AD AGOSTO.

standard 19 agosto 2015 1 response

Curve sinuose
Cristalli di luce del mattino
Scompaiono le ombre

Agosto lento, infinita distesa di momenti dorati
I miei pensieri croccanti calpestati
Fanno rumore

Lasciati andare, lasciali andare
Nessun potere
Nessun valore

Catene di pensieri croccanti e parole
Scivolo sulle esse sibilanti e assenti
Sorvolo mondi rumori e favole stridenti

Parole, incidenti.

agosto

Agosto. Cucù.

PENSIERI INTERMITTENTI. E l’estate?

standard 29 agosto 2014 16 responses
Pagina bianca.
Intermittenza di pensieri.
Non importa più di che colore decido di vestirmi la mattina, perché la mia pelle abbronzata aiuta a dimenticare gli abbinamenti.
Vorrei essere investita da un vento che mi ispira, dalla penna e dai pensieri di antichi poeti, buttare giù parole su parole senza rendermene conto, frasi di senso compiuto, articolare nefandezze senza dare spiegazioni, essere al di sopra di ogni giustificazione, di ogni dubbio, di ogni momento di spossatezza altrui.

E poi le vacanze.
Che mi hanno portato via un briciolo della mia solita follia, ma mi hanno regalato tanto.
Ventuno giorni intensi, pieni di kilometri, di sorrisi, abbracci e mani sudate, di brividi per il freddo e brividi per l’emozione, di ninne nanne sussurrate, di mare paradisiaco, di grigliate e pochi gelati, di melanzane sottolio, di notizie inaspettate.
L’estate della svolta, l’estate che l’abbronzatura si sbriciola sulle mie mani, l’estate durata poco, piena di lavoro, di paure, di impegno, di ansie.
Le vacanze.
Godute, volute, MERITATE.
Troppi aerei, ora basta, almeno per un po’.
Pensieri intermittenti.

Ho voglia di ripartire. Di rimanere. Di camminare (di correre!!!).
Ho tante cose (nuove) a cui pensare.
Di poesie nemmeno il lontano ricordo. Tanti luoghi comuni, un proverbio che condisce ogni frase, il mio sguardo un po’ spento.
Sono confusa, sono ripiena, sono satura e vuota.

Sono sempre io, sorrisi e parole sparpagliati a caso.

Vi sono mancata?

Principina (GR). L’amore puro. Berry, Denise, Natalia, Speranza. Il piccolo Giovanni e la dolce Letizia.

Amalfi (SA). Tanti kilometri per abbracciarti tutta ? M4ry e Berry ?

Guardia Sanframondi (BN). Il paese del mio amore.

Roccastrada (GR). La “piccola” diventa grande…

Costa Rei (CA). Sensazioni d’infinito…

Punta Molentis (CA). Cartoline dalla Sardegna.

Roccastrada (GR). Un riassunto di amore.

Le mille e una vacanza…

standard 27 agosto 2013 84 responses
“Ciao. 
Mi chiamo Berenice e non vado in vacanza da una settimana.
Cerco di resistere, ma le tentazioni di ripartire sono tante.”

