Un piccolo puntino marrone.

standard 2 aprile 2013 58 responses
Sposerò Simon Le Bon (1986)
Idoli.
Idoli come wodoo nei quali affondare spilloni.
Idoli come passione, che lo spillone sia dardo infuocato di Cupido, cecchino infallibile.
Idoli, ma sono persone.
Idoli come ispirazione.
Idoli come tu, che mi tormenti. 
Ma quando mi piace essere tormentata da te, mio Muso ispiratore le cui apparizioni si annoverano come nelle enciclopedie astronomiche annotano le apparizioni della cometa di Halley. 
Rare, fuggevoli, abbaglianti, da seguire con la pecorella al collo verso la grotta di Betlemme, in pratica.
Però…per quella maledetta lampadina che cerco come un piccolo faro nella notte del mio oceano tempestoso, non ci può essere di meglio. 
Lui è la mia Eleonora Duse. Certo, non ha la sua grazia, le sue doti e non fa l’attrice, e credo che preferirebbe essere usato come wodoo (di cui sopra) piuttosto che come ispiratore del mio acuto, ma talvolta empio cervelletto nella sua parte creativa, ma tant’è. Non tutto si può decidere nella vita.
Come la posizione dei nei.
Una mattina ti svegli e ti trovi un neo che la sera prima non avevi.
Ed è lì, tu non puoi far altro che constatarlo, osservarlo da tutte le angolazioni possibili, misurarne con gli occhi la dimensione, cercare di capirne il significato, ma rimanere inerme. Lui è lì. 
Un neo sul mio cuore. Indelebile, come piace a me.
E uno sul mio dito. Sul mio pollice destro. Che mi aiuta a scrivere, quando lo guardo, che mi ricorda che io sono tutta intorno a quella macchiolina marrone, ma sono anche quella macchiolina marrone. 
Ci sono tanti nei sulla mia pelle. Molti li nascondo, altri li mostro come fossero trofei, tatuaggi naturali del passaggio di qualcuno, recenti o passati, adolescenziali o dimenticati.

E poi ho capito.
E’ così che funziona. L’amore è una doccia calda. Piacevole, infinita, definita quando esiste. Spietata, gelida, instabile appena la doccia si chiude.
Basta acqua, non più sensazioni. Solo dolore.
Rimane la pelle bagnata, le gocce che subito da bollenti pillole di sollievo diventano piccoli ghiaccioli da agopuntura.
E’ così che funziona.
Bugie, ripercussioni della realtà, racconti di mille Shutter Island, di scalinate di Escher senza via d’uscita o maniglioni anti panico.
E poi ho capito.
Funziona che tu sei l’ombra di quella goccia evaporata, neo disegnato, profonda ombra ma evanescente, tu abiti la stessa medaglia con una doppia e opposta faccia. 
Tiro la moneta in aria.
E comunque cada…io sorrido.
Perchè nessuna doccia calda, nessun ghiaccio asfissiante, nessun Cupido sbagliato, nessuna follia, potrà cancellare questo neo, piccolo, insignificante, uguale ad altri cento, dal mio dito.