“Ti amo.”
La forma morbida e profumata della sua bocca si avvicina all’orecchio di lui. Sussurra queste poche lettere, binomio importante, dopo tutto ciò che avevano vissuto insieme.
Solito sguardo, quello di lui. Occhi un pò persi nel vuoto, convinzione e dimestichezza con la povertà di emozioni.
Niente si muove.
Il cuore di lui è come una strada di città in agosto.
Arido e avido. Spaccato come la terra arsa dal sole.
Ciò che c’è stato, non lascia altro che puliti ricordi senza nessuna richiesta. E’ sufficiente. Ciò che è stato con lei, è sufficiente a soddisfarlo. Mai una sorpresa, mai una svolta. La sensazione di appagamento data dalle due parole di lei è pari a tutto quello che aveva sempre pensato: “non ho bisogno d’altro”.
Lei e lui si completano. Si soddisfano, si piacciono, si attraggono come fosse la prima volta, forse anche di più, si vogliono, si equilibrano. Ma lui non vuole pensare che la vita sia oggi, non il pensiero di un domani banale.
L’oggi, però, non basta. Se non ami, niente basta.
Senza risposta e senza battito, senza voce il silenzio che è seguito.
Lei pensa mille cose in un secondo. Che ha fatto bene, che ha fatto male, che errare è umano, ma perpetrare è diabolico, che oggi si è fatta carina senza sapere perchè, visto che l’abitudine del guardarsi talvolta banalizza l’entusiasmo. Pensa che vorrebbe abbracciarlo, baciarlo, provare la sensazione di appartenenza, di scambio, di profondo legame, come sempre c’è stato con lui. Pensa che vorrebbe scappare, portarlo via. Pensa che vorrebbe farlo innamorare di lei, ora e per sempre.
Lei continua ad amarlo in silenzio, senza aspettare alcuna sillaba dalla sua bocca.
Lei sa che se fosse in un altro luogo, in un altro momento, l’amerebbe.
Lei sa che non ha senso continuare a torturarsi la mente perchè niente cambia.
Perchè sono lì. Adesso. Lui e lei.
Diabolicamente perseverano nel rimanere uguali a loro stessi.
Troppe ferite il cambiamento, troppo sudore per ipotetici sorrisi.