Addio, addio.

standard 2 gennaio 2013 37 responses
Duemilatredici guarda che noi abbiamo un sacco di “cattive” intenzioni. Quindi…vedi di comportarti secondo le nostre aspettative, grazie. Si si, lo so, tutti dicono che non hanno aspettative, ma mentono.
Loro pensano di non averle, ma da qualche parte ci sono, per forza. 
Io, che notoriamente non sono capace a mentire nemmeno dietro allo schermo di un pc, non mento.
Ho un sacco di cose da realizzare, montagne da scalare, orizzonti da scrutare, albe e tramonti da dipingere.
Ergo…non fare il furbetto.
Intanto sei iniziato alla grande. Concerto (numero 17) dei Subsonica. Adorati.
Ma per lasciarmi alle spalle un anno così funesto ci vuole ben altro di un concerto e un raffreddore che mi fa consumare tutti i fazzolettini di questo mondo.
Ebbene. Immaginatevi una delle vostre cassette preferite. Le audiocassette. Quelle che se sbagliavi a premere qualche tasto nello stereo ti si ingarbugliava tutto il nastro e le dovevi rimettere a posto con le matite. E premete Rewind.

(Benoit Jammes – questo è un genio, guardate un po’ il suo profilo flickr)
Mi sono fatta una nuotatina nel mio gelido/affannoso/incasinato/triste/lacrimoso duemiladodici e, visto che ora che sono una scrittrice famosa (muhahahhahahahah), vorrei farvi ripercorrere un po’ le mie tappe. Ho democraticamente scelto i post che mi piacevano di più, spero vi vogliate fare un tuffetto con me. 
Gennaio. Ignara me ne stavo sul bordo dell’argine. Non sapevo che di lì a poco avrei visto il MIO cadavere passare. E quindi uscimmo a riveder le stelle si chiama il post.
Febbraio. Non sapevo scegliere. In entrambi trovate una sofferenza pura, totale, corrosiva e incisiva. Niente è sopravvissuto, una prateria stopposa senza vita. Martedì racconta dell’illusione data dallo shock. Tre Settimane è semplicemente il vero inizio della “passione”. Una Via Crucis in pratica.
Effettivamente non so perchè dovreste leggerli, questo preambolo non è affatto incoraggiante!
Marzo. Questo è stato il mese del mio primo viaggio oltreoceano, una super figata! Ho scritto tanto ma nessuno mi leggeva quindi… ve lo ripropongo, come i peperoni!
Aprile. Aprile è stato un mese incasinato, tanto lavoro e tanti pensieri. Sono andata dalla rabbia totale di Sfogo e libertà, alla più classica delle digressioni sulla mia personalità, degna di un Minestrone.  
Maggio. Uno dei mesi più belli, mezzo vissuto chiusa in casa post-operazione al simpatico fibroma che alloggiava nel mio utero. Avevo scelto tre post ma ve ne faccio leggere solo uno. E’ il post che evidenzia uno dei miei tanti contrasti. Come può una “poetessa” amare il calcio? Andatevi a leggere One Love
Giugno. Uhm, non me lo ricordo. Ricordo solo la mia prima volta in Puglia, il caldo torrido, le foto scattate a Bari vecchia. E l’amore per la mia città con Ode a Firenze.
Luglio. Il mese di Mirabilandia, sorrisi, spasso, chiacchiere. E continue riflessioni. Voglia di risorgere, di stabilire un punto di inizio per questa nuova Berry. Quindi vi potreste sorbire Sunrise e, perchè no, se siete proprio proprio coraggiosi anche E guardo il mondo da un oblò
Agosto. Olimpiadi e Londra, ecco cosa mi ricordo. Il mio amore per lo sport e il mio cuore spezzato alla notizia travolgente di Schwazer li trovate in EPO-logicamente parlando e la breve vacanza a Londra, due giorni dopo dalla fine dei Giochi. Il 16 agosto, uno dei giorni più belli della mia vita, L’isola che c’è.
Settembre. Il mese del trasloco. Degli week end saltati, del non riposo. Infatti parlo di Viaggi di anime, di polvere, di carovane.

