POLVERE.

standard 9 ottobre 2014 16 responses
Se le parole fossero polvere infinitesimale le potrei respirare, per poterle far riaffiorare dal cuore ogni volta che sono necessarie.

Se le tue parole fossero micro particelle invisibili le respirerei come fossero aria, per riempirmi i polmoni di lettere e momenti gentili.
Se oggi fosse un sogno vorrei abitare in un film. Dove camminando arrivi al lago, puoi sederti su uno strato di foglie e stendere la tua coperta di lana a quadretti e leggere. Ogni tanto ascoltare la musica, ogni tanto ascoltare la natura, i fruscii, lo scorrere del tempo racchiuso nel ramo di un albero.
Questi sono giorni strani. Alternano fantasie e sorrisi folli con ansie e magoni insensati. Ma se il mio corpo fosse una macchina tutto sarebbe più facile, no? Accendi, spegni, abbassi il volume dei pensieri. Ma il frullatore si accende quando vuole e schizzano via, me li trovo davanti la mattina, attaccati all’armadio, sono la prima cosa che vedo.
E scendo dal letto imbronciata.
Infastidita dall’irrazionale, incontrollabile istinto di cancellare.
Coprire. Annullare. 
Per fortuna non tutti i giorni sono così. Solo quelli dove l’autunno diventa il contenitore negativo e grigio del mio percorso, ma poi mi volto indietro e, quando mi giro di nuovo, il sentiero è molto più luminoso di prima.

Ieri era polvere.

Oggi è luce.
Domani è domani. E non vedo l’ora.


Tuner soddisfa la mia voglia di polvere, luce e tumulto. ?

spring time!

standard 24 marzo 2011 Leave a response

ho preso una scatola, rosa, colorata, con il coperchio pieno di polvere.

stava nella mensola in alto, quella delle “cose utili ma non troppo”, dove a volte mi dimentico di guardare.
ho aperto il coperchio, ho scoperto di nuovo il mio passato.
quel passato fatto di nomi sconosciuti o che fatico a ricordare, ad associare ad un volto, quelle lettere chilometriche e scritte così fitte che non ci passa nemmeno il fiato per leggerle e gli occhi per scorrerle tutte. questo passato scivola piacevolmente dalle mani, un passato raccontato, pianto, scritto, sorriso, telefonato, asfissiato, ossessionato. un passato che ha creato il mio scheletro, scolpito le mie forme, corretto le deformazioni, un passato che lavora tutti i giorni per rendermi sempre migliore di quello che sono, mai perfetta, mai troppo cosciente di dove sto andando, mai troppo stordita per perdere l’orientamento.
e oggi vado a guardarmi un po’ di primavera, per vedere se dentro quella scatola polverosa posso metterci ancora tante altre “me”, se sono pronta per questo nuovo cambiamento, se le parole e le lettere che scriverò saranno da archiviare o saranno le prime pagine di una lunghissima e appassionata storia.
guarderò il sole fino ad accecarmi, guarderò il vento fino a sentire la brezza tra le ciglia dei miei occhi chiusi, scriverò e scriverò e scriverò ancora, l’unica cosa che sono veramente capace a fare, sognerò e amerò, anche oggi.
anche con la pioggia, dimenticando il dolore della scatola del passato, dolore che si è trasformato in qualcosa di diverso, col sole di oggi, con il cuore di oggi, con la polvere che deve ancora venire.