amaro come il vino.

standard 19 aprile 2012 Leave a response

uhhh che brutta cosa la solitudine.
questo freddo d’aprile,
questa pioggia di primavera.

che ghiaccio nel cuore.
se le parole potessi scriverle come le ho nella mente…
se le parole fossero delle matite che si animano disegnando ciò che sono, forme e colori di pensiero, caratteri e sagome di stupore e comprensione, immediati e diretti, senza traduzioni.
nessun interprete per leggermi i pensieri, nessun districatore d’anime per gli ingarbugliati gomitoli del mio cuore.
un battito
una bacca raccolta da un ramo
un rovo che punge
il sangue cola
piccolo rosso foro
infinite speranze si aggrappano
ogni appiglio è sacro
ogni punta di rovo è appiglio
rovo che ferisce
ma pur sempre appiglio 
rovo tentatore
lasciami, ho detto lasciami!
ti prego!


il mio lavoro è il mio rovo adesso. mi sorregge, mi scalda le giornate, mi rende così stanca da cullarmi la notte prima di dormire. mi pare di essere una macchina, un automa. mi rifugio nel mio cantuccio, sola.
guardo tutti con finzione, con sfiducia.
se non fosse stato per lui… tutto sarebbe stato in secondo piano, soprattutto il lavoro. la considerazione per certe cose, la superficialità.
tutti gli equilibri si spostano, basta un sussulto. un capriccio, una svolta, una curva improvvisa. e il mondo ti cambia, da sotto i piedi. qualcuno toglie la tovaglia e i bicchieri rimangono sul tavolo.
io sono un bicchiere.
via la tovaglia, in un battibaleno.
via le sicurezze, via l’amore, le carezze, i baci, le mani, i capelli, le parole, le promesse.
era una tovaglia graaaaaaaaaaaaaaaande la nostra.
le incrinature sul bicchiere caduto sono tante, lasciano spazio a paure. il vino è caduto sul tavolo, una chiazza che si allarga ad ogni sbavatura di vita.
la mia vita “sbava”, la chiazza si allarga.
le incrinature crescono.
mi tocco, ci sono ancora.
scrivo, scrivo, scrivo in continuazione.
prendere tutto questo come un’opaca benedizione? per caso le cose si presentano con questa strana conformazione di “merda totale” per poi diventare stupende? 
guardo i bicchieri sul tavolino. ancora pieni.
ce ne sono tanti, ne è solo caduto uno.
quel vino versato non tornerà più, nessun raccolto sarà uguale.
quella bocca che non l’ha bevuto mai ne assaggerà uno simile.
si sfiorano sempre somiglianze, mai si toccano, per fortuna.
rimarrò sempre io. crepa in più, crepa in meno, 
meno pregiata, ma pur sempre una grande annata.

Berenice

About

Sono Berry. Donna, mamma, moglie. Scrivo, corro, lavoro, amo. Sorrido sempre e non mi basta mai.

Related Posts

Leave a response

  • Leave a Response

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *