miei cari lettori, buongiorno.
Siete pochi ma affido sempre i miei pensieri a voi, a chi vi capita raramente, a chi è un avido lettore, a chi piace leggere le mie avventure (soprattutto virtuali).
Ho quasi finito di fare la valigia, vado a Roma per qualche giorno, impegni “atletici”. Vado a Roma povera di stimoli, con la voglia di ricaricarmi un pò queste pile alcaline vecchie e ossidate, credendo che la lontananza dalla solita routine possa in qualche modo smuovere quei meccanismi arrugginiti che fanno scricchiolare la mia vita, i miei mesi, da due anni a questa parte.
Non so cosa spero, non so nemmeno se spero. Se lo scrivo ancora, dopo tutto questo tempo, forse si. D’altra parte la speranza è ciò che ci fa alzare ogni mattina e vivere senza pensare che non ne valga la pena. La cosa che non so è PER COSA spero. Egocentristicamente parlando, spero per me stessa. Per il mio futuro, per la mia salute, per il mio lavoro. E poi, come in un banaliiiiiiiiiiiissimo circuito di go-kart, con le macchinine che girano costantemente, spero nell’arrivo dell’amore. Di quel tuffo al cuore, di quel momento di torpore delle mani-ossa-muscoli-salivazione che non ti fa capire più un cavolo e che così tanto mi manca.
Vorrei che questa maledetta “prova del nove” stavolta non tornasse, desse un risultato diverso. Voglio che la mia vita sia sempre più dispari, voglio che il sussurro del minuto che arriva mi sorprenda, lasciandomi senza parole. Voglio non scrivere più di cose che mi mancano, così come mi manca l’amore.
Amo le mie piantine grasse, vedere che crescono e come crescono.
Amo le mie sorelle, guardarle negli occhi e sentirmi a posto.
Amo i miei gatti e il loro modo di farmi sentire importante.
Amo i miei amici. E su questo non c’è da argomentare perchè loro sono ciò che di più splendido si possa avere.
Amo chi non ho e, probabilmente, non si può amare in una maniera più pura di così. Senza pretendere, senza confessare, senza ostentare. Pensando che non si ama e che, per il momento, la prova del nove possa essere una verifica sufficiente. E matematicamente non adatta a misurare il mio amore.
Siete pochi ma affido sempre i miei pensieri a voi, a chi vi capita raramente, a chi è un avido lettore, a chi piace leggere le mie avventure (soprattutto virtuali).
Ho quasi finito di fare la valigia, vado a Roma per qualche giorno, impegni “atletici”. Vado a Roma povera di stimoli, con la voglia di ricaricarmi un pò queste pile alcaline vecchie e ossidate, credendo che la lontananza dalla solita routine possa in qualche modo smuovere quei meccanismi arrugginiti che fanno scricchiolare la mia vita, i miei mesi, da due anni a questa parte.
Non so cosa spero, non so nemmeno se spero. Se lo scrivo ancora, dopo tutto questo tempo, forse si. D’altra parte la speranza è ciò che ci fa alzare ogni mattina e vivere senza pensare che non ne valga la pena. La cosa che non so è PER COSA spero. Egocentristicamente parlando, spero per me stessa. Per il mio futuro, per la mia salute, per il mio lavoro. E poi, come in un banaliiiiiiiiiiiissimo circuito di go-kart, con le macchinine che girano costantemente, spero nell’arrivo dell’amore. Di quel tuffo al cuore, di quel momento di torpore delle mani-ossa-muscoli-salivazione che non ti fa capire più un cavolo e che così tanto mi manca.
Vorrei che questa maledetta “prova del nove” stavolta non tornasse, desse un risultato diverso. Voglio che la mia vita sia sempre più dispari, voglio che il sussurro del minuto che arriva mi sorprenda, lasciandomi senza parole. Voglio non scrivere più di cose che mi mancano, così come mi manca l’amore.
Amo le mie piantine grasse, vedere che crescono e come crescono.
Amo le mie sorelle, guardarle negli occhi e sentirmi a posto.
Amo i miei gatti e il loro modo di farmi sentire importante.
Amo i miei amici. E su questo non c’è da argomentare perchè loro sono ciò che di più splendido si possa avere.
Amo chi non ho e, probabilmente, non si può amare in una maniera più pura di così. Senza pretendere, senza confessare, senza ostentare. Pensando che non si ama e che, per il momento, la prova del nove possa essere una verifica sufficiente. E matematicamente non adatta a misurare il mio amore.
Dalle mie esperienze in maniera posso dirti solamente che la ruota gira e vedrai che troverai ciò che cerchi e in breve tempo (sai che io non sbaglio mai!)! 🙂 L.
🙂 grazie grazie…sei un tesoro!
=) Sono meglio di un veggente! 😀
Profetica. Davvero. Come mi sento felice per voi. E anche per me, perché se il mio amico (e da ora anche tu) è felice, anche io lo sono.
Se esiste il Cielo, sei un dono per tutti, cara. 🙂
Pinnera
leggere le tue parole un pò mi commuove un pò mi fa sentire carica di responsabilità. ma per il momento la cosa mi rende molto felice. 🙂