Ottobre. Sempre più voglia di passato, di respirare aria vecchia, vintage, fuori moda. Un Autunno delll’anima forte e sempre più disilluso. 

Novembre. I miei 30 anni! Festeggiati in sordina, tanto aspettati, relativamente consapevole della mia vita. Il mese dell’alluvione nella mia amatissima Maremma, che tanto mi ha fatto soffrire. L’indifferenza distribuita come fosse sale nell’acqua della pasta. Un mese A lume di candela.

Dicembre. Infine è arrivato. Ho tirato le somme e ho vissuto, ho pianto di nuovo, ho scoperto che sono ancora troppo sensibile e carne viva, in certi punti. Dovreste secondo me leggere il mio ultimo post, perchè tra i bagordi delle feste secondo me ve lo siete perso. Viaggi (in)aspettati, con me e Bilbo, per servirvi.

E poi ecco. Avrei tanto voluto concludere qui, ma non posso. Vi lascio una sua foto, la foto del mio splendido micione. Principe, quasi siamese, dagli occhi di ghiaccio.
Gennaio 2011
Mi fu regalato 7 anni fa, per Natale, dai miei amici Angelo, Sara, Eliana, Francesco. Lo avevano già “battezzato” Vincent perchè anche se non aveva nemmeno un mese e mezzo era folle e un po’ artista, a suo modo. Ha vissuto con me a Firenze, fino a quando non ho capito che stare a casa dai miei gli era più congeniale. Amava acchiappare le lucertole, miagolare insistentemente e arrampicarsi fino alla mia finestra per entrare, ogni volta che tornavo a casa in Maremma. Se n’è andato così, senza sapere perchè. Vinc. Grandissimo bastardone della mamma. Le tue fusa mi faranno per sempre compagnia.
Duemiladodici, sei degno di andartene. 
Addio per sempre.

D come Desiderio.

standard 10 dicembre 2012 46 responses

Si parla di Maya, di fine del mondo, di un’era che cambierà il nostro vivere.
Si parla di Natale, di luci che fanno brillare le nostre case spente, di famiglie felici.
Si parla di soldi, di regali. 
Una poltrona per due, Mamma ho perso l’aereo, favole Disney a profusione.
Insomma. E’ Dicembre. E siamo tutti decisamente più esauriti.

Alzo gli occhi, il cielo è stellato.
Distesa su un mare di ghiaccio, esprimo il mio desiderio.
E’ così freddo che l’aria sembra impenetrabile.
Ma il cielo è limpido, protendo le mani per toccare ogni piccolo brillio.
Parlo, ma non emetto suoni.
Ogni sillaba un sussurro, ogni sillaba una nuvoletta di vapore.
Si dissolve, dopo un istante, il  notturno desiderio.
E’ impalpabile, docile, le mani protese lo sfiorano e lui fugge via.
Il biancore rimane solo nei miei occhi, ma distrae le più attente stelle.
Il mio desiderio. Forse è l’unica cosa che vorrei come regalo di questo squattrinato Natale.
Vorrei voltare lo sguardo, dal mio mare di ghiaccio, e trovare degli occhi luminosi a fianco a me.
Forse i miei occhi, quelli che conservo in un angolo, o forse gli occhi di chi sa veramente guardare dentro di me. Due fari che illuminino con i miei un sentiero così grigio.
Una notte ancora più stellata.
Come si fa a desiderare qualcosa di più difficile?
Sto solo desiderando una notte calda, in questo freddo che non è ancora inverno. 

