SOGNI PARALLELI.

standard 18 settembre 2013 33 responses

Ti prego, dimmi che non mi hai lasciato. Dimmi che sei qui, che la tua bocca mi bacerà ancora, che se voglio addormentarmi con la tua mano che mi stringe potrò farlo sempre. 
Sudo. Mi sveglio. Piango. Il mio incubo persistente, l’abbandono. La menzogna, il crollo dei progetti, degli sguardi verso il domani, insieme. Ma è solo un sogno, il cuscino mi racchiude, morbido, per il resto della notte…e la sua mano è lì, che stringe la mia.
 
Ti prego, dimmi che stai scherzando, amore mio! Non puoi credere che sognavo l’esatto contrario di ciò che ti ha turbato: festeggiavo il nostro futuro insieme! 
Mi asciuga le lacrime con le sue mani adorate, calma i miei singhiozzi. Nessuno mi abbandona, se non quando chiudo gli occhi e il buio mi circonda.
I miei gatti giocano, sono le sei del mattino, posso ancora dormire. 


La mia settimana è iniziata così, altalene, improvvise mutazioni.
Così la scorsa settimana si è appena conclusa, lasciando una scia strana dietro di se.
Ci sono dei contrasti che sono come le caselline della dama. Si posizionano in modo alternato, chiaro – scuro, bianco – nero, distinguendo i momenti. Solo il futuro è incolore, protetto dalla sua aura nebbiosa e stratificata da troppi desideri di conoscerne il contenuto.
Il futuro non ci appartiene. Forse solo la mattonella che abbiamo sotto i piedi è nostra e poi nemmeno lei, di nuovo non ci appartiene più.
Rimane l’essenza.
Rimane quel giovedì sera passato a domandarsi perché. Che anche se tu non sai nemmeno di che colore fossero i suoi occhi, percepisci l’angoscia di chi li conosceva bene.
Rimane un venerdì tormentato dai dubbi.
Rimane un sabato di sorrisi, perché in fondo chi se ne va non torna, anche se tu piangi.
Rimane l’essenza.
 
Mi sento un pizzico più saggia. Sempre la solita spaccona, polemica e arrogante, ma ho tra le mani tutto quello che mi serve per non smettere più di sorridere.
La nostra felicità dipende solo da noi, dall’intensità del nostro sorriso, dalla profondità della nostra vita, dall’insensatezza dei nostri lamenti e dalla continua voglia di fare. Ci possono essere circostanze, momenti, flussi negativi, ma non mi permetterò MAI di smettere di viverlo, questo O G G I.

****

Per chi si è preoccupato per me dico Grazie! Sto bene. Il Bullo non mi ha lasciato. E’ che quando succede qualcosa di molto grave e molto triste, anche se non mi colpisce direttamente, in qualche modo mi fa riflettere.
Vi regalo il mio inno alla vita:
Bullo, Baguette e Chorizo. TRI(S)PUDIO d’amore.

e guardo il mondo da un oblò…

standard 31 luglio 2012 2 responses
in questo ultimo giorno di luglio, ben poca poesia scorre nelle mie dita.
la stanchezza, che arriva scortese dopo otto mesi senza sosta, implacabile, mi stronca ogni iniziativa che aleggia, volteggiando, nella mia testa.
effettivamente, non so’ nemmeno perchè sto scrivendo. 
volevo condividere forse un passaggio importante, con chi mi legge.
sto riprendendo in mano la mia vita.
sto passeggiando sul cornicione di un palazzo alto, ma senza rischi.
cammino.
a piedi scalzi.
e sono miracolosamente in equilibrio.
nonostante qualche sassolino ancora mi punge, mi fa uscire quelle lacrime di fastidio dal bordo degli occhi, nonostante la durezza abbia ricoperto con uno strato di piombo il mio corpo, il mio cuore, nonostante tutto questo, sono qui.

sono sempre io, con il mio vestito di candidi fiori, con le mie piume soffici, con ogni fiato di vento si spargono sul pavimento. 
sono un piccolo colibrì, sono una leonessa.
innocente ma crudele,
distante dalla realtà.
vivo sotto il sole.
il mio vestito di candidi fiori si squaglia, come le ali di Icaro.
intanto cerco delle nuove parole.
chiudo gli occhi e sento il sibilo dei vecchi sussurri nelle orecchie.
ancora qualche tormento, ancora un passo in avanti, senza fretta.
questi mesi di solitudine mi stanno aiutando a snocciolare con perizia ogni attimo che vivo, trovando apprezzabile anche l’attesa, scoprendo in me la capacità di non avere la solita (talvolta inutile) necessità di conclusione.
se mi guardo indietro vedo quello che ho vissuto, adesso lo posso guardare senza nessun timore.
quello che è stato mi ha dato questa Berenice, forte, tranquilla, mi piace.
tiro avanti dritta, a piedi scalzi.

bungee jumping

standard 20 giugno 2012 Leave a response

mentre alcune zanzare tramortite dall’antizanzara mi arrivano sparate addosso con la forza del ventilatore che (inutilmente) ho acceso sperando di respirare, trattengo il fiato.
come un filo di seta tra le mani, tesso una tela complicata.
se mi volto rischio di inciampare su di essa, le gambe mi vacillano e gli occhi sfocano.
ma intanto la tela prosegue la sua vita, si crea, a volte da sola, sotto la mia supervisione.
cerco la motivazione a tutto.
cerco di non controllare tutto.
mi giro di schiena.
alle mie spalle una caduta libera, centinaia di metri, non si vede la strada sotto.
alle mie spalle un vento che mi cullerà, durante la caduta.
i talloni si sporgono sempre di più, mi guardo intorno.
la mia strana ma banale vita, prosegue.
che faccio, mi butto?