I sorrisi sono la mia forza. Quello dietro cui nascondo tutto. Quello dietro cui nascondo le lacrime di stasera. Improvvisamente, questo elastico che tiro sempre, così tanto, mi trascina indietro. Alle serate “universitarie” solitarie davanti al pc. Ai momenti no scacciati con la scrittura, con le distrazioni, la realtà. Guardando allo specchio le mie fortune mi sento ridicola a trovare per forza qualcosa di cui lamentarmi. Ma in fondo questa è la nostra vittoria, la nostra via, il modo del mondo occidentale di sopravvivere alla propria superficialità: affacciarsi verso il buio.
Stasera è il mio turno, quello dove ho voglia di scavare e di sentirmi sola, di mollare le redini che mi tengono questo sorriso sempre qui, stampato, per tutti. E’ la sera dove mi mancano le mie sorelle, tre sorelle tutte lontano da me. Avrei bisogno di loro, adesso. Una per gli abbracci e la creatività, una per gli sguardi severi e le meraviglie che ha messo al mondo, una per le battute taglienti e l’essenziale bisogno reciproco di affetto.
Mi scontro con una me stessa che forse è sconosciuta anche per me, con una persona che ho sempre creduto non esistesse, una persona che non vuole chiedere aiuto perché ha paura di non trovarlo. Mi guardo allo specchio e vado avanti da sola, perché solo su di me posso contare. Vacillo in continuazione, temo di non avere appigli, poi da qualche parte trovo la forza, in quegli angoli reconditi la trovo. Ma è difficile, la solitudine. E’ difficile dover dire che ciò che di cui si ha bisogno non c’è. Manca.
Questi sono i momenti in cui vorrei vivere in una radura. Qualche casa qua e là. Pochi passi e lo sguardo rassicurante di qualcuno si posa su di te. Le mie sorelle vicine, i miei genitori, i miei gatti, vedere i miei nipoti crescere e far vedere ogni passo del mio piccolo Mirtillo. Ma così non è. E per stasera questa consapevolezza è abbastanza per affondarmi.