Notte Stellata – Vincent Van Gogh

1889. Van Gogh e i suoi riccioli di cielo. Il chiarore della Luna di tarda primavera, in Francia. Le onde di un firmamento come un oceano di energie, chiome di alberi come fiamme oscure. E la luce, la luce di questo blu, blu notte, blu chiaro, ogni singolo dettaglio così uguale, così diverso. Tutto si distingue. 
Fate silenzio, o romperete l’incantesimo.
Ogni pennellata è una parola, ogni strato di questa tela è una veste, che conserva il mio istinto, che cura la mia giovinezza.
I desideri. Vi ho raccontato il mio desiderio.
In questo anno così funesto, in queste vasche di lacrime versate, mi vesto del mio mantello. 
Il cappuccio mi cade sul viso, nasconde la vista del cielo stellato. Il mare di ghiaccio si scioglie sotto la mia schiena. Così debole e stanca, lascio che scorra via questo ghiaccio. 
E in questa notte che non è nemmeno inverno, mi affaccio ancora una volta a colmare il mio bicchiere di sogni. Intingo le mie mani nella porporina e torno a dipingere le stelle.
Voglio sentire i vostri desideri.
Quale è il regalo che scegliete, per il vostro Natale?
Vi ascolto, dal mio prato ghiacciato, leggo i sussurri dissolversi davanti alle vostre bocche, li prendo con la mia rete. 
Desideri. Fiati di vita.

Popolare Vs Impopolare. Ma comunque POP.

standard 5 dicembre 2012 55 responses

POPOLARE.

Eccomi qui. Vi avverto, questo sarà un post pieno di link. Siete pronti?
Ogni parola vi farà saltare in un posto diverso. Tutto sarà reso più semplice dalla presenza della seguente lista. Schematica, poco poetica, ma organizzata, come piace a me. 
Qui di seguito ci starebbe bene anche la foto del mio meraviglioso armadio. Mai meraviglioso al suo esterno quanto all’interno. Una perfezione da (così definita da un’amica) serial killer mancata (o non  mancata… per certe scelte c’è sempre tempo). Ma non voglio divagare o rischio di farvi già perdere l’orientamento.

1. VOTA BERRY! Fai oggi la tua buona azione quotidiana, ripetila anche domani. E perchè no, anche dopo domani! Mentre ti lavi i denti e ti guardi allo specchio non senti questa vocina nella testa che ti dice…VOTA BERRY! Basta un clic!

2. Giuramento per far parte del club “Io so di non sapere”, fondato dalla mia dolce amica Monica de L’Emporio 21 (passate dal suo blog, è favoloso!):


“Giuro solennemente di fronte a Pippo, Minni e Qui,Quo e Qua di rispettare cuore e cervello di ciascun individuo e giuro di riservarmi il diritto di mandare a cercar ravanelli qualsiasi persona si senta in dovere di disprezzare le mie naturali inclinazioni.”

 
Alla faccia delle pseudo-intellettuali! Tiè! 
Ps: Monica non avevo Topolino, ho giurato sul mio 730, la prima cosa che ho trovato sulla scrivania! Per aderire completamente al club stasera faccio l’accoppiata perfetta: pizza surgelata + partita…sono fashion?

3. Un super grazie a Kate di Non ti tollero per avermi assegnato il premio dedicato ai blog sotto i 200 iscritti. Io sono BEN SOTTO i 200 iscritti e, club dei Nicchioni docet, ne vado fiera! Grazie Kate, il tuo blog è perfetto per una come me, donna dalle mille e una intolleranze!

4. La cara Francesca, mamma, artista e amica, ha messo sul suo blog un link-regalo! Approfittatene! Passate da lei, ha un bel blog e un ancor più bel sito. Realizza dei bellissimi acquerelli, biglietti, cartoline! 

IMPOPOLARE.

Amo la POP ART. Warhol, Haring, Lichtenstein. Amo essere popolare. Al centro dell’attenzione, io io io. Amo i colori accesi, gli anni ’80, le reazioni forti. 
Ma per quanto io mi sforzi, per quanto io lo desideri, rimango la solita sconosciuta. Im-po-po-la-re.
Senza storia, senza seguito, senza credibilità. In questi giorni ho girellato tra i blog proposti su Grazia.it e, credetemi, mi sono sentita una regina. 
Nella mia NON-POP capisco che riempirsi di followers, di bei commenti, di superfashionstyleauonasgheps post, di blog curatissimi e di figli partoriti come optional per essere ancora più fighe è una cosa che non mi riguarda. E non solo. Non mi piace.
Voglio rimanere impopolare.
Vestirmi con i soliti stracci.
Mettermi i calzini da bambina sotto gli stivali seri.
Tuffarmi in un  mare di cuori e rimanere instabile.
Snocciolare le mie paranoie come fossero gusci di pistacchi.
Provare a fare la simpatica e non riuscirci. Ma solo nel blog. Dove riesco ad essere solo paranoica, appunto.
Paranoie e Pistacchi dunque, per una ragazza NON-POP. 
Conformista.
Pazza.
Così poco POP che sono riuscita in una cosa incredibile. Aprire uno dei chiavistelli del mio cuore dopo cinque lunghi mesi, aprire gli occhi dopo cinque impossibili mesi, aprire uno spiraglio dopo cinque-whatsapp-mesi. In questo arrembante susseguirsi di aperture inaspettate, sono riuscita, di nuovo, a vincere un NO. Contro ogni previsione eh. Pronostici come sempre ribaltati amici. Con me gli scommettitori più arditi diventano milionari! Insomma. Non è stato proprio un NO. E’ stato un NON. Ma il potenziale del “si” era così forte che la coda tra le gambe ce l’ho ancora. Per coccolarmi ho indetto un periodo di assoluto fancazzismo casalingo, libri di Alda Merini sottobraccio, con dedica personalizzata annessa.
Che ragazza fortunata.
Miei delicati lettori. Stavolta non vi ho deliziato con le mie poesie. Con le mie parole “sciacquate” in Arno.
E’ che non avevo voglia di arrivare all’Arno, bastavano le pozzanghere del mio giardino, per queste due righe NON-POP. 

Uomo del NON volevo dirti una cosa: mi manchi.

Dal mio letto inutilmente matrimoniale è tutto.
Vostra B.

GRAZIA.IT: I WANT YOU!

standard 4 dicembre 2012 40 responses
Passo la giornata davanti al pc. Lavoro, piacere, contatti, amiche. Una coccoina dei giorni 2.0, una colla spalmata con il pennellino un po’, qua e là, dove piace a me.
Scrivania, sedia mediamente comoda, 22” wide che mi aiuta a gestire varie finestre.
Blogger.com, onnipresente finestra. 
Una finestra sul mondo, il mondo dei blog, quelli che scelgo di seguire. 
Una finestra sul mio mondo, quello che io decido di pitturare con le mie parole. Il mio mondo. 
Una finestra, uno specchio, sono davanti a voi ma sono anche dall’altra parte, insieme a voi, che mi guardo. Metto una mano oltre quello specchio e, incerta di quello che troverò, esploro.

Leggendo alcuni dei blog a me più cari ho scovato questa iniziativa di Grazia.it… ci ho pensato tutto il giorno, ci ho pensato anche la sera. E alla fine ho deciso, partecipo! 
Questo ciò che si richiede:
Conosci Grazia.it? Senti tuoi i valori del nostro IT manifesto? Raccontaci perché saresti un perfetto IT blogger perfetto in un post sul tuo blog.
Sei libero sia di scrivere un post motivazionale, dove parli a ruota libera di te e dei tuoi interessi e linki il canale di Grazia che segui di più, sia di andare più nello specifico, scegliendo un articolo o una sezione di Grazia.it che hai apprezzato particolarmente e riscriverne a modo tuo sul tuo blog.  
Dunque. Scrivere un post motivazionale. Dove IO parli a ruota libera di ME. 
Chi mi conosce penserà che per me non ci sia niente di più semplice, per una come me. 
Per una come me che parla, parla, parla.
E quando non parla scrive, scrive, scrive.
E quando non scrive pensa, pensa, pensa.
Ma non è così facile, cari lettori. 
In fondo dover convincere qualcuno che non ti conosce che sei meglio di altri è una questione abbastanza complessa.
Basta guardarsi intorno. Tutti gli altri blog già selezionati evidenziano una notevole capacità comunicativa – Moda/Stile/SoldiAPalate/TempoAPalate -.
In fondo io cado nel vortice di questo universo. Essere blogger da’, essere blogger toglie.
Ma. Ma io non scrivo di fashion, non scrivo di food, non scrivo di beauty ne’ di design o lifestyle
Il mio blog non è meglio o peggio, è solo diverso. 
Io scrivo Poesia. Amo scrivere. 
Scrivo nella mia mente, ogni momento della mia vita. Scrivo anche per lavoro.
Scrivo poesie, dettaglio minuziosamente ogni istante, lo rinchiudo nelle mie parole.
Il mio blog è il mezzo per esplorare quello che c’è dietro. Dietro ai sorrisi, all’apparenza, dietro allo specchio di cui parlavo all’inizio. Il retro di ogni medaglia, il buio dietro le quinte, la stoffa soffice, elaborata, con la quale ogni giorno ci abbigliamo per diventare ciò che siamo. 
Vorrei portare alla luce questo posto, un po’ magico, un po’ misterioso, gentile e strafottente, fatto di contrasti, contrapposizioni e ossimori. Un luogo dove non basta lasciare un’essenza, preziosa ma solo essenza, ma anche altre tracce intrise di vita, di voglia.
Insomma… Io sono questa! 
30 anni appena compiuti, single, una laurea specialistica in Management dei Musei + una triennale in Storia dell’Arte, quasi Fiorentina, ma solo per adozione (non per fede sportiva!!). Una vita passata a scrivere, chiacchierare, amare, cucinare dolci, carezzare gatti, attaccare/staccare poster e foto dai muri della mia stanza, coltivare piante grasse, leggere, correre, ascoltare musica. Una vita che vorrei passare a viaggiare, scrivere, sorridere.
Con uno sguardo indietro. Con la mano tesa, verso quel buio. 
Senza alcuna paura. 

Ps: CLICCA & VOTA(MI)!

FEEL. Quello che succede.

standard 29 novembre 2012 29 responses

E poi rimane solo questo.
Io, un foglio, una penna.
I segni di una notte vicina, che ancoa non si può cancellare.
Il mascara nero, che cola, di questa notte ancora da vivere.
E le parole che ancora mi  mancano, che non trovo, che non conosco, che mi fanno scrivere nell’unico modo che so.
Scrivere di me, di questi fazzoletti sprecati, in due notti così diverse.
Solo l’insonnia le accomuna.

Pace e tumulto in contrasto.
La sfiorata pace.
Il persistente tumulto.
Il faro non illumina la via che ho scelto. Cambia rotta.

I miei singhiozzi, i vetri appannati per le troppe parole.
Un abbraccio, le insistenze, le mani aggrappate al volante. Più lo stringono e più cercano la voglia di partire.
Girare la chiave, andare via.
Voltare le spalle, ancora una volta.
In queste due notti così diverse.
Nel profumo che conserva la mia pelle.
Nei segni di un passaggio. Qui chiudo i miei desideri. Soffoco la gioia dei miei sogni.

Perchè la vita non si vive da soli, perchè non si può fare finta che le cose non esistano, perchè io sono la campionessa del definitivo. Perchè i buchi non si tappano, le persone non si dimenticano.
Perchè si cambia e la vita cambia, perchè questa solitudine mi spacca i timpani e mi distrugge l’anima. Perchè vorrei solo delle risposte a tutte le mie domande, delle risposte che curino le ferite, quelle che io voglio sentire.
Perchè sono sfinita.

E questa notte è così diversa. Spengo le stelle con ogni mia lacrima. Il cielo scompare. Inghiotte le mie parole, anch’esse sconfitte.
Parole inutili.
Voglio le carezze tue, sul mio viso.
E il ricordo acceso dell’altra notte, che nessuna lacrima lo spenga. Che almeno lui rimanga a farmi compagnia, in questa sorda Firenze, che tanto amo ma che, per l’ennesima volta, raccoglie il mio pianto.
Di notte.
E sorda rimane nella sua magnifica bellezza, nelle sue strade vuote, nel suo castigo perenne, nella sua condanna, nella sua staticità di illusa Venere.
Abbracciami, Firenze.
Un girotondo di foglie arancioni accolga il mio cammino. Una meta che non conosco mi attende, lontana. Non ci sono nemmeno più gli spettri a seguirmi.
Non gli spettri del passato.
Solo il presente, che mi soffoca, disprezzando la mia voglia, ignorando il mio impegno, impedendo il mio domani.

