Sunrise. La mia alba.

standard 21 luglio 2012 Leave a response

Allaccio catene virtuali.
Mi sposto furtiva.
Taglio a brandelli pagine del mio recente passato.
Come fuochi fatui luci blu, senza ombre o calore.
Rosso. Rosso fuoco caldo vorrei.
Rosso intenso di sangue e dolore.
Rosso intenso, profondo, al profumo d’amore.

Allaccio catene. Sono sguardi e sorrisi.
Sono viva?
Stringo stretti i pensieri, li osservo.
Mi osservo.
Cammino.

Alle 5 di un qualsiasi sabato mattina mi sono svegliata carica di pensieri. Vorrei avere la capacità di tradurli tutti in poesia, senza ripetermi, senza sentirmi affogare dalle parole prima che sia capace di scriverle. Ma in qualunque modo, in qualunque via io lo faccia, scrivere è il dono più bello che potessi avere.
Perché mi crea la necessità, l’obbligo irrefrenabile, di farlo, anche alle 5 di mattina, dal cellulare, dal mio letto.
Sdraiata sul mondo continuo a guardarvi dal basso. Mi piace questa prospettiva. È da qui che riparto, ogni volta. Guardando la radice delle cose.
Mi riaddormenterò? Ha poca importanza.
La forza, la violenza, il desiderio di scrivere mi fanno sentire così viva che cessa anche il bisogno di dormire.

Quello lo lascio alle anime quiete.

Il mio cuore che batte è impagabile.
La poesia che ne esce cura ogni sonno.
A volte mi chiedo come farei senza tutto questo. Ma non ha importanza, ce l’ho.
Siate invidiosi, scrivere è meraviglioso.
Buon giorno…

un fiore di cera

standard 19 luglio 2012 Leave a response

ignoro a grandi falcate la mia sensibilità. 
chiudo porte, scappo avanti, senza curarmi dei dettagli.
è lì che inciampo.
nell’illusione di aver scampato ogni pericolo.


sfinita.
le nuvole sfilacciate dal vento, informi, devastano il cielo azzurro sconfinato.
non so se esiste una prospettiva perfetta
un modo impersonale di scrivere
un sospiro meno profondo, che risuona.


non sono io
non sono io
mi spoglio di questi nuovi vestiti
come calamite ritornano
schiaffeggiano la mia ingenuità.


cattivi
bastardi
malsani
la povertà della mia anima violentata
occhi chiusi
involuzione e battiti
battiti di ali si perdono nell’aria
cormorani e tramonti allargano la vista
ma i pensieri, quelli no, non si diradano come la nebbia delle pianure.
mi sveglio dal sonno
il mio letto galleggia, tutto è sospeso.
sospeso per un tempo indefinito.
per curare dolori indefiniti.
una stanza senza pareti ma gabbia
un disperato modo invertire ciò che rimane di me.


un fiore di cera, con la sua pelle morbida, sotto il sole lascia le tracce inquiete.
la cera si fredda.
le tracce sopravvivono. 

GONG! BOOM! SPLASH!

standard 10 luglio 2012 Leave a response

vorrei scrivere attraverso un collage di immagini.
non ci sono parole.
zero discorsi, zero evoluzioni.
solo sguardi, fissi verso il cuore.


sfoglio i miei libri di storia dell’arte, è tutto nella mia mente.


nuovi fremiti d’anima
nuovi odori di pelle
mi scuotono
forse mi scuotono
ma non è abbastanza


sopita
ribelle
cronica
ogni piega della mia pelle si fa ruga d’esperienza


stanca di occhi stanchi
avida di voglie avide
sensibile a baci sensibili


mi ritraggo come l’onda sulla sabbia
rovente come un raggio che asciuga la rugiada
la luce bollente taglia la mia ombra
carboni ardenti di epidermide
si staccano


diventa tutto come se fosse ieri
come se fosse tardi
ma le lancette sono ferme.
fermi i pensieri.
fermi i secondi.
scorrono le ere senza lasciare traccia
se non una qualche ruga.
sulla mia pelle.


giaccio addormentata.


anelo un sussurro che mi svegli. bramo con frenesia il “gong” che decreta la fine delle ostilità. ostile…ostile, antipatica, egoista. mi destreggio, nemmeno tanto bene, tra le righe di una poesia che vorrei fosse futurista.
che parlasse a tutti, col solo rumore delle parole.

