mentre alcune zanzare tramortite dall’antizanzara mi arrivano sparate addosso con la forza del ventilatore che (inutilmente) ho acceso sperando di respirare, trattengo il fiato.
come un filo di seta tra le mani, tesso una tela complicata.
se mi volto rischio di inciampare su di essa, le gambe mi vacillano e gli occhi sfocano.
ma intanto la tela prosegue la sua vita, si crea, a volte da sola, sotto la mia supervisione.
cerco la motivazione a tutto.
cerco di non controllare tutto.
mi giro di schiena.
alle mie spalle una caduta libera, centinaia di metri, non si vede la strada sotto.
alle mie spalle un vento che mi cullerà, durante la caduta.
i talloni si sporgono sempre di più, mi guardo intorno.
la mia strana ma banale vita, prosegue.
che faccio, mi butto?
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