Firenze, 29 novembre 2012 – ore 4.20 di mattina.
Cielo terso. Luna quasi piena.

Come and hold my hand
I wanna contact the living
Not sure I understand
This role I’ve been given

I sit and talk to God
And he just laughs at my plans
My head speaks a language
I don’t understand 

I just wanna feel
Real love, fill the home that I live in
‘Cause I got too much life
Running through my veins

Going to waste

Traguardi ed esclusivi club!

standard 23 novembre 2012 29 responses
Parliamo di cose serie.
Innanzi tutto volevo rendervi partecipi della mia gioia di oggi, faccio parte del famoso

CLUB DEI NICCHIONI!
In alcuni blog amici avevo letto di questo club esclusivo, accessibile solo:

– se hai un blog dai numeri limitati e risicatissimi

Il mio blog è online dall’aprile 2010 e a numeri…è messo proprio male! Io scrivoscrivoscrivo ma i risultati sono scarsi! Almeno adesso posso andarne fiera! Probabilmente dovrei approfondire alcuni studi di marketing? Oppure coinvolgere gli amici con un tam-tam asfissiante? Magari…smettere di scrivere poesie/cose noiose/strappalacrime? Ok. Penseròcci.

– se ti capita di non capire una cippa di wordpress.org

WordPress o Blogger che sia, nonostante la mia decennale amicizia con la tecnologia, sono per me incomprensibili strumenti! Aggiungi il tag, l’etichetta, il link, il gadget, l’immagine, insomma è un collage, un’opera dadaista. Un rebus.

– se aborri il SEO

…seo? Icchell’è?

– se dalle chiavi di ricerca su google ti trovano con le parole più strane

Quando degli strumenti del mio blog non capivo veramente una beneamata scrissi il post, successivamente diventato il mio più letto di sempre, That’s all folks! ignara di ciò che avrebbe creato! Quindi tu, lettore ignaro, digitando le magiche paroline finirai dritto nel mio blog!

– se adori scrivere e sai usare anche i congiuntivi e gli apostrofi

Se io avrebbi avuto tempo avessi studiato italiano. Sono stata chiara? 
Di questo ne sono certa. Farò mille errori, userò i tempi dei verbi in modo casuale ma non deluderò MAI mia madre! E’ stata lei, a suon di “schiaffoni” a farmi entrare in testa gli amati congiuntivi ? come contraddirla adesso?


E quindi…NICCHIONI CLUB! Tutto il resto… è FUFFA!


E poi. E poi dicevamo. Parliamo di cose serie.
Domani compio trenta-ma bellissimi-anni.
Ve lo scrivo perchè magari, per chi non mi conosce ancora, per chi non mi ha amica su facebook, per chi se lo dimentica può essere un promemoria…e io sarei tanto tanto felice nel leggere i vostri auguri!
Sento che questo sarà un traguardo importante per la mia vita, una soglia sulla quale mi trovo oggi e domani sarà scomparsa. 
Ho in mano delle forbici, ho il nastro tricolore da tagliare, ce l’ho fatta.
Trent’anni.
T R E N T A.
Che strano.
Passi un decennio a usare il “2” davanti e poi ti accorgi che è importante solo quando lo abbandoni.
Ma dalla soglia dove sosterò domani non credo abbandonerò nulla. Sarà solo un piccolo “più” in una vita di “meno”, dove si cerca di rinunciare a molto ma si guadagna ogni passo che facciamo. 
Parliamo di cose serie.
Che la nuova era abbia inizio.

(vento tra i capelli, musica trionfale, cuore gonfio d’orgoglio, sacche lacrimali straripanti).