Se esistesse un centro di riabilitazione ci andrei, credo sarebbe affollato. 
Il problema sorge quando ti accorgi che una vacanza è veramente finita.
Io di solito me ne accorgo quando mi tolgo lo smalto, messo con tanta cura prima di partire.
Se deve durare un paio di settimane già il primo giorno si sbecca, garantito.
E allora sei lì che ti cancelli un piccolo pezzettino di ricordi dalle unghie e i piedi ti raccontano di tutti gli asfalti calpestati. 
Pavimenti e piastrelle decorati, maioliche roventi delle due del pomeriggio, sconosciuti marciapiedi, panchine che accolgono lamenti e fanno recuperare sorrisi.
E’ che non basta una vita per raccontare ciò che vediamo. Non bastano le pagine, l’inchiostro, il sapere, la conoscenza. Non bastano gli occhi per rammentare e registrare i passaggi, le andate, i ritorni.
Non basta saper descrivere.
Non basta fare una foto così come vedono gli occhi, come se fosse una prospettiva animata.
Non basta ricordare le sensazioni così forti come le ho vissute, i battiti, il modo in cui mi sfioravi le mani, le carezze del vento sulle guance arse dal sole d’agosto.
Dunque, non rimane altro che saper accogliere il dono di quello che si ha, di quello che si decide di essere, di fare, di vivere. Quello che ho è meraviglioso. Lo colgo e lo custodisco.
Sei tu quello che io desidero.
E’ questa la vita che ho scelto.
Sei quella unica prospettiva che voglio registrare, la vita che mi voglio godere.
Sei quel sorriso che mi merito ogni primo raggio di sole.
Respiro. E’ così caldo che quel sole che entra dalle narici e brucia tutto ciò che trova.
Ma il caldo non offusca l’essenza delle cose, la bellezza delle fiabe d’oriente, i protagonisti e quegli sguardi che nemmeno la migliore fotografia riesce a catturare. Il caldo mi confonde ma scioglie anche questa smania di ricordare e le ansie che mi accompagnano da sempre quando faccio e vivo qualcosa di bello. 
Con il caldo, come in tutte le situazioni estreme, rimane l’essenziale.
L’amore. Il mare. Le intese. L’oceano.
Una valigia a testa, una macchina e più di milletrecento chilometri indimenticabili.
Driiiiiiiiiin…la sveglia è suonata di nuovo…
FOTO FURBA nr1 – GIARDINO DEL GENERALIFE – ALHAMBRA – GRANADA
FOTO FURBA nr2 – ALHAMBRA – GRANADA
DAY & NIGHT – ALCAZAR – CORDOVA
FOTO FURBA nr3 – INGLESI PER UN GIORNO – GIBILTERRA
CONFINI (VENTOSI) – ISLA DE LAS PALOMAS – TARIFA

FOTO FURBA nr4 – OCEANICHE PROSPETTIVE – TARIFA

FOTO FURBE nr5 – SIAMO ARRIVATI…ALLA FRUTTA! – REAL ALCAZAR – SIVIGLIA
10KG IN 12GG – Ibiza, Denia, Alicante, Murcia, Granada, Cordoba, Malaga, Ronda, Gaucin, Casares, Gibilterra, Huerta Grande, Tarifa, El Puerto de Santa Maria, Cadice, Siviglia – LA ZINGARATA ANDALUSA!

Voce del verbo avere.

standard 30 luglio 2013 66 responses
Ho sentito i miei sandali battere sul selciato antico di queste strade.
Ho sentito la fatica delle ore calde, i vicoli bui e stretti, un ruscello segreto scorrere tra le mura del paese.
Ho visto occhi furbi distogliere lo sguardo al mio passaggio, cespugli d’erba selvatica nascere sulle tegole irregolari di molti tetti.
Ho sentito la tua mano che camminava con le dita sulla pelle umida della mia schiena.
Ho visto quello che volevo vedere.
Ho sentito di ingiuste vendette.
C’è da perdonare, da aspettare, da pazientare.
Un viaggio non basta per conoscere le proprie sfumature, ma serve per colorare un polpastrello e lasciare una traccia, indelebile.
Sono poco poetica solo perchè rischierei di essere troppo malinconico-romantica. E’ che mi sono sentita a casa…e non è una cosa così scontata, per una rompipalle come me. 
Sentirsi accolti è bello. Ed è anche RARO. 
Ho visto, ho sentito, ho avuto tutto quello di cui si può avere bisogno. 
Guardia Sanframondi – chiesa di San Rocco a pianta ottagonale
Guardia Sanframondi – centro storico
Guardia Sanframondi – una delle tante fontanelle del paese
Guardia Sanframondi – centro storico con bizzarre soluzioni architettoniche
Guardia Sanframondi – centro storico
Lui ed Io ?
 Ps: …per ora i suoi occhi azzurri sono solo miei. Non ve li posso concedere.

Andalusia.

standard 9 luglio 2013 72 responses
Non ci sono foto da guardare, ma sfoglio le pagine lo stesso, in questa calda mattina di luglio. La guida sdrucita della mia vacanza. L’odore è quello della biblioteca, di mani, di persone, di passaggi.