bright star. un’ispirazione.

standard 22 settembre 2010 1 response

la foglia si incrina di un flebile sbaglio
il colore si perde in infinita clorofilla
rumori e calpestii commentano il passaggio
di indelebili cortei
di maggiolini e coccinelle rosse.
variopinto mondo di nature interiori,
traslucide iridi si gonfiano di rugiada
acqua riempie il sentire ormai sazio,
le gole si fanno carichi ruscelli.

esigenze di essere parte di questo
volontà di inchiostro di immortalare calligrafie,
solo segni conseguenti
di illibate emozioni.
il candore immacolato della neve dei pensieri
sfugge
si confonde
in un sicuro ieri.

comporre note e solfeggi
come un lirico amore
intingere la piuma di un colorato biancore.
concentrici cerchi si avvitano
alla ricerca
continua
perpetua
di uno sguardo altrove.
fonte mai esausta delle giuste parole.

“non” o “sull’irrazionalità”

standard 26 giugno 2010 2 responses

non sono un burattino.
non recito come un’attrice.
non mi preparo discorsi, non mi creo aspettative.
non sono programmata.
non dico cose sulle quali non si possa contare.
non voglio più aspettare, dire che non ci ho provato.
non mi diverto a esercitarmi sulla pelle degli altri.
non mi dipingo come non sono, verrei subito scoperta.
non ho strategie.
non seguo consigli, sbaglio spesso.
non costringo.
non tollero le ingiustizie ad ogni livello.
non sono conforme.
non sono tranquilla.
non mi piace la pioggia, non mi piace il vento.
non sopporto le bugie, la falsità.
non voglio essere razionale.
non ora.

puzzle di lucidità.

standard 19 giugno 2010 Leave a response
curo i miei lividi con appassionata attenzione
faccio accumulare polvere
su polvere
pezzetti di carta lascio cadere dall’alto
per creare un puzzle
una pozzanghera dai contorni frastagliati
sulla quale si posa il mio sguardo.

vividi ricordi
vivide immagini dal futuro
convinco il mio cuore che tutto è possibile
che non sia un battito d’ali a distrarmi
convinco il mio sorriso che, nonostante la pioggia,
i dissapori,
le mancanze,
c’è sempre uno sguardo pronto ad accoglierlo.

ri pe ti zio ni.

standard 19 maggio 2010 1 response
in questo momento, vorrei essere da un’altra parte.
vorrei non essere qui, vorrei non essere io.
ma solo per un momento.

solo per assaporare cosa vuol dire non essere me.
per gustare la diversa prospettiva delle cose.

vorrei un soffio,
un respiro caldo sul collo.
vorrei l’amore che scivola tra le dita,
presente e concreto.
vorrei che l’amore fosse un oggetto.
vorrei toccare l’amore, definirne i confini
le forme
le pose.
vorrei sentirti di nuovo qui, al tuo posto.
vorrei essere io con te.
e in nessun altro posto.

sei l’essenza dei miei pensieri
l’affanno della mia corsa
il banale scandire del tempo e delle mie parole
sei la luce che da suono ad ogni colore
il pensiero che decide ogni movimento e sapore.

svolgere le catene del tempo, aggrovigliate.
trovare in ogni nodo il senso di un sorriso
trovare in ogni spia in ogni allarme
il profumo intriso.

In questo momento, vorrei essere da un’altra parte.
Così da smettere di pensare che “noi” siamo l’unica soluzione.
Così che la disillusione di un futuro mi scivoli addosso e tutto torni ad essere possibile.


sinfonia n.1

standard 15 maggio 2010 3 responses

verde scosso dal vento
la pioggia come silenzioso lamento

cupa l’espressione del mondo
stretta, incastrata nel profondo

un fagotto il mio cuore
un cristallo abbandonato
nelle curve, nel sapore

sapore di terra, di lacrime,
sorsi bagnati d’amaro.

un nuovo colore, una nuova vita
un senso vorrei tra le mie dita
invece silenzio e affanno
tormento e inspiegabile sonno.

disillusa procedo
passi senza controllo
ogni goccia è un grido
ogni goccia è un allarme

voglio confessarmi
voglio trovare musica nelle mie parole
scandita come un armonia
voglio sentire luce
voglio provare amore.