de LE BLOGGALLINE.
Un’intesa nata fin dal primo coccodè. 
Come fossero tanti pulcini curiamo i nostri blog, gli togliamo le piume vecchie, aiutiamo a crescere quelle nuove. Becchettiamo un semino qua e là, sparso nell’aia con amore da chi si prende cura di noi. Diventa un’idea, riempie il pollaio di frastuono. 
Le Bloggalline da qualche giorno sono una realtà, numerosissima, rumorosissima, con mille voci, mille pensieri, mille volti diversi. Come in ogni famiglia che si rispetti ci sono le galline che preferisco, quelle con le quali sono più legata, le vicine di covata, quelle a cui accudirei l’ovetto se me lo chiedessero. Insieme a loro, sotto le piume candide, sotto la paglia che è il nostro giaciglio, mi sono trovata coinvolta in questo fantastico esperimento di condivisione:
Il raduno delle BlogGalline.

Ebbene, oggi ho prenotato il biglietto per Roma, che a fine aprile ci accoglierà, non vedo l’ora di conoscerle tutte, di persona. Perchè molte di loro già le conosco, alcune sono come sorelle ?, altre come amiche di una vita, persone che mai avrei pensato di scoprire con questi mezzi e in così poco tempo.
Tutta questione di empatia. E di condivisione, come dicevo prima. 
Insomma…dietro ad un blog c’è molto di più di quello che si può pensare.
Persone che scrivono, anime appassionate, mani che cucinano, donne, mamme, lavoratrici, appassionate di moda, cuori straziati d’amore, poetesse da scoprire, filosofe della tastiera. E’ un mondo ricco ed eterogeneo, multirazziale e “avido” di conoscenza.
Chiamarci Galline è solo un gioco, uno specchietto per le allodole. 
Non ci credete? 
Leggeteci.

E per le blogger (va bene dai…anche I blogger) che volessero partecipare…fatemi sapere!
Intanto… KEEP CALM AND…

Traguardi ed esclusivi club!

standard 23 novembre 2012 29 responses
Parliamo di cose serie.
Innanzi tutto volevo rendervi partecipi della mia gioia di oggi, faccio parte del famoso

CLUB DEI NICCHIONI!
In alcuni blog amici avevo letto di questo club esclusivo, accessibile solo:

– se hai un blog dai numeri limitati e risicatissimi

Il mio blog è online dall’aprile 2010 e a numeri…è messo proprio male! Io scrivoscrivoscrivo ma i risultati sono scarsi! Almeno adesso posso andarne fiera! Probabilmente dovrei approfondire alcuni studi di marketing? Oppure coinvolgere gli amici con un tam-tam asfissiante? Magari…smettere di scrivere poesie/cose noiose/strappalacrime? Ok. Penseròcci.

– se ti capita di non capire una cippa di wordpress.org

WordPress o Blogger che sia, nonostante la mia decennale amicizia con la tecnologia, sono per me incomprensibili strumenti! Aggiungi il tag, l’etichetta, il link, il gadget, l’immagine, insomma è un collage, un’opera dadaista. Un rebus.

– se aborri il SEO

…seo? Icchell’è?

– se dalle chiavi di ricerca su google ti trovano con le parole più strane

Quando degli strumenti del mio blog non capivo veramente una beneamata scrissi il post, successivamente diventato il mio più letto di sempre, That’s all folks! ignara di ciò che avrebbe creato! Quindi tu, lettore ignaro, digitando le magiche paroline finirai dritto nel mio blog!

– se adori scrivere e sai usare anche i congiuntivi e gli apostrofi

Se io avrebbi avuto tempo avessi studiato italiano. Sono stata chiara? 
Di questo ne sono certa. Farò mille errori, userò i tempi dei verbi in modo casuale ma non deluderò MAI mia madre! E’ stata lei, a suon di “schiaffoni” a farmi entrare in testa gli amati congiuntivi ? come contraddirla adesso?


E quindi…NICCHIONI CLUB! Tutto il resto… è FUFFA!


E poi. E poi dicevamo. Parliamo di cose serie.
Domani compio trenta-ma bellissimi-anni.
Ve lo scrivo perchè magari, per chi non mi conosce ancora, per chi non mi ha amica su facebook, per chi se lo dimentica può essere un promemoria…e io sarei tanto tanto felice nel leggere i vostri auguri!
Sento che questo sarà un traguardo importante per la mia vita, una soglia sulla quale mi trovo oggi e domani sarà scomparsa. 
Ho in mano delle forbici, ho il nastro tricolore da tagliare, ce l’ho fatta.
Trent’anni.
T R E N T A.
Che strano.
Passi un decennio a usare il “2” davanti e poi ti accorgi che è importante solo quando lo abbandoni.
Ma dalla soglia dove sosterò domani non credo abbandonerò nulla. Sarà solo un piccolo “più” in una vita di “meno”, dove si cerca di rinunciare a molto ma si guadagna ogni passo che facciamo. 
Parliamo di cose serie.
Che la nuova era abbia inizio.

(vento tra i capelli, musica trionfale, cuore gonfio d’orgoglio, sacche lacrimali straripanti).

?