A VOLTE VA COSì.

standard 13 febbraio 2017 6 responses

Ora basta. Oggi scrivo.

Questo ho pensato stanotte (ma si parla ormai di due settimane fa…), nel buio della camera, mentre mi giravo e rigiravo cercando il sonno perso. Quello che poi arriva tutto insieme la mattina, quando suona la sveglia e non vuoi aprire gli occhi, per nessuna ragione al mondo. L’ho pensato stanotte senza alcuna ispirazione, sapendo che il tempo è sempre meno e tutto da rosicchiare in qua e là durante la giornata, conoscendo lo svolgimento ripetitivo e pieno zeppo delle mie ore quotidiane che si susseguono senza sosta. Come quelle di tutti, più o meno.

Oggi scrivo e non so nemmeno io cosa.

Potrei parlare del mio lungo silenzio, tempestato di vita, raffreddori, tossi, antibiotici, vacanze, abbracci, sorelle, nipoti, regali, viaggi. Oppure potrei lasciare la pagina vuota, bianca, senza scrivere niente. E non perché non abbia niente da dire, semplicemente che è un momento così. Confuso, direi.
Sono arrabbiata, invidiosa, stanca. Ma sono anche grata, soddisfatta, felice. Possono convivere delle sensazioni così diverse e contrastanti tra loro? Poco importa della risposta logica, in me convivono eccome.

Oggi scrivo e poi non lo faccio. Lascio che ai pochi momenti disponibili si sommino cose da fare rimandate, ma non lo scrivere. Me ne pento ma non lo faccio, qualcosa vorrà pur dire. Che non è il momento, che non sento più la voglia, che non sono più brava (sono mai stata B R A V A? Ma che vuol dire, poi, essere brava?), che non è la mia priorità? Non lo so, non lo voglio sapere, non è importante. No, non lo è. Scoprire le motivazioni delle cose che non vanno come vorremmo, dei percorsi strani che prendono le parole prima di uscire di nuovo dalla mia testa. Certo, un silenzio così lungo è strano, per me, che sono la campionessa della regolarità. Ma sono 7 anni che sono qui, che sono presente, che scrivo, mi sono presa una vacanza (da me stessa). Diciamocelo. I blog personali non sono mai stati così tanto interessanti, oltretutto senza argomenti, come è il mio.
Forse c’è stato un periodo in cui andavano di moda, in cui erano più gettonati, complice anche il mio maggiore tempo da dedicare agli “altri” del mondo blogger. Adesso leggiucchio ogni tanto, ciò che mi va, qui ci arriva pochissima gente. Ma va bene così…io scrivo comunque, come quando avevo 15 anni. Scrivevo su quintali di carta ma non avevo nessun pubblico, se non me stessa.

Quindi a volte va così. Ci sei ma è come se non ci fossi, scrivi ma è solo nei tuoi pensieri. In compenso VIVI, ma quello lo fai davvero.

…e voi, mi raccomando, sperate che sia femmina 🙂

…sono meglio di Beyoncè vero? 🙂

altro giro altra corsa

standard 12 maggio 2010 3 responses
mangio una mela.
mangio una mela mentre sono a lavoro.
c’è una telecamera (illegale) che mi osserva, sempre, 8 ore su 8. compresi quei minuti in più di quando arrivo la mattina e la sera in chiusura.
mangio una mela per risvegliarmi da questo sonno che stamani mi sta veramente facendo sentire come se avessi la testa dentro un acquario con un pesce rosso che ci nuota dentro.
perchè a me non è mai piaciuto dormire. ma sarà la vecchiaia, sarà che mi sono laureata, sarà che le mie serate non sono più così tanto “frizzanti” come prima…
il sonno si impossessa di me. e penso a quando stavo alla casa dello studente e andavo a dormire tutte le sere alle 4 e mi svegliavo alle 8 (e non avevo certo queste occhiaie) per andare a studiare con gli altri nella sala studio.
ora i progetti mattutini sono altri.
niente da studiare (alèèèè)
non molta compagnia (sigh)
trovare argomenti mediamente interessanti da trattare con i clienti mentre la stampante decide di essere pronta per funzionare (sigh)
guardare fuori dalla finestra pensando al tempo che farà e quanta pioggia prenderò oggi (uhm)
mi sento come su una giostra, su un cavallo che porta la carrozza di Cenerentola.
qualcuno paga il gettone per farmi fare un altro giro? qualcuno mette un euro per la mia spensieratezza?
qualcuno vuol ritardare l’arrivo della mezzanotte? così il mio cavallo non tornerà ad essere un topolino e la carrozza non sarà una zucca di nuovo.

voto di sfiducia.

standard 26 aprile 2010 Leave a response

maligni, cattivi pensieri della sera.
disturberanno il mio sonno,
cancelleranno la mia pace.
non c’è fiducia nel mio sguardo
non c’è niente che possa farmi credere il contrario di ciò che penso.