?

la Berry addormentata nel bosco

standard 13 ottobre 2012 5 responses

sinceramente credo che dovrò tornare in terapia.

ci sono stata per guarire le ferite del mio cuore.
magari ci andrò di nuovo, per curare l’indolenza verso gli esseri umani.
più specificatamente verso gli uomini.
uomini…gli esseri umani di sesso maschile.
chiamarli uomini forse è troppo.
si si, lo so, sono discorsi un po’ da “Sex & the City”, spiccioli, banali e già risentiti.
ma sono discorsi da sabato sera senza voglie particolari, se non quella di essere risvegliata.
dormo.
sono la “bella” addormentata.
questi principi che provano a distrarmi dal mio torpore sono tutti di una mediocrità infallibile.
sarà che mi metto tanto gel nei capelli, ma non si muovono nemmeno se questi principi sono a cavallo. 
nessuno che mi rapisce e mi porta via.
che mi bacia e mi mozza il fiato!
nes
su
no!
sono fermamente convinta che sarà veramente difficile per me provare di nuovo qualcosa.
il miraggio dell’amore a trentanni.
voglio qualcosa di più.
altrimenti meglio la solitudine.
meglio questo bosco che, fitto fitto, mi copre anche i raggi solari. 
e la mia pelle rimane candida, il mio viso rilassato, le braccia, inermi, accanto al mio corpo.
una farfalla sfiora le mie mani, nel sogno vorrei prenderla.
non vincermi sonno.
regalami passione e fuoco al mio risveglio.

20mila!

standard 9 ottobre 2012 9 responses

ventimila visualizzazioni!
VENTIMILA!
probabilmente i lettori reali saranno MOOOOOOOLTI meno, ma io li voglio baciare uno ad uno.
questo è solo un numero e, si sa, io con i numeri non sono molto brava.
e poi, in realtà, potrei avere anche un solo lettore (mia mamma) e penso sarei comunque soddisfatta. non sarò mai una scrittrice per professione, tantomeno una poetessa per vocazione, io racconto storie, racconto momenti, decisioni, ricordi.
nostalgia e futuro si intrecciano nelle mie dita e non fanno mai silenzio nella mia testa, ne scrivo a volte con fatica a volte con rabbia e furore.
ma questo blog, le mie parole T U T T E, siete voi.
voi e me, in un convulso momento di congratulazioni dopo l’esibizione.
grazie a tutti.
quando mi sentirò sola, in questa mia vita di single mediamente soddisfatta, penserò a voi.
vi vu bi.

assoli e frivolezze.

standard 2 ottobre 2012 4 responses

se volessi parlare per immagini oggi sceglierei questa.

volare. 
animo leggero e inerme, senza peso se non quello del cuore.

oggi a Londra c’era una brezza che faceva muovere “solo le foglie e le persone leggere”.
questo spunto, dato da un mio caro amico, mi ha fatto riflettere.
le zavorre che ci portiamo dentro sono tanto più mentali che fisiche.
bastasse fare diete, smaltire grassi per attaccarsi al tronco di un albero come una banderuola scossa dal vento.
manca il tempo, manca la sensibilità, manca tutto.
mi giro dall’altra parte per fare finta che sia lineare questo vuoto.
è così difficile essere in sintonia con qualcuno, con se stessi, con il tuo vicino di posto sull’autobus.
avete mai provato la solitudine?
il menefreghismo globale è inquietante, lo vedi solo quando sei sola.
la mia condizione, uguale a quella di tanti altri, è solo passeggera?
a volte ne dubito fortemente.
il mio perfezionismo mi porta sempre più lontano dall’essere sopportabile?
pare di si.
tutte le domande che mi rivolgo hanno un lato così pessimista che quasi rimango sconcertata.

devo fare come il latte scremato.
togliere tutto ciò che c’è in più e lasciare la parte magra.
ora vado, il latte bolle.

The river. Il fiume.

standard 31 agosto 2012 Leave a response

Sconosciuti sguardi ti cercano al di là del muro.
Se queste mani fredde.
Se questo gelo si interrompesse.
Si insinuano sotto la pelle
attraverso i vestiti il calore
non importa più quando
come

Solo ancora, sconosciuto sguardo,
Ancora.
Ancora a scaldare la mia pelle pallida.

Sotto veli di vergogna
L’imbarazzo si scioglie
Certo e affamato il silenzio accoglie il tocco del velluto. 
 

Man Ray – The Kiss