vorrei scrivere attraverso un collage di immagini.
non ci sono parole.
zero discorsi, zero evoluzioni.
solo sguardi, fissi verso il cuore.
sfoglio i miei libri di storia dell’arte, è tutto nella mia mente.
nuovi fremiti d’anima
nuovi odori di pelle
mi scuotono
forse mi scuotono
ma non è abbastanza
sopita
ribelle
cronica
ogni piega della mia pelle si fa ruga d’esperienza
stanca di occhi stanchi
avida di voglie avide
sensibile a baci sensibili
mi ritraggo come l’onda sulla sabbia
rovente come un raggio che asciuga la rugiada
la luce bollente taglia la mia ombra
carboni ardenti di epidermide
si staccano
diventa tutto come se fosse ieri
come se fosse tardi
ma le lancette sono ferme.
fermi i pensieri.
fermi i secondi.
scorrono le ere senza lasciare traccia
se non una qualche ruga.
sulla mia pelle.
giaccio addormentata.
anelo un sussurro che mi svegli. bramo con frenesia il “gong” che decreta la fine delle ostilità. ostile…ostile, antipatica, egoista. mi destreggio, nemmeno tanto bene, tra le righe di una poesia che vorrei fosse futurista.
che parlasse a tutti, col solo rumore delle parole.
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