“L’Andalusia è una terra sfuggente,
dove non si arriva mai veramente,
che va riconquistata ogni giorno.”

L’eco di queste parole si diverte a rimanere nella mia testa, come se ci fosse una cassa di risonanza grande, profonda e dalle pareti elastiche. Il suono ritorna vivo, io ne prendo le sembianze, metto ogni dito nel guanto e lo faccio calzare bene. 
Mi sento terra, aria calda, arsa dal vento e dal sole. Mi sento desertica e sola, contrastata e immobile. Mi sento ballerina, straniera, avventuriera.
Il peso dello zaino sulle spalle.
Mi sento sfuggente, come la terra che mi aspetta questo agosto.
Sono sfuggente quanto sono presente, in un equilibrio contrastato che forse nemmeno io conosco che talvolta mi inquieta, mi spenge i ricettori, mi zittisce.
E allora studio questa superficie così malridotta, questo ghiaccio pieno di venature, incrinato dagli errori e dalle ferite, lo livello con la mano. Ogni ramificazione può essere la letale spaccatura che mi fa affondare.
Quando sono Andalusa sono così sfuggente che non mi riconosco.
Passo veloce davanti allo specchio, senza lasciare alcuna traccia.
E una perpetua richiesta.

Conquistami.
Conquistami, ogni giorno.
Come se fossi uno dei Conquistadores.
Come se ci fosse da combattere per me.
Come se io fossi una terra sconosciuta, che esplori attento, sulla quale indaghi, della quale impari a fidarti, per la quale ti disperi o esulti.
Rendimi unica, col tuo sguardo.
Perchè voglio essere la tua erba viva non una steppa arida.
Perchè voglio rinfrescarti con la mia rugiada, donarti il mio tutto, spossarti, soddisfarti, riempirti.
Perchè voglio sconfiggere questo buco nero che ogni tanto mi avvolge.
Con i miei colori, con le tue armi.
Con i miei sorrisi, con il tuo amore.

Minas de Mazarron (Murcia) – Foto presa QUI
(lo so, lo so che non è in Andalusia, ma nel nostro itinerario “folle” dovrebbe essere di passaggio!)

è…state.

standard 13 ottobre 2010 2 responses

ok.

relax.
respiro.
respiro profondo.
sono giorni concitati questi, impegno, collaborazione, incastri perfetti, organizzazione.
avrei voluto scrivere ogni sera credo, ma mi mancava l’energia e il tempo. ho scritto dei poemi nella mia testa, quando ho trovato il tempo di pensare. eh si. perchè anche quello mi è mancato a volte.
mentre il vento porta odori di un autunno ormai convinto, mentre le pareti della mia stanza si fanno fresche portatrici di gelo, mi sono messa a “dare un taglio all’estate”. il famoso cambio dell’armadio.
e ripiegavo vestitini leggeri, inscatolavo odori e ricordi. è stata una bella estate.
non ho avuto tempo di riposare, di fermarmi, ma è stata davvero ricca di avvenimenti.
ho riscoperto una parte di me che credevo perduta, ho vissuto momenti di indimenticabile dolcezza ed emozioni, ho intrapreso un nuovo ed impegnativissimo lavoro, ho fatto le solite cose, instancabile ripetitiva ragazza quale sono.
insomma. le cose che succedono nella vita di tutti i giorni. a tutti.
forse è per questo che sento la necessità di scriverlo. perchè non tutti i giorni ci ricordiamo di vivere, perchè non tutti i momenti ce li annotiamo come indissolubili monumenti, perchè tutte le stagioni si ripetono e alla fine noi siamo sempre i soliti davanti allo specchio.
ma non è scontato sentire di aver vissuto ogni singolo istante passato.
non è ovvio frammentare i minuti facendoli diventare piccoli cubi colorati.
l’arazzo variopinto e anche abbastanza informe è la mia anima.
l’impegno è costante nel renderla viva.
ed è una delle cose che preferisco in assoluto. l’impegno, nella vita.
e viverla.

in ogni sua viscera, anfratto e impervio dirupo.