LA MIA VERITA’.

standard 22 marzo 2016 8 responses
Guernica-Picasso

Pablo Picasso – Guernica

La verità? La verità non è mai assoluta. E’ sempre e solo secondo noi.
Quella secondo me è qui. Tra le righe di questo blog, a sporcare le pagine di questo diario virtuale disarmato e povero di parole. Spesso anche povero di compassione.
La mia verità è che siamo indegni abitanti di un mondo bellissimo.
Lo imbrattiamo con la nostra presenza, come vampiri assetati del sangue del nostro vicino. Un vicino più povero, più ricco, più maleducato, più indegno di noi. Lo decidiamo come giudici soli, davanti allo specchio del nostro bagno, delle nostre case, al sicuro. Una privata giustizia fatta di avidità e odio.

La mia verità si chiama ignoranza. Ignoro volontariamente tante cose, così come ne vorrei conoscere molte. Ma informarsi è difficile, costa tempo, costa attenzione e memoria. Informarsi è lottare, aprire mente, occhi, cuore. E, diciamolo, il tempo è sempre troppo poco.

E se il tempo è troppo poco, usiamolo per stare bene. Non lo usiamo per indicare il peccatore. Non ci affanniamo sui social a spargere altra violenza verbale, fermiamoci a riflettere. A guardare le nostre vite che si intrecciano con le vite degli altri, a pensare quanto sono piccole e insignificanti. Ma per noi sono tutto. La vita che ci scorre dentro, quella delle persone che amiamo, quella che incroci al rosso di un semaforo. Le nostre preghiere, quelle senza religione, che siano di pace, ogni giorno.

Ogni giorno che affondano barche, che famiglie si spezzano sui nostri mari, che bombe incessanti scoppiano in Siria, a Bruxelles, a Parigi, o lontano. Dove non abbiamo tempo di arrivare a compatire, dove non conosciamo, dove non arriva il nostro sguardo, dove nessuno può sapere. Che siano di pace le nostre giornate, invece che di rabbia. Siamo nati dalla parte giusta del mondo, quella sicura, quella dove si può viaggiare, sognare, lavorare, mettere al mondo figli, quella dove si può vivere. Ci sentiamo invincibili. E allora tutta questa fortuna sfruttiamola.

Viviamo al meglio, al massimo delle nostre possibilità, che oggi è una bellissima giornata di sole, la stanza profuma di primavera, il cuore è pesante, come ogni giorno, ma non ci fermiamo al primo sguardo sulle cose. Vicine o lontane che siano la bellezza la decidono i nostri occhi, quelli dei nostri figli. Impariamo da loro, per una volta, qualcosa. L’innocenza. L’avvicinarsi allo sconosciuto titubanti ma interessati. Impariamo a stare alla larga dalle vendette, violenza chiama violenza. E la paura si, c’è, convive con noi, facciamocela amica. Non facciamoci soffocare dal buio.

La mia verità? E’ che la parte giusta del mondo è quella dove c’è amore.

Mentre scrivo queste righe, banali, mi ripeto dentro tante cose. E cerco di convincermi che la paura sia mia amica, anche se ha un brutto aspetto, intenso e terribile. Da quando sono mamma mi sono arresa a tante cose, ho fatto una marea di errori e tanti ancora mi aspettano sulla strada…ma non devo lasciare che la paura si impadronisca delle mie azioni. Abbiamo tanti burattinai che provano a manovrare le nostre vite, liberiamoci dai fili che vediamo sopra la nostra testa, il cielo sarà senza dubbio più azzurro.

INCANTESIMI E IDEALI.

standard 2 ottobre 2014 6 responses
Rinchiusa in una grande zucca arancione, come fossi cenerentola, guardo il mondo fuori, che di fatato non ha molto.

credits @ Virgola – una geniale illustratrice che adoro, oggi mi ha ispirato. ?
https://www.facebook.com/virginiasdraws
https://www.etsy.com/shop/disegnidivirgola


Leggo di torture e abissi in cui si precipita, nel 2014, ovviamente per mano dell’uomo.
Leggo negli occhi della gente la sete di vendetta per ogni piccolo sopruso quotidiano subito, ho paura.
Leggo maleducazione, che chiama altra maleducazione, prepotenza, deliri di onnipotenza, code di scorpione che vili ti pungono alle spalle.
Leggo sorrisi spenti e ignobili, sarcastici e spavaldi.
Leggo frasi, affermazioni, diffamazioni.

Non sono pronta alla battaglia, mai lo sarò.
E so anche che le mie sbiadite parole non saranno nemmeno un piccolo inciampo per chi si riempie la bocca d’odio e poca tolleranza.
Non so nemmeno perché le scrivo, tutte queste cose, sono sicura di vedere qualche amica che storce la bocca al mio buonismo.
E’ che non so resistere. Non ne posso più di questa gentaglia. Io me ne tiro fuori, li guardo dal mio (probabilmente) finto mondo, dove esiste dialogo, amore, condivisione, amicizia. Dove i problemi si risolvono senza girare le spalle, senza per forza avere un tornaconto, acquisire un vantaggio, disprezzare il prossimo.

Mi spoglio dall’armatura che mi cucite addosso, con quegli sguardi taglienti, preferisco la vergogna della nudità per essere me stessa e non la copia di aggressivi umanoidi infelici, che vedono come unica salvezza lo sterminio di chi non è come loro. In realtà siete voi la feccia. Chi vuole la guerra vuole la propria condanna.
Poco tempo fa mi è tornato sotto mano il bellissimo testo scritto nel 2001 da Tiziano Terzani, uno scrittore e giornalista purtroppo scomparso (che ho avuto la fortuna di conoscere personalmente). Ecco qualche ritaglio di testo tratto da QUI. Le sue parole sono più attuali e vive che mai.
Pensare quel che pensi e scriverlo e’ un tuo diritto. Il problema e’ pero’ che, grazie alla tua notorieta’, la tua brillante lezione di intolleranza arriva ora anche nelle scuole, influenza tanti giovani e questo mi inquieta. Il nostro di ora e’ un momento di straordinaria importanza. L’orrore indicibile e’ appena cominciato, ma e’ ancora possibile fermarlo facendo di questo momento una grande occasione di ripensamento. E un momento anche di enorme responsabilita’ perche’ certe concitate parole, pronunciate dalle lingue sciolte, servono solo a risvegliare i nostri istinti piu’ bassi, ad aizzare la bestia dell’odio che dorme in ognuno di noi ed a provocare quella cecita’ delle passioni che rende pensabile ogni misfatto e permette, a noi come ai nostri nemici, il suicidarsi e l’uccidere. “Conquistare le passioni mi pare di gran lunga piu’ difficile che conquistare il mondo con la forza delle armi. Ho ancora un difficile cammino dinanzi a me”, scriveva nel 1925 quella bell’anima di Gandhi. Ed aggiungeva: “Finche’ l’uomo non si mettera’ di sua volonta’ all’ultimo posto fra le altre creature sulla terra, non ci sara’ per lui alcuna salvezza”.

E tu, Oriana, mettendoti al primo posto di questa crociata contro tutti quelli che non sono come te o che ti sono antipatici, credi davvero di offrirci salvezza? La salvezza non e’ nella tua rabbia accalorata, ne’ nella calcolata campagna militare chiamata, tanto per rendercela piu’ accettabile, “Liberta’ duratura”. O tu pensi davvero che la violenza sia il miglior modo per sconfiggere la violenza? Da che mondo e’ mondo non c’e’ stata ancora la guerra che ha messo fine a tutte le guerre. Non lo sara’ nemmeno questa.

Perche’ non fermarsi prima? Abbiamo perso la misura di chi siamo, il senso di quanto fragile ed interconnesso sia il mondo in cui viviamo, e ci illudiamo di poter usare una dose, magari “intelligente”, di violenza per mettere fine alla terribile violenza altrui. Cambiamo illusione e, tanto per cominciare, chiediamo a chi fra di noi dispone di armi nucleari, armi chimiche e armi batteriologiche – Stati Uniti in testa – d’impegnarsi solennemente con tutta l’umanita’ a non usarle mai per primo, invece di ricordarcene minacciosamente la disponibilita’. Sarebbe un primo passo in una nuova direzione. Non solo questo darebbe a chi lo fa un vantaggio morale – di per se’ un’arma importante per il futuro -, ma potrebbe anche disinnescare l’orrore indicibile ora attivato dalla reazione a catena della vendetta.

Per difendersi, Oriana, non c’e’ bisogno di offendere (penso ai tuoi sputi ed ai tuoi calci). Per proteggersi non c’e’ bisogno d’ammazzare. Ed anche in questo possono esserci delle giuste eccezioni.

La natura e’ una grande maestra, Oriana, e bisogna ogni tanto tornarci a prendere lezione. Tornaci anche tu. Chiusa nella scatola di un appartamento dentro la scatola di un grattacielo, con dinanzi altri grattacieli pieni di gente inscatolata, finirai per sentirti sola davvero; sentirai la tua esistenza come un accidente e non come parte di un tutto molto, molto piu’ grande di tutte le torri che hai davanti e di quelle che non ci sono piu’. Guarda un filo d’erba al vento e sentiti come lui. Ti passera’ anche la rabbia. Ti saluto, Oriana e ti auguro di tutto cuore di trovare pace. Perche’ se quella non e’ dentro di noi non sara’ mai da nessuna parte.

Non giriamo la testa dall’altra parte, cerchiamo un po’ di pace e regaliamola agli altri.
Sarà un dono per chi verrà dopo di noi.

Ps: Oggi è una giornata speciale per le mie amiche Bloggalline…sono orgogliosa di